giovedì 19 ottobre 2017

Una dark comedy all'italiana e al femminile ironica e sensuale, scritta e diretta da Nadia Baldi, con un efficace cast: "Veleni"

Una suggestiva commedia dark ambientata nell’Italia degli anni Cinquanta, quando molti paesi erano rimasti in mano alle donne, custodi di segreti e bugie, storia e tradizione, anche se non avevano il potere assoluto. Un film scritto (con Ruggero Cappuccio) e diretto da Nadia Baldi, “Veleni” scorre fra dramma e commedia, noir ed ironia, e non è a caso che la regista metta in risalto le atmosfere noir e sensuali che
trasformano il racconto è un giallo pieno di fascino e misteri. Siamo nel 1951, in un paesino dell'Italia meridionale pressoché popolato da sole donne, visto che gli uomini erano morti in guerra o costretti ad emigrare all’estero per lavoro. Antonio (Giulio Forges Davanzati), giovane professore di lettere presso un collegio di Gesuiti, torna sul luogo natale per assistere al funerale di suo padre, il dottor Bonadies, medico condotto e psichiatra del villaggio, morto un
giorno prima in circostanze misteriose. Il professore è deciso a conoscere le ombre che incombono sul passato di suo padre e sfida l’atmosfera surreale di cui la madre e la zia (avevano un rapporto perverso col medico) si circondano nella loro vita, dedicandosi alle arti alchimiste. Una storia che ricorda le commedie noir del passato, fra tutte quella di Joseph Kesserling (l’arsenico è quasi una citazione), portata sul grande schermo da Frank Capra, ma anche i gialli di Agatha Christie, che
purtroppo risente di un impianto teatrale (gli autori sono i fondatori del ‘Teatro Segreto’), ma che comunque coinvolge e incuriosisce lo spettatore, anche grazie a un cast di sicuro e riconosciuto mestiere e a un supporto tecnico e visivo che raramente troviamo nei film indipendenti e spesso assente addirittura nel cosiddetto cinema commerciale. “Veleni” è stato girato interamente nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
“Racconto una storia che ruota intorno al disvelamento di una serie di segreti – ha dichiarato la regista - e si concentra sugli insondabili misteri della mente umana. Dietro la patina ormai corrosa di un perbenismo aristocratico, infatti, le due eccentriche sorelle Bianca e Dianora, decidono di prendersi cura a modo loro di quello che è un mondo femminile ormai rimasto isolato, in un piccolo paese del Sud Italia, a causa delle guerre e dell'emigrazione”.
Ma, come di consueto, la pellicola - in ogni caso notevole e ben al di sopra della media, ha dovuto aspettare un po’ di tempo per avere un’uscita degna, la quale, alla fine, è stata rimandata di un mese. Infatti, era prevista il 7 settembre. Nel bel cast Lello Arena (il vagabondo Melograno, gira per le strade armato di un grammofono che diffonde musica lirica), Tosca D’Aquino (Bianca, la zia), Roberto Herlitzka (Rettore), Vincenzo Amato (Bonadies),
Giuseppe Mannajuolo (Oreste), Gea Martire (Dianora, la madre), Franca Abategiovanni (Annunziata), Annie Pempinello (Claudia), Marina Sorrenti (Marta), Rossella Pugliese (paziente) e Norman Mozzato (il prete). Buona l’ambientazione anni Cinquanta grazie anche alla fotografia di Giovanni Ragone, assecondato dalla scenografa Mariangela Caggiani, dal costumista Carlo Poggioli e dalla truccatrice Desideria Corridoni. Le musiche originali sono di Marco Betta, mentre il montaggio è affidato alla premiata Esmeralda Calabria. José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 19 ottobre distribuito da Draka Cinema

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