venerdì 7 luglio 2017

"Spider-Man: Homecoming" è un ironico e divertente romanzo di formazione dell'amato supereroe dei fumetti Marvel

L’ultimo “Spider-Man” del grande schermo è un romanzo di formazione in attesa dell’ingresso nella squadra degli “Avengers”, infatti si tratta di
una sorta di prequel dove il nostro Peter Parker è ancora un quattordicenne – aggiornato e corretto secondo la realtà contemporanea - alle prime armi nel suo ‘mestiere’ di supereroe, ovverossia con pochi superpoteri e tanti problemi tipici dell’adolescenza, anche se ha un mentore come Tony Stark alias ‘Iron Man’.
Sceneggiato col regista da Jonathan Goldstein & dall’attore, sceneggiatore e regista John Francis Daley (lo psicologo della serie “Bones”), Christopher Ford, Chris McKenna, Erik Sommers e diretto con vivacità e ironia da Jon Watts (già attore e produttore televisivo), “Spider-man: Homecoming” narra le vicende di Peter Parker (Tom Holland) alle prese con la solita doppia vita tra la consueta condizione di nerd del liceo e le spericolate avventure contro il mondo del crimine. Stavolta il cattivo di turno è un trafficante di armi che fonde tecnologia terrestre e aliena,
Adrian Toomes (Michael Keaton, dal “Batman” di Tim Burton a “Birdman”), che come Iron Man (Robert Downey Jr.), con una corazza volante diventa il micidiale Vulture. Però il ragazzo ha una zia adorabile e moderna, May Parker (la sempre brava Marisa Tomei), l’immancabile amico del cuore Ned (Jacob Batalon) e la ragazza di cui è innamorato ma alla quale non ha il coraggio di dichiararsi, Liz (Laura Harrier). E una sorpresa finale tutta da scoprire vedendo il film. Non manca nemmeno la scena che preannuncia il sequel, con la stessa squadra, in uscita nel 2019.
Quindi, stavolta la fantastica avventura funziona perché è divertente e gustosa, dato che nonostante le scene spettacolari d’azione, non diventa mai noiosa ma gustosa perché carica di (auto) ironia, mentre la narrazione è sui toni della commedia, tanto che non muore (quasi) nessuno perché salvati in extremis dal nostro, ancora imbranato, supereroe. E non manca l’ennesima comparsata del vecchio caro Stan Lee (un anziano affacciato alla finestra del vicinato), creatore con Steve Ditko, del celebre e amato personaggio Marvel.
Nel cast anche Jon Favreau (Happy Hogan), Zendaya (Michelle, la compagna di liceo “senza amici”), che rivedremo in “The Greatest Showman”; Donald Glover (Aaron Davis), Tony Revolori (Flash), Bokeem Woodbine (Herman Schultz / Shocker), Tyne Daly (Anne Marie Hoag) e, in ruoli cameo, Gwyneth Paltrow (Pepper Potts) e Chris Evans (Capitan America). Il direttore della fotografia è Salvatore Totino, da “Il codice Da Vinci” a “Everest”, e le musiche di Michael Giacchino, premio Oscar e Golden Globe per la colonna sonora di “Up”, entrambi italo-americani. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale italiane dal 6 luglio distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia

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