venerdì 23 novembre 2012
Anche i poliziotti di LA girano con telecamere digitali in "End of Watch - Tolleranza zero"
Le nuove tecnologie e i reality show hanno ormai invaso ogni campo, non ultimo il cinema, tanto che i film di genere vengono spesso girati con telecamere digitali in mano, come accade in gran parte anche in questo noir contemporaneo, diretto dallo sceneggiatore/produttore David Ayer, noto per aver scritto “Training Day” e “Fast & Furious”, e passato alla regia con il duro e crudo “Harsh Times - I giorni dell’odio”.
Anche questo nuovo film è ambientato nelle sordide strade di Los Angeles, dove l’autore ha vissuto la sua adolescenza, e racconta nel modo più realisticamente possibile la storia dei poliziotti della ‘città degli angeli’, aprendo una finestra su un mondo che raramente si vede: quello delle forze dell’ordine viste dall’interno, con tutta la sua dura realtà e la sua compassione. Il tutto esaltato dalle riprese fatte dallo stesso agente Taylor, ovvero dal punto di vista dei poliziotti, o dei membri delle gang, oppure dalle telecamere di sorveglianza, e dei cittadini intrappolati nella linea di tiro.
I giovani agenti Brian Taylor (Jake Gyllenhaal) e Mike Zavala (Michael Peña, dal piccolo al grande schermo e ritorno) hanno giurato di ‘servire e proteggere’ e, per portare a termine questa missione giorno per giorno, hanno creato un forte sodalizio, in modo di essere certi di tornare a casa sani e salvi alla fine del turno di servizio. L’unica certezza per i due poliziotti, infatti, è che non esistono garanzie di tornare vivi a casa quando pattugliano le strade di South Central.
Tra corse e luci blu, sirene e azioni impreviste tra i due partner, che trascorrono gran parte della giornata in macchina aspettando la prossima chiamata della centrale, si instaura una grande intesa che permette loro di agire come se fossero un’unica forza. Tanto che quei pochi appuntamenti sociali li frequentano insieme, e i momenti di relax cercano di passarli in compagnia delle loro compagne, Mike con la moglie, Brian con la fidanzata. Però comunque, la tragedia è sempre in agguato.
“Quando un poliziotto finisce il suo turno – dice Ayer – ha con sé un registro, dove scrive alcune annotazioni: Codice sei, ho fermato un tizio, ho trattenuto un sospetto… L’ultima cosa che i poliziotti scrivono è ‘EOW’, e poi annotano l’ora. Gli agenti più anziani vi diranno che c’è una cosa che si deve fare a ogni turno, e questa cosa è scrivere iniziali EOW – end of watch (fine del turno), e poi si va a casa. Se non si va a casa si chiama comunque End of Watch”.
Quindi un dramma anche duro e crudele che però parla di amicizia e coraggio, amore e onore, anche se non riesce a evitare qualche luogo comune, nonostante fotografi una Los Angeles non proprio inedita, ma comunque diversa attraverso i vicoli più bui e violenti.
Nel cast, capeggiato dall’ottima e affiatata coppia Gyllenhaal-Peña, anche America Ferrera (agente Orozco), Anna Kendrick (Janet, la ragazza di Taylor), Natalie Martinez (la bellissima moglie di Zavala), Cody Horn (agente Davis) e Frank Grillo (Sarge).
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 22 novembre distribuito da Videa-Cde
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