venerdì 30 novembre 2012

"Ci vediamo a casa" sempre che riusciamo a trovarla: 3 coppie una commedia

Gradevole ritorno di Maurizio Ponzi, se non cercate originalità e ritmi frenetici, ma piuttosto una commedia agro-dolce intorno al tema di giovani coppie e casa da trovare, in una Roma se non inedita diversa. Un film sui giovani della porta accanto nella società di oggi, fra lavori precari o che decenni fa avrebbero persino rifiutato, e futuri incerti.
Infatti, il regista dei migliori film di Francesco Nuti (da "Io chiara e lo scuro" al passaggio alla regia dell'attore), narra tre storie che iniziano e finiscono per intrecciarsi, sceneggiate con Giancarlo De Cataldo, Piero Spilla e Stefano Tummolini. Una pellicola corale che in fondo ricorda certo 'neorealismo rosa' fine anni Cinquanta, ovviamente aggiornato e corretto, dove il tocco sobrio e gentile di Ponzi evita gli eccessi e la volgarità di certo cinema cosiddetto 'popolare'. Più che ridere si sorride, perché si tratta di una commedia dolce-amara che anziché commuovere, incuriosisce e se non si pretende più di quello che promette può anche piacere. Ovvio, se cercate il capolavoro non lo troverete nemmeno in giro, ma se vi accontentate di un lavoro garbato e dignitoso non vi annoierete.
Una madre 'figlia dei fiori' incallita (Giuliana De Sio, un po' feticcio del regista), apparentemente aperta e comprensibile, nega al figlio Enzo (Nicolas Vaporidis), corista in chiesa, spazi di libertà, tanto che preferisce affittare 'in nero' l'appartamento sovrastante ad un gruppo di extracomunitari anziché cederlo al figlio ventenne, penalizzando il rapporto col suo compagno poliziotto, Andrea (Primo Reggiani). La casa è anche il sogno impossibile dell'innamorata coppia che vorrebbe sposarsi, lui (Edoardo Leo) appena scarcerato, lei (Ambra Angiolini), bibliotecaria impegnata in un centro sociale frequentato anche dal pensionato e cardiopatico Giulio (Antonello Fassari). E quando l'anziano, dopo un infarto, avrà bisogno di cure si faranno avanti come conviventi/badanti affezionati con un occhio sull'appartamento. I giovani benestanti romani Stefano (Giulio Forges Davanzati) e Gaia (Myriam Catania) si conoscono quasi per caso, visto che lui è il figlio del proprietario del centro sportivo e lei la figlia di un funzionario che ci va ogni giorno per giocare a tennis. Loro non hanno certo il problema della casa, ognuno ha la sua eppure bella, ma quando il padre di lei finisce in carcere per corruzione sarà lui a recuperare dal sequestro giudiziario il loft appena messo su da lei.
Piccoli drammi quotidiani tra sentimenti e desideri, indecisioni e rancori, litigi e noia esistenziale. E, alla fine, si ritroveranno tutti in chiesa per motivi/probelemi diversi che però verranno risolti in modo positivo, almeno per il momento... Tanto si sa nella vita può succedere di tutto. La fotografia è firmata da Maurizio Calvesi mentre la chiusura è affidata al brano omonimo di Dolcenera. José de Arcangelo (2 stelle su 5) Nelle sale dal 29 novembre distribuito da Microcinema

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