mercoledì 31 ottobre 2012
L'agente 007 al Servizio di Sua Maestà compie 50 anni ma non li dimostra in "Skyfall"
Il James Bond cinematografico ha compiuto cinquant'anni, ma non li dimostra. Infatti, sono i diversi attori che si sono susseguiti ad interpretarlo sul grande schermo che invecchiano al posto suo. Arrivato al 23° episodio della serie, è il terzo per Daniel
Craig che, infatti, si rivela un po' sciuppato e invecchiato, nonostante l'età sia quella dei suoi illustri predecessori, tanto che il primo, mitico, Sean Connery in "007 Licenza di uccidere" (Dr. No) era allora ultratrentenne e portava già il celebre toupet. Inoltre, negli anni Sessanta, ne giravano un episodio dopo l'altro, proprio quelli con Connery, mentre ora ci vogliono sempre più di tre anni di lavorazione.
E l'ennesima, nuova, avventura della saga più longeva della storia del cinema mondiale non poteva che essere un omaggio all'intera serie, offrendo allo spettatore affezionato, forse, più ironia che azione, che comunque non manca e, soprattutto, nell'esplosivo (digitale) finale.
Stavolta, il caro vecchio Bond deve mettere alla prova la sua lealtà verso M (Judi Dench), perseguitata letteralmente dai fantasmi del passato. Tocca, infatti, all'agente 007 al Servizio di Sua Maestà scoprire e sconfiggere chi la minaccia e mette a repentaglio l'intera rete internazionale dei servizi segreti britannici.
Quando l'ultimo incarico del più famoso agente segreto del mondo si conclude tragicamente e il 'nemico' di turno - finita la guerra fredda non più spie e nazioni, come afferma M, ma individui, persone - rende pubblica l'identità di cinque agenti sotto copertura e minaccia di svelarne altrettanti ogni settimana, l'MI6 viene attaccato in piena Londra, costringendo M a cambiare la sede dell'agenzia. Fatti che portano il nuovo direttore dell'Intelligence and Security Committee, Mallory (la new entry Ralph Fiennes) a contestare la sua posizione.
L'MI6 è, quindi, minacciato sia dall'esterno che dall'interno e M ha un unico, fedele alleato su cui contare, Bond, aiutato da un agente sul campo, Eve (Naomie Harris), ed è incaricato di rintracciare il misterioso e letale rivale (Javier Bardem), di cui non conosce ancora la vera identità né le motivazioni.
Una gustosa avventura - sceneggiata dagli specialisti Neal Purvis & Robert Wade, responsabili delle precedenti puntate e stavolta coadiuvati da John Logan, tre nomination agli Oscar -, soprattutto per i 'vecchi' fan della saga, più che per i giovanissimi, perché tra citazioni e riferimenti (vengono ricordati o tirati fuori congegni delle precedenti missioni e persino la vecchia cara Aston Martin DB5), e c'è una bella dose di humour inglese doc. Però ci sono situazioni e sequenze che involontariamente (o forse girate addirittura contemporaneamente, ignari l'un dell'altro) che ricordano altre pellicole del genere, come l'inseguimento sui tetti e nel Grand Bazaar di Istanbul ("Taken") o nei tunnel della metropolitana ("Mission: Impossible" in primis), per non parlare del classico duello sul tetto del treno (nel prologo), tra gallerie e ponti, che viene addirittura da molto lontano, dal western del cinema muto.
Comunque, Sam Mendes - non dimenticato regista premio Oscar di "American Beauty" - rivela qui tutta la sua passione e ammirazione per la saga e per il personaggio ricordando i vecchi tempi e mettendolo a confronto con l'attualità e le nuove tecnologie del XXI secolo. Anche la colonna sonora di Thomas Newman rielabora (quasi) tutti i celebri temi della serie, da "Agente 007 Missione Goldfinger" a "Agente 007 Thunderball (Operazione tuono)", e oltre; così come il 'clip' che precede il film fa rivivere le vecchie 'operazioni', le sequenze più famose e tutti i suoi protagonisti, inclusi l'anonimo George Lazenby e lo sbiadito Timothy Dalton.
Non mancano, ovviamente, le belle donne, tra protagoniste e comparse, oltre la seducente Harris, dalla bellezza esotica e 'casalinga' al tempo stesso, c'è la franco-cambogiana Bérénice Marlohe (Severine, come la protagonista di "Belle de Jour" di Luis Bunuel), Helen McCrory (Clair Dowar MP), Elize Du Toit (assistente di M) e Tonia Sotiropoulou (amante casuale del 'deluso' Bond). Nemmeno le location esotiche, e oltre la Turchia, abbiamo la nuova Shanghai, tutta grattacieli e luci, per finire nella Scozia, precisamente a Glencoe, da dove lo stesso Fleming sosteneva provenisse il genitore di James Bond.
Nel cast, oltre al perfido e vendicativo Silva, il sorprendente "angelo della morte" di Bardem, anche il grande Albert Finney (Kincade), Ben Whishaw (il nuovo e giovanissimo Q), Rory Kinnear (Tanner) e il nordico Ola Rapace (Patrice), da "Together" a "Beyond".
José de Arcangelo
3 stelle su 5
Nelle sale dal 31 ottobre distribuito da Warner Bros. Pictures Italia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento