venerdì 28 settembre 2012

Da Miami a Roma, i protagonisti esordienti di "Step Up 4 - Revolution 3D" Guzman-McCormick

Anche la saga musical-giovanile “Step Up” – creata da Jennifer Gibgot e Adam Shankman (“Rock of Ages” - è arrivata alla quarta puntata, con il sottotitolo “Revolution” e in 3D, ma al contrario di altri franchise in questo caso non si tratta mai di sequel. E’ una serie di film incentrati sulla danza contemporanea (oggi hip hop, come negli anni Ottanta era successo con la break-dance), in cui ogni volta le storie sono ‘diverse’, perché cambiano soprattutto i protagonisti, sempre giovani, sempre in coppia, con il sogno di sfondare e … attraverso il ballo! Infatti, non cambiano i rapporti coi genitori che, per una ragione o l’altra, cercano di scoraggiarli e ostacolarli; né mancano i consueti problemi generazionali e sociali, tra speculazione e protesta.
E ogni volta abbiamo due protagonisti esordienti sul grande schermo e soprattutto come attori. A presentare il film in Italia – nelle sale dal 4 ottobre distribuito da M2 Pictures -, e a Roma, sono approdati infatti Ryan Guzman e Kathryn McCormick, i due simpatici ed entusiasti interpreti della (solita) storia di Sean e Emily, divisi dalle classi sociali e dai pregiudizi, ma uniti dalla passione per il ballo e che, naturalmente, pian piano diventerà anche amore. Si può mentire per amore? Anche se nel film, come spesso accade nella realtà, più che di mentire si tratta di tacere, di non svelare la verità. “Per amore si possono fare le cose più folli – esordisce il giovane Ryan Guzman, nato in Texas, ma di origini messicane (si sa lo Stato nell’Ottocento apparteneva al Messico), già modello pubblicitario -, non usi il cervello sempre nel modo giusto come in questo caso, dove lui ha superato una specie di lotta ed è finito per innamorarsi. Nella vita siamo veramente amici, abbiamo imparato molto l’uno dall’altra, dalle nostre forza e debolezza reciproche”. Nel film, scritto da Amanda Brody, Sean fa il cameriere ma, col suo amico d’infanzia Eddy, è a capo di una trasgressiva crew conosciuta semplicemente come ‘The Mob’, un gruppo di ballerini, musicisti e artisti d’avanguardia che cattura l’immaginazione collettiva di Miami con i loro spettacolari flash mob high-tech che sembrano usciti e spariti nel nulla, ma con cui sperano – attraverso youtube – di vincere una gara.
“I flash mob l’ho fatto un paio di volte – afferma Kathyn che da ragazzina sognava di fare la principessa, visto che la madre aveva una coroncina in bella mostra -, poi in occasione di un tour di conferenze-seminari dove insegnavo danza ne abbiamo organizzato uno, ma non come quello che vedete nel film”. “Non ho mai danzato prima di questo film, credevo di non avere il fisico del ballerino – confessa Ryan, che dal baseball è passato alle arti marziali -, ma mi sono avvicinato ad occhi e cuore aperti. Non credevo ci fosse un così forte coinvolgimento fisico finché non l’ho fatto e scoperto di avere dei muscoli che non utilizzavo prima, tanto che a fine giornata mi facevano male. Penso che non ce l’avrei fatto senza l’aiuto di Kathryn e, grazie al nostro passo a due finale, mi sono innamorato della danza perché ho capito che posso tirar fuori da me emozioni e sentimenti, che è un mezzo molto espressivo ed espansivo, tanto che adesso ballo ogni giorno”. E a proposito di Youtube e social network che ormai dono diventati più di una vetrina, i giovani attori dichiarano: “Non credo sia l’unico mezzo – sostiene Kathryn -, ma i giovani oggi navigano tantissimo, vedono i video caricati da altri e pensano di farlo anche loro. Consente di farti vedere, di conoscere la storia della danza, di conoscersi e conoscere di più; di condividere con gli altri, e non solo sperando di diventare famosi”. “Io penso che i social network in realtà consentano di aprire delle porte – ribatte Ryan -, Youtube ha fatto scoprire dei talenti, basta ricordare Justin Beaver. Attraverso Face book, Twitter e altri si possono far vedere le proprie capacità e mettersi alla prova”.
