venerdì 5 ottobre 2012
"Un sapore di ruggine e ossa", per una travolgente e intensa storia d'amore
Il nuovo dramma di Jacques Audiard, in concorso all’ultimo festival di Cannes – ma nonostante fosse tra i favoriti alla fine non ha vinto niente, diviso fra “Amour” e “Reality” -, non delude chi ama le storie di quotidiana disperazione e umana sofferenza esistenziale, affrontate con sobrietà ma senza freddezza.
Infatti, chi conosce l’autore di “Sulle mie labbra”, “Tutti i battiti del mio cuore” e “Il profeta” sa bene che le sue storie sono sempre di straziante attualità, su personaggi che si ritrovano ad affrontare dolore e delusione; in questo modo quella che potrebbe essere una banale storia d’amore, in “De rouille et dos” (titolo
originale), diventa cronaca dell’incontro tra due solitudini, tra due essere incapaci di andare avanti da soli, che ritrovano la forza e il coraggio di farlo ‘spingendosi e sostenendosi’ (anche letteralmente) a vicenda.
Una grande prova di attori per i già affermati Marion Cotillard, ormai adottata da Hollywood, e il belga Matthias Schoenaerts, protagonista del candidato all’Oscar per il miglior film straniero “Rundskop – Bullhead”, rimasto inedito in Italia. I due si ritroveranno nel cast di “Blood Ties”, debutto americano di Guillaume Canet regista.
Scritto dallo stesso sceneggiatore/regista – come l’illustre genitore Michel - con Thomas Bidegain, e ispirato all’omonima raccolta di racconti dello scrittore americano Craig Davidson, il film narra di Alì (Schoenaerts), un pugile immigrato che si ritrova costretto ad accudire il figlio e a partecipare a incontri clandestini per sopravvivere; e di Stephanie (Cotillard), un’addestratrice di orche assassine che, a causa di un tragico e imprevedibile incidente, perde le gambe. I due si incontrano, uniscono le loro disgrazie prima attraverso i loro corpi poi pian piano intrecciano le loro anime. E fra tanto squallore e miseria, dolore e disperazione è l’amore la salvezza, anzi la vera – credibile – speranza di sopravvivenza in questo nostro mondo contemporaneo.
Tanto attento a sentimenti ed emozioni, quanto all’ambientazione e alle immagini, Audiard non eccede mai, recuperando il mélo classico e trasformandolo in una tragedia contemporanea, se volete inquietante e disturbante, ma pur sempre toccante e coinvolgente. Ed offrendoci momenti di rara bellezza, non solo visiva, ma soprattutto emotiva. Il titolo si riferisce alla ‘ruggine’ dell’anima e alle ossa (non saldate, ferite non cicatrizzate) del corpo, appunto.
Nel cast anche Armand Verdure (Sam), Céline Sallette (Louise), Corinne Masiero (Anna), Bouli Lanners (Martial), visto in “Eldorado”; Mourad Frarema (Foued), fra gli interpreti del “Profeta”; e Jean-Michel Correia (Richard).
Le musiche sono del fedele e pluripremiato Alexandre Desplat (4 nomination all’Oscar, da “The Queen” al “Discorso del re”) che si fondono meravigliosamente con immagini, situazioni e personaggi. Il regista, però, si appella anche alla star pop Katy Perry e usa la canzone ‘Fireworks” per caricare una delle scene più belle riservate all’intensa protagonista.
José de Arcangelo
4 stelle su 5
Nelle sale dal 4 ottobre distribuito da Bim
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