venerdì 21 settembre 2012

L'attore-regista Maurizio Casagrande alla ricerca di "Una donna per la vita" tra Sabrina Impacciatore e Margareth Madè

Una commedia napoletana, ma non troppo, per il debutto nella regia cinematografica di Maurizio Casagrande (anche protagonista e sceneggiatore), affiancato da Sabrina Impacciatore, Margareth Madè e Neri Marcorè. Una bella idea di Casagrande stesso e Andrea Dal Monte - che l’hanno anche sceneggiata insieme – da un punto di vista non proprio originale, però mai volgare. Peccato, l’attore e regista mattatore a teatro, sul grande schermo è alle prime armi e la pellicola non ha il ritmo giusto né la durata standard. Naturalmente, il cast è tanto simpatico quanto efficace.
“Ho cominciato a fare l’attore circa venticinque anni fa. Ma prima facevo il batterista e per un lungo periodo della mia vita artistica mi sono visto come un musicista che faceva l’attore. Oggi, dopo tanti anni di lavoro e dopo aver già sperimentato con buoni risultati la regia teatrale ho voluto provare a mettere tutta questa esperienza al servizio di un film. Ovviamente, per colmare le mie carenze tecniche ho scelto di avvalermi di un ottimo direttore della fotografia (Filippo Corticelli ndr.) che mi sostenesse a mi aiutasse nelle scelte”. La storia è stata ispirata a una lunga relazione, prosegue, “con una ragazza un po’ matta ed incostante cui volevo, peraltro, molto bene pur esasperato dal suo modo di essere piuttosto inconcludente, incontrai un’altra, molto bella, sexy, capace di prendersi cura di me come mai nessun’altra aveva fatto. Cominciai un’intensa relazione con la nuova fiamma. Che meraviglia. Era dolcissima, accomodante, paziente, intelligente, disposta a sacrificarsi per me e sempre bella ed attraente. Era la donna perfetta ma…” Infatti, come nel film, c’è stato un colpo di scena imprevedibile e non vi riveliamo nemmeno quello.
Maurizio (Casagrande) e Marina sono una coppia come tante. Si conoscono da molti anni e si sono amati profondamente, ma il loro rapporto è stato logorato dalle differenze dal tempo. Ormai nessuno dei due sopporta i difetti dell’altro, soprattutto Maurizio è esasperato dall’inconcludenza e dalla superficialità di Marina. E, al momento di partire per le vacanze, un incidente automobilistico interrompe violentemente la loro discussione. Sembra che sia avvenuta una tragedia, ma fortunatamente l’incidente ‘uccide’ solo la loro convivenza e Maurizio lascia Marina. L’amico di entrambi, Paolo (Neri Marcoré), e anche loro medico, si trova tra due fuochi: lui vuole che gli tolga definitivamente Marina dai piedi e lei che faccia tornare a casa Maurizio. Ma una donna meravigliosa, la bellissima, dolce e premurosa Nadine (Madè) appare nella vita di Maurizio e…
“Marina, la ragazza fuori luogo e fuori sincro – come la definisce la Impacciatore che la interpreta – è ispirata esteticamente ad Amy Winehouse, che in realtà amo, ma non c’entra con noi, visto che il riferimento è Alanis Morissette. Volevamo un personaggio che invadesse lo spazio altrui, un tipo di donna che entra nella vita di qualcuno e la rende quantomeno entropica. Dietro tratti ossessivi, giocare sull'equilibrio delicatissimo; un’ossessiva rompiscatole ai limite dello stalker. In una seconda lettura è una sorta di eroina romantica, ma stare due mesi (durata delle riprese ndr.) con la gamba ingessata non è stato facile. Una sceneggiatura che mi ha affascinato perché sentivo il sogno, la forza. Una commedia non scritta a tavolino per incassare, ma che un attore sognava di realizzare nel suo primo film”. “La femme fatale è un ruolo che mi piaceva molto interpretare – ribatte la Madè - e ho accettato subito”. “Eravamo insieme durante le riprese de ‘La scomparsa di Patò’ – confessa Marcorè – e ho accettato di fare il film senza leggere la sceneggiatura. E’ stato un po' trasferire sullo schermo il nostro divertimento di prenderci in giro a vicenda, anche i personaggi si conoscono da tanto tempo, Paolo è un medico che si è trasferito a Napoli tempo fa. E’ quello che facciamo nella vita, sono più o meno ispirati a noi stessi”.
“Lui è un professionista dal look rockettaro – ribatte il regista -, tutta la visione di Neri con me è come un sogno, un po' caricata, più carica della realtà. Nonostante sia la mia prima regia è stato tutto fatto al secondo, questo porta una serie di stress, se c’è un piccolo intoppo devi girare la scena successiva. Ho preso due ruoli ed ero un po' in ansia, ma si riusciva sempre a trovare un’alternativa per risolvere la cosa. Recitare e poi rivedersi è diverso dal fare solo il regista, perché sono compiti e ruoli diversi. La scena che mi ha divertito di più è quella di Sabrina e Giobbe (Covatta) in chiesa, un’intera giornata, dedicata a loro. Ma durante le riprese (5 settimane ma ci volevano 7) tutto diventa faticoso”. “Mi sono affidato pienamente – riprende Marcorè -, per gag e improvvisazione, uno si mette in proprio e propone”.