“Sicuramente sono aperta a qualsiasi mezzo di espressione – conferma l’attrice-ballerina, finalista del talent show americano “So You Think You Can Dance” – e mi piacerebbe continuare a recitare, a fare film, ma anche fare l’ospite di trasmissioni televisive”. “A me piace sempre provare cose nuove, sono aperto a nuove esperienze – ribatte lui -, partecipare a programmi televisivi non mi dispiace, anche se lo vedo solo come un business perché mi piace sperimentare cose nuove, esperienze diverse”. “Sono grata di aver avuto questa opportunità – dichiara la McCormick -, di essere trascinata in un’avventura che non mi aspettavo, anche perché mi ha permesso di capire quanto devo ancora imparare su me stessa, e come cercare il modo giusto di raccontare una storia. E, attraverso la danza, mi sono resa conto non solo di quello che sono in grado di fare, ma anche di riuscire a creare una connessione, un collegamento con le persone; e vorrei continuare a farlo come attrice”. “Io sognavo di fare il giocatore di baseball – aggiunge Guzman -, ma poi mi sono fatto male ad una spalla e ho deciso di fare il lottatore professionista di arti marziali miste. Ho fatto il modello e poi è arrivata la proposta di fare l’attore, ma come voglio sempre fare cose diverse, ora spero di poter diventare sceneggiatore e regista”.
“Quando, crescendo, ho capito che la principessa non poteva essere una carriera – dice la McCormick -, ho pensato prima di fare la veterinaria, poi l’infermiera e infine la danzatrice, un mestiere che non faceva nessuno che conoscevo. Anche se sono cresciuta a Los Angeles, non ho mai avuto un piano B, ma mi dicevo ‘Se poi non ci riesco sarà la vita a propormi quello che devo fare’. Ovviamente, ho scoperto tante cose che potrei fare, ma la danza è quella più ariosa, spaziosa, anzi libera che mi si presentasse”. “Ho visto il primo ‘Step Up’ come fonte d’ispirazione – riprende Ryan - prima di fare i provini, il secondo e il terzo li ho visti durante la selezione. Infatti, durante i provini mi muovevo e mi comportavo proprio come Channing Tatum (ora protagonista di ‘Magic Mike’, ispirato alla sua storia ndr.), pensando che i produttori volessero quel tipo di interpretazione”.
“In effetti il 3D dà la sensazione di essere proprio immerso nella danza – dichiara McCormick -, soprattutto durante i flash mob, quando il gruppo è circondato dalla gente che si ferma a guardare, perché l’effetto stereoscopico rende tutto molto più realistico. Sulla danza non ha un impatto particolare, è soprattutto un problema che devono affrontare il direttore della fotografia (Karsten ‘Crash’ Gopinath ndr.) e il regista (il debuttante Scott Speer che viene da spot e videoclip ndr.) perché le riprese devono essere fatte da una determinata angolatura, e molto più ravvicinate del normale”. “Per il personaggio di Emily ho attinto da me stessa – continua l’attrice -, dal profondo, senza cercare di imitare nessuno. Ho visto un paio di attori per creare una connessione, un legame, come quando ballo, e così venisse fuori la personalità, farla trasparire, uscire come nella danza”. “Ho cercato di essere il più possibile me stesso – ribatte lui -, senza farmi influenzare dal genere, ho tratto ispirazione dai ballerini che avevo intorno, tra casa mia e la palestra, dove mi esibivo in stile libero prendendo da loro”. “E’ davvero la prima volta che vengo in Italia – conclude Kathryn -, e abbiamo portato anche le nostre mamme. Un paese che ti colpisce perché è fantastico, ogni edificio trasuda storia, arte. Hai la sensazione di bello e la voglia di imparare, di aprire la mente”.
“A volte ho la sensazione di essere nato nel paese sbagliato – chiosa lui -, la cucina, i sapori, la storia, l’arte tutto mi attira dell’Italia. Mi piace scrivere, respirare l’arte e la cultura per imparare e sapere di più”. Nel cast di giovanissimi anche Misha Gabriel (Eddy), Cleopatra Coleman (Penelope), Stephen ‘Twitch’ Boss (Jason), Michael ‘Xeno’ Langebeck (Mercury), Mia Michaels (Olivia) e il veterano Peter Gallagher (Mr. Anderson, padre di Emily e speculatore edilizio). Le belle coreografie sono di Jamal Sims, Christopher Scott, Travis Wall e Chuck Maldonado. La supervisione musicale è di Buck Damon e le musiche originali di Aaron Zigman José de Arcangelo

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