martedì 26 giugno 2012
"L'amore dura tre anni", una rom-con sulla scia del regista Jacques Demy e sulle note delle musiche di Michel Legrand
E’ sicuramente l’estate delle commedie francesi, sarà dovuto ai successi delle stagioni precedenti e di quella appena finita – da “Giù al nord” (rifatto da noi in “Benvenuti al Sud”) e “The Artist” a “Quasi amici” – ma negli ultimi mesi se ne sono viste tante e altre sono in arrivo (la prossima settimana “Cena tra amici). Alcune perché interpretate o dirette da nomi che apparivano nei sopracitati titoli, altre per attori noti anche da noi o reduci del successo al botteghino in patria.
Ma in questo caso non c’entrano perché “L’amore dura tre anni” di Fréderic Beigbeder, è una commedia sentimental-romantica tratta dal libro omonimo (pubblicato in Italia da Feltrinelli) dello stesso regista esordiente – giornalista e scrittore - e interpretato dai pur bravi Louise Bourgoin – giovane in ascesa - e Gaspard Proust, ma
in Italia pressoché sconosciuti, ma lei la rivedremo a fine luglio in un’altra commedia, “Travolti dalla cicogna”. Si tratta di un’opera gradevole e, a tratti gustosa, soprattutto per chi ama i riferimenti musicali e non del protagonista, alter ego dell’autore, ovviamente non giovanissimo.
Infatti, fan incallito del grande compositore Michel Legrand (in partecipazione speciale in chiusura), lungo la pellicola ci fa riascoltare un paio di volte il celebre tema de “Il caso Thomas Crown”, ovvero “The Windmills of Your Mind”, e di “Les parapluies de Cherbourg”, con Nana Mouskouri, così come viene citato l’altro film di Jacques Demy “Pelle d’Asino”.
Marc Marronier (Proust), critico letterario di giorno e cronista mondano di notte, ha una visione disincantata dell’amore, per lui come molte cose nella vita, anche l’amore ha una data di scadenza. Può durare al massimo tre anni, proprio come il suo matrimonio con Anne (Elisa Sednaoui) che gli ha preferito un nuovo compagno, uno scrittore di successo.
Un po’ per ripicca un po’ per sfida, Marc si getta a capofitto nella scrittura di un cinico pamphlet contro l’amore, però proprio allora la sua vita viene sconvolta dall’incontro con l’irresistibile Alice (Bourgoin). E, poco a poco, le sue certezze cominciano a vacillare e capisce che deve rimettere in discussione tutto ciò che ormai aveva dato per assodato nel suo manuale sull’amore, sul sesso e sui legami affettivi.
E così come nella vita non tutto è come sembra, soprattutto riguardo l’amore, visto che non si può mai dire come andrà a finire, neppure come e quando. Niente di meglio per raccontarlo che la commedia.
“Quando fai il tu primo film – dichiara il regista -, devi, prima di tutto, vincere la paura del ridicolo. Tarantino ha scelto il genere poliziesco con ‘Le jene’. Altri preferiscono il fantastico o la fantascienza. Io ho scelto la ‘rom-com’ che offre una struttura molto pratica, che non ti obbliga a reinventare la narrazione, fin dai tempi dei fratelli Lumière. Come in tutte le commedie che amo, anche questa inizia con un personaggio che è terribilmente disincantato nei confronti della vita. E proprio quando non crede più nell’amore, incontra una donna che riaccende in lui il gusto per la vita. Dopo l’incontro, l’iter è sempre lo stesso: il litigio, la separazione e poi il ritrovarsi. E’ una cornice questa, all’interno della quale c’è anche ampio spazio per il divertimento”.
Un divertimento elegante nel segno della leggerezza come il suo riferimento più in vista, proprio la commedia romantica del rimpianto o) che come i suoi protagonisti riesce a sedurre lo spettatore, sempre che sotto l’armatura del cinismo, nasconda un animo romantico.
Nel cast anche Joey Starr (Jean-Georges), visto in “Polisse”; Jonathan Lambert (Pierre), Nicolas Bedos (Antoine), Thomas Jouannet (il maestro di surf), Christopher Bourseiller, i veterani Bernard Menez (il padre) e Anny Duperey (la madre), e con la partecipazione di Valérie Lemercier e la partecipazione eccezionale di Michel Legrand.
José de Arcangelo
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