sabato 7 aprile 2018

"A Quiet Place - Un posto tranquillo" di e con John Krasinski recupera magnificamente la narrazione per immagini del cinema muto in un thriller/horror fantascientifico ricco di tensione e suspense

Una storia fantascientifica diversa – sul filo dell’horror/thriller – e originale perché è anche una vicenda familiare particolare. Infatti, “A quiet Place – Un posto tranquillo”, scritto e diretto dall’attore-sceneggiatore John Krasinski (anche protagonista, dal televisivo “The Office” a
“Detroit” di Kathryn Bigelow), racconta di una famiglia – genitori e tre figli – costretti ad affrontare degli spietati alieni che però hanno un punto debole: sono ciechi ma hanno un udito capace di ascoltare il minimo rumore, più dei felini. Perciò gli umani non possono nemmeno parlare fra di loro per non attirare i killer venuti dallo spazio. Quindi, Krasinski sfrutta magnificamente il mezzo cinematografico per narrare ed esprimere reazioni e sentimenti dei suoi personaggi, come si faceva nel periodo del muto, e gli attori – tranne qualche rara eccezione usano il linguaggio dei segni come i sordomuti (gli spettatori hanno i
sottotitoli). Il prologo ci introduce direttamente nella vicenda, senza commenti né tanti discorsi inutili. Gli Abbott, Lee e Evelyn (Krasinski ed Emily Blunt, coppia e genitori nella vita reale) e i loro tre figli, Regan (Millecent Simmonds, sordomuta veramente), Marcus (Noah Jupe) e il piccolo Beau (Cade Woodward), camminano scalzi dentro un centro commerciale abbandonato e lungo la via del ritorno alla loro fattoria, lontano dalla città.
Sono rimasti in pochi nella loro zona e devono stare attenti a non fare alcun rumore, o le terribili creature che hanno invaso il nostro pianeta li individueranno in un attimo e per loro sarà la fine. Per 472 giorni, gli Abbott sopravvivono, sfruttando il linguaggio dei segni che conoscono bene, perché la figlia maggiore è sordomuta e il padre cerca con ogni mezzo di costruirle gli auricolari giusti (che avranno un ruolo importante nella storia). Ma un altro figlio è in arrivo e non fare rumore diventa sempre più difficile, anche perché la situazione fa nascere i soliti conflitti e incomprensioni fra genitori e figli.
Inoltre, “A Quiet Place” offre tensione e suspense degne del miglior film del genere, non facile in un periodo in cui è la realtà a sbatterle in faccia e dove le parole e i discorsi sono diventati eccessivi e spesso superficiali. Infine, i protagonisti, costretti a lavorare in completo isolamento, se la cavano benissimo tanto gli adulti quanto i ragazzini. L’ambientazione ricorda altri prodotti del genere – ma meno riusciti – come “Grano rosso sangue” e il televisivo “Falling Skies”. Non solo. José de Arcangelo
(3 ½ stelle su 5) Nelle sale italiane dal 5 aprile distribuito da 20th Century Fox Italia

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