venerdì 22 giugno 2012

La passione per la cucina nelle comiche vicende di una strana coppia di "Chef", Reno-Youn

Torna la commedia culinaria tutta da gustare grazie ad una nuova, affiatata, strana coppia protagonista. Niente più di un sano intrattenimento per tutti – convenzionale ma efficace – per passare un’ora e mezza spensierata e divertente. Il trentaduenne Jacky Bonnot (il comico Michael Youn, popolare volto televisivo in Francia) è amante della buona cucina, ha molto talento e sogna di diventare un famoso cuoco. Però, costretto a lavorare in bistrot mordi e fuggi, viene puntualmente licenziato per colpa dei suoi raffinati manicaretti. Allora la fidanzata, stanca della sua precarietà, riesce a trovargli un lavoro in una casa di riposo per anziani e il caso vuole che incontri Alexandre Lagarde (un inedito Jean Reno), il migliore chef della Francia – e suo maestro virtuale – che rischia di perdere una forchetta d’oro, cioè una stella nella sua catena di ristoranti, perché il suo socio maggioritario vorrebbe passare alla più ‘commerciale’ cucina molecolare e cerca con ogni mezzo di boicottarlo. Uniti dalla passione per le ricette della tradizione francese, allievo e maestro affronteranno la sfida con le nuove tecniche di cucina molecolare per salvare l’onore e la gestione del ristorante più famoso di Parigi. Non solo. Certo gastronomia e arte, eros e cucina, non sono nuovi al cinema, anche se come afferma il regista (e sceneggiatore con Olivier Dazat) Daniel Cohen la commedia culinaria francese era scomparsa dallo schermo da oltre trentacinque anni, forse dai tempi de “L’ala o la coscia” di Claude Zidi con Louis De Funès e Coluche. E se il cinema non l’aveva dimenticato del tutto – dopo “La grande abbuffata” di Ferreri, c’erano stati “Il pranzo di Babette”, il giapponese “Tanpopo”, il taiwanese “Mangiare bere uomo donna” e il cartoon americano “Ratatouille” – ma il ‘tema’ era stato affrontato da altri punti di vista, con altri intenti, attraverso generi e stili diversi. Basterebbe ricordare i diversi “Pranzo di Natale”, Ferragosto o della “domenica”. Inoltre, nell’ultimo decennio – e anche prima – trasmissioni televisivi e gare (anche internazionali) sull’argomento hanno invaso la nostra vita quotidiana, proponendoci ‘piatti in tutte le salse’. “E’ la prima volta che scrivo un film su un mondo di cui ignoro tutto – confessa il regista -, perciò mi sono documentato moltissimo. Ho incontrato dei grandi chef come Alain Passard, Alain Ducasse e Pierre Gagnaire. Sono andato nelle loro cucine, ho parlato con loro. Quando si entra per la prima volta in una cucina stellata si ha l’impressione di penetrare nelle gioiellerie di place Vendôme. Vederli curare ogni minimo dettaglio con una cura e una precisione incredibili è affascinante. I cuochi sono delle persone impressionanti. La loro passione li colloca in un altro mondo. Con ogni piatto, ogni giorno, rimettono in gioco la loro reputazione e il loro rango. Devono costantemente cercare la perfezione e lottare contro la routine. Quando arrivavo da loro, avevo quasi l’impressione di arrivare da un maestro della pittura del XVIII secolo. Gli apprendisti che li circondano compongono i piatti come se creassero una tela. Possiedono un lato demiurgo e possono arrivare a parlare di un legume come si parla di un Rembrandt”. Nel cast anche Raphaelle Agogué (“Vento di primavera”), nel ruolo della futura moglie Béatrice, Salomé Stévenin che è Amandine, la figlia di Lagarde/Reno; Santiago Segura, lo chef spagnolo, Juan; e Julien Boisselier nella parte di Stanislas Matter. 2 (voti su 5)– José de Arcangelo Nelle sale dal 22 giugno distribuito da Videa-CDE

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