venerdì 21 settembre 2012
E' Zach Galifianakis il vero "Candidato a sorpresa" e non solo per Will Ferrell e Jay Roach
Una commedia satirico-farsesca, volutamente volgare come il mondo (della politica) che attualmente ci circonda al di qua e al di là dell’oceano, ovvero una pellicola da amare o da odiare, firmata dal Jay Roach (anche co-produttore) della trasgressiva trilogia di “Austin Powers” e della doppietta “Ti presento i miei” e “Mi presenti i tuoi?”
Sceneggiato dagli specialisti Adam McKay e Chris Henchy, già attivi in tivù e insieme per “Poliziotti di riserva”, con l’esordiente Shawn Harwell, “The Campaign” (titolo originale) si fa apprezzare soprattutto perché, sotto l’apparente leggerezza – e uno stile ‘sgangherato’, riflette l’attuale indifferenza, ignoranza e volgarità regnanti non solo nella classe politica americana, ma anche nell’opinione pubblica e, quindi, degli elettori (telespettatori), condotti o addirittura plagiati dalle campagne mediatiche, non solo elettorali, che altro non sono che una guerra senza quartiere a cannonate di gossip e suon di colpi bassi, scariche di ‘segreti’ rivelati e bombardamenti in diretta televisiva. Certo, l'argomento non è nuovo, solo che il punto di vista e lo stile sono diversi, mentre qui si porta all'esasperazione puntando sulla cattivissima satira nella tipica commedia statunitense, nel messicano "Lei e il candidato" (visto a Fiuggi Family Fest)si puntava sul melodramma tradizionale locale.
L’operina, comunque, poggia un ottanta per cento sulla coppia protagonista, due comici e due attori di solito confinati in ruoli poco impegnativi e addirittura da caratteristi o ‘particine’ nelle quali, però, spesso eccellono: Will Ferrell (dal televisivo “Saturday Night Live” a “Melinda e Melinda” di Woody Allen) e soprattutto Zach Galifianakis (da “G-Force” a “Una notte da leoni”).
Quando il ‘solito’ onorevole Cam Brady (Ferrell) commette una terribile, enorme, gaffe pubblicamente (un suo osceno messaggio erotico all’amante di turno finisce nella segreteria telefonica della famiglia di un bigotto pastore), gli sponsor, i fratelli multimilionari senza scrupoli Motch, decidono di candidare un nuovo rivale per ottenere la maggioranza nel loro distretto della Carolina del Nord.
La scelta cade sull’ingenuo Marty Huggins (Galifianakis), direttore del locale ufficio del Turismo e figlio di un ex senatore che non l’ha mai apprezzato. Infatti, a prima vista, Marty sembra essere il candidato meno appropriato ma, con l’appoggio dei suoi nuovi benefattori, oltre a quello di una vecchia canaglia della politica, l’uomo ombra delle campagne elettorali Wattley, e alle relazioni politiche della sua famiglia, diventa presto un più che degno rivale con cui il carismatico Cam dovrà fare i conti.
Purtroppo la commedia e i comici sono sempre i più difficili da ‘doppiare’, non solo perché gag e battute ‘tradotte’ raramente fanno centro come nella lingua originale e, in questo caso, non sappiamo se renda del tutto giustizia a situazioni e dialoghi, inclusa quella ‘volgarità’ scoperta da Hollywood negli ultimi decenni, partendo da
“American Pie” e “Tutti pazzi per Mary”. Quindi, resta una commedia gradevolmente corrosiva, anzi gustosa, per chi conosce e segue e ammira i due protagonisti, qui assecondati da un inedito Dylan McDermott (Tim Wattley), ritornato sulla cresta dell’onda col televisivo “American Horror Story”; Jason Sudeikis (Mitch), anche lui commediante di rango proveniente dal “Saturday Night Live” e già apprezzato in “Come ammazzare il capo… e vivere felici”; Katherine LaNasa (Rose Brady), Sarah Baker (Mitzi Huggins) e gli illustri veterani John Lithgow (Glenn Motch), Dan Aykroyd (Wade Motch) e Brian Cox (Raymond Huggins).
José de Arcangelo
2 stelle su 5
Nelle sale dal 21 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia
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