“Non so se esiste un signore che dorme in piedi e ad occhi aperti nell'albergo (interpretato da suo padre Antonio, icona del teatro napoletano ndr.), con questa sorta di magia, che ha sviluppato questa tecnica di sorridere quando dorme. Mio padre ha un sorriso chiarissimo, ma anche perché non mi piaceva affaticarlo troppo. Un ruolo che diventa quasi insignificante per un attore. Ma per lui, uno dei più bravi della sua generazione, non c'era il ruolo adatto né il momento giusto”. “Ho avuto la fortuna di incontrare persone di talento, valide – continua a proposito dei camei -, poi è nata un’amicizia. Sono stai tutti molto carini e disponibili, ho fatto un giro di telefonate, e alcuni nemmeno hanno letto la sceneggiatura e hanno detto subito sì, al contrario di quello che si dice in genere, ‘gli amici non li trovi nel momento in cui ti servono’, io invece li ho trovato tutti”. “Personalmente l’ho scritto divertendomi, una scena surreale, un’altra scena mai girata, una citazione quando mi portava a vedere i luoghi dove avrei potuto abitare (da vari film horror). Mi è piaciuto fare scene divertente attraverso film importante (da ‘Blade Runner’ a Sergio Leone), ma non mi sono ispirato a nulla, probabilmente per ignoranza. Tu non decidi cosa vuoi fare, ma quello che ti piace; puoi prendere da qualcuno, approfittare di qualcosa di brutto fatto qualcun altro”. “Napoli è meravigliosa – dice la Madè -, abbiamo girato a Posillipo, San Gregorio, Spaccanapoli, ma lui (Casagrande ndr.) è un mito, tutti lo adorano, non può girare in strada”.
“Lui è una superstar – ribatte Impacciatore -, mandavo giro fare complimenti. “Ho scoperto come girare un film, quando lessi una frase di Kubrick in cui diceva che ‘fare un film è la parte noiosa del montaggio, che è la parte più importante’, allora l’avevo trovato offensivo per l’attore. Io poi sono stato vicino fino all’ultimo giorno del mix audio, che è di grande qualità come piace a me, un mondo affascinante che non conoscevo. Tanti film ma non lo segui, ogni volta nuovo, meglio, molto affascinante. Altre storia non faccio, c'è una sceneggiatura già scritta, vedremo se piace, se il film avrà successo può piacere, ne vorrei fare un altro”. “Ovviamente dipende dalle storie – conclude Marcoré -, ma mi sono trovato sempre bene. Io sono stato solo due giorni a Napoli, ma l’ho visto imbarazzato perché facevano più complimenti a noi che a lui. Eduardo e Alessandro (Tartaglia) sono produttori a modo”. “Credo che il film sia il risultato di tanto lavoro intorno – aggiunge Casagrande -, hai un mondo alle spalle, la professionalità della parte tecnica è straordinaria come la produzione. Avevo la sceneggiatura nel cassetto da qualche anno, poi ho conosciuto i Tartaglia per ‘La valigia dei sogni’, e ho capito che hanno la voglia e la capacità di fare delle cose, e spendevano i soldi che avevano, ma non tutte le produzioni spendono i soldi a disposizione”.
“I Tartaglia sono gentiluomini – chiosa la Impacciatori -, ci facevano trovare i fiori in camera. Maurizio ha scritto un film, una ciurma su una nave pirata, e l’ha condotto egregiamente. Basta che ci sia il 10 per certo del sapore che c'era mentre giravamo. E’ uno di quei film in cui la troupe tecnica ha avuto una partecipazione eccezionale, emotiva, calda. Ho amato in Maurizio la grazia, la leggerezza nel condurre la nave col sorriso sulle labbra, anche nei momenti più difficile. E si sente, avere 80 persone dietro le quinte è fondamentale per gli attori”. “E’ costato poco più di un milione di euro – afferma Alessandro Tartaglia - diviso tra Medusa e il sostegno del MiBac. Un'operazione del genere ha bisogno di una campagna sul territorio nazionale, per essere più presente. Medusa – che lo distribuisce in sala dal 21 settembre in 180 copie -, per un’opera prima, ha investito tantissimo nel lancio e crede in prodotti di questo genere. L’anteprima napoletana, sarà lo stesso giorno dell’uscita, al Med Metropolitan.
Nel cast anche Francesco Procopio (Procopio), Roberto Calabrese (Ugo), Paola Lavini (Ines) e i camei di Vincenzo Salemme (agente immobiliare), Maurizio Mattioli (Savino), Biagio Izzo (energumeno), Giobbe Covatta (prete), Alena Seredova (contessa), Stefano Sarcinelli (direttore Albergo), Pino Insegno (avvocato) e Simona Marchini (signora ammazzamariti). José de Arcangelo

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