sabato 29 settembre 2012

"Elles" ovvero la prostituzione di giovani studentesse da un punto di vista diverso

Su un tema non nuovo, anzi antico ma con variazione contemporanee di scottante attualità, la regista polacca Malgoska Szumowska, con la co-sceneggiatrice Tine Byrckel, firma un doppio ritratto femminile di provocante sensualità e una riflessione inquietante, certo, secondo i punti di vista. E il suo punto di vista è, naturalmente, nettamente femminile. Affermata giornalista di un periodico femminile, Ann (la sempre efficace e ancora affascinante Juliette Binoche), vive con la sua famiglia in una bella casa parigina.
Indagando per un’inchiesta sulla prostituzione tra le giovani studentesse, incontra Alicja (la polacca Joanna Kulig) e Charlotte (la francese Anais Demoustier, già interprete per Guédiguian e Miller). Le ragazze sono in realtà molto orgogliose di praticare ‘il mestiere più antico del mondo’ e felici dell’indipendenza economica che ne ricavano. Ma gli incontri tra la giornalista e le due studentesse-prostitute sono tanto profondi quanto destabilizzanti, al punto da indurla a mettere in discussione ogni sua certezza e a interrogarsi sulle sue più intime convinzioni riguardanti la famiglia, il sesso e il denaro.
“Volevamo trattare l’argomento dal punto di vista femminile – dichiara l’autrice -. Una giornalista, una donna che gode di una condizione sociale invidiabile, che interroga due studentesse. Due ragazze, che per finanziare i propri studi universitari e per salire i gradini della scala sociale, si prostituiscono. I clienti di queste ragazze sono spesso i mariti annoiati di donne come lei. L’inchiesta cambierà completamente il punto di vista e i desideri della giornalista. Volevamo esplorare questi desideri da entrambi i lati, senza giudicarli”.
Infatti, se il film – presentato nella sezione Panorama della 62a. Berlinale e distribuito ora Officine Ubu - funziona e coinvolge è proprio per questo, perché tema e situazioni vengono affrontati senza falsi moralismi né pregiudizi, senza critica né autocritica. Anche perché le autrici prima di iniziare la lavorazione – durata tre anni – hanno chiesto alla documentarista Hélèn de Crécy di intervistare le ragazze che, rimasta affascinata dalle loro storie, ne ha poi tratto il documentario ‘Escort’. “Abbiamo trovato giovani donne – dice la Byrckel - molto più orgogliose e disinvolte di quanto immaginassimo. Un altro mondo rispetto a quello descritto dai media, dove vengono raccontate solo storie di giovani abusate e maltrattate… Tutte queste cose che vogliono le donne, in linea con il consumismo sfrenato di oggi, sono simboleggiate nelle riviste femminili. Le donne che abbiamo incontrato, vogliono tutto e lo vogliono subito. Sono come in preda ad una sorta di febbre materiale”.
“Un’altra sorpresa è stata incontrare ragazze di appena vent’anni – riprende la regista - che sapevano di sesso molto più delle donne adulte. Abbiamo iniziato a capire che il film non poteva riguardare solo gli aspetti sociali, ma che la questione era molto più ampia. Volevamo raccontare l’intimità femminile”. E ci sono riuscite in pieno, perché la pellicola indaga tra pubblico e privato, intimità ed esteriorità, sentimenti e passione, amore e desiderio, segreti e verità; rivelando l’ambiguità dell’eros e dell’esistenza. Perché si sa, nemmeno la verità è uguale per tutti. Nel cast anche Louis-Do de Lencquesaing (Patrick), la non dimenticata Krystyna Janda (madre di Alicja), protagonista di “L’uomo di marmo” e “L’uomo di ferro” di Andrzej Wajda e “Mephisto” di Istvan Szabò; Andrzej Chyra (cliente sadico), Ali Marhyar (Said) e Jean-Marie Binoche (padre di Anne, e della stessa Juliette, nella vita reale). José de Arcangelo

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