venerdì 24 febbraio 2012

Ancora una vicenda vera portata sul grande schermo in un film per famiglie: "Qualcosa di straordinario"

Ancora un cosiddetto film per famiglie ispirato a un fatto realmente accaduto e, infatti, dopo “L’incredibile storia di Winter il delfino”, la vera vicenda della ‘famiglia’ di balene grigie che ha persino sciolto il ghiaccio della guerra fredda per un film ricco di avventure
, emozioni e, ovviamente, tanti buoni sentimenti nella miglior tradizione hollywoodiana, e in bilico tra dramma e commedia.
Firmato dal veterano artigiano Ken Kwapis (da “Il segreto della Piramide d’Oro” a “La verità è che non gli piaci abbastanza”), racconta la vicenda romanzata della battaglia di un’ambientalista che fa di tutto per salvarle perché imprigionate sotto il ghiaccio del mare dell’Alaska, ai tempi del presidente ex attore Ronald Reagan.
Però dalla storia scaturiscono anche altri particolari della società contemporanea – siamo tra il 1988 e l’89 -, quelli che scattano quando tutti sono spinti, o ‘costretti’ da passione o interesse, a mobilitarsi per una causa comune. E un caso animalista, ambientalista e solidale diventa un’atto che ‘paga’ sia socialmente che politicamente e/o economicamente, a seconda di chi si offre per l’occasione; chi per interesse (pubblicità, immagine) o speculazione, chi per aiutare perché veramente motivato a difendere animali e ambiente.
Dal libro “Freeing the Whales” di Thomas Rose, sceneggiato da Jack Amiel & Michael Begler, con lo stesso autore, narra del cronista locale Adam Carlson (John Krasinski, dal serial televisivo “The Office” a “E’ complicato”) che non vede l’ora di abbandonare la sua provincia, ubicata sulla punta settentrionale dell’Alaska, per cercare fortuna altrove. Ma proprio quando il futuro della sua carriera è ormai incerto, ecco che gli si presenta una grande opportunità: salvare una famiglia di maestose balene grigie intrappolato sotto il ghiaccio del Circolo Polare Artico.
Però, tra magnati del petrolio, capi di Stato, militari e giornalisti affamati di notizie catapultatesi al gelido avamposto, la persona che preoccupa maggiormente il giovane giornalista è Rachel Kramer (Drew Barrymore, dalla dolce bambina in “E.T.” a la figlia adulta di De Niro in “Stanno tutti bene”), che non solo è un’agguerrita ambientalista ma anche la sua ex.

Con poco tempo a disposizione, Rachel, Adam e Nathan (l’esordiente Ahmaogak Sweeney), un nativo undicenne – il loro tramite con la popolazione e la cultura locale – devono organizzare un’improbabile coalizione fatta di gente del luogo – che vorrebbero che la selezione naturale segua il suo corso -, avide compagnie petrolifere, militari americani e russi (allora c’era Gorbaciov), che accantonano le loro divergenze per puntare verso un obiettivo comune che sta commovendo il mondo intero (via cavo o satellite).
Fallito il tentativo di rompere l’enorme lastra con una chiatta rompighiaccio prestata dal potente petroliere e portata sul posto dai marine, la popolazione locale tenta freneticamente di forare e rompere chilometri di ghiaccio, mentre una rompighiaccio sovietica spinge le lastre ghiacciate verso l’entroterra, per riuscire a spostarle di almeno quattro miglia. Se miracolosamente l’impresa dovesse riuscire, le balene intrappolate nell’acqua gelida senza poter riemergere verranno liberate ad una distanza di sicurezza in mare aperto, e potranno finalmente iniziare la loro migrazione annuale di 5000 miglia, verso il mare della California da dove provengono.

Essendo una vicenda vera, si sa che il caso finì felicemente e il film non poteva chiudersi altrimenti. Però lo spettacolo è gradevole e a tratti divertente perché non mancano umorismo né ironia, tanto da coinvolgere un pubblico di grandi e piccini.
Nel nutrito cast anche Kristen Bell (la reporter Jill Jerard), da “Burlesque” a “Non mi scaricare”, e che vedremo prossimamente in “Comic Movie” dei fratelli Farrelly; Dermot Mulroney (colonnello Scott Boyer), da “Il matrimonio del mio migliore amico” a “J. Edgar” e fra poco nei thriller “Beyond” e “The Grey”; Tim Blake Nelson (Pat Lafayette), da “Fratello, dove sei?” dei Coen a “Fratelli in Erba”; Vinessa Shaw (Kelly Meyers), da “Eyes Wide Shut” di Stanley Kubrick a “Melinda & Melinda” di Woody Allen; l’esordiente John Pingayak (Malik), della tribù Cup’ik, che è ballerino, compositore e cantante di musiche ancestrali; John Chase (Roy), anche lui al debutto sul grande schermo e residente in Alaska; e il veterano Ted Danson (il petroliere J.W. McGraw), dal televisivo “Cin Cin” a “Tre scapoli e un bebè” e “Tre scapoli e una bimba”, e a “Salvate il soldato Ryan”.
La fotografia è di John Bailey, al suo quinto film con Kwapis e, quindi, veterano del cinema e passato alla regia anche lui; le scenografie di Nelson Coates, da “Il collezionista” al nuovo film di Robert Zemeckis “Flight”; il montaggio di Cara Silverman, da “Cape Fear” di Scorsese
a “La verità è che non gli piaci abbastanza” dello stesso Kwapis; i costumi di Shay Cunliffe, da “Uomini e topi” a “The Bourne Ultimatum”; e le musiche Cliff Eidelman, da “Star Trek VI: rotta verso l’ignoto” alla precedente commedia del regista.
José de Arcangelo

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