mercoledì 5 dicembre 2012

Un thriller d'azione mozzafiato sull'eterna lotta tra uomo e natura per la sopravvivenza in "The Grey" di Joe Carnahan con Liam Neeson

Il nuovo lavoro del regista di "Narc" e "Smokin' Aces", Joe Carnahan, con Liam Neeson protagonista - che ha accettato appena letto il copione - è in bilico fra dramma esistenziale e thriller, avventura d'azione e di dura sopravvivenza, horror e film psicologico. Un riuscito mix ispirato al racconto "Ghost Walker" di Ian Mackenzie
Jeffers, e da lui stesso sceneggiato col regista (che ci ha lavorato su per cinque anni). "The Grey" narra la tragica vicenda di un gruppo di uomini, lavoratori di una raffineria in una zona sperduta dell'Alaska, che, mentre stanno tornando a casa in aereo, precipitano nella regione più selvaggia del paese. I superstiti, guidati da John Ottway, tiratore scelto assunto dalla compagnia per proteggere gli operai da ogni tipo di bestie selvatiche, dovranno affrontare non solo le ferite mortali, le condizioni climatiche impossibili, ma anche un pericoloso branco di lupi selvatici che dà loro la caccia. Gli otto sopravvissuti si dirigono verso sud, cercando di raggiungere la civiltà, ma resta loro pochissimo tempo per sfuggire al gelo e soprattutto a quel branco di lupi misteriosi, quasi mistici, preistorici per forma e ferocia. E man mano che avanzano uno ad uno cederà al tragico destino...
Un viaggio che riporta lo spettatore a riflettere sul classico conflitto tra uomo e natura (matrigna), argomento non nuovo nel cinema - basta ricordare "Nanuk l'eschimese', targato 1922 -, ma rielaborato e rivisto alla luce del terzo millennio, in quanto a linguaggio cinematografico ed effetti speciali digitali e misti. Anche se, secondo noi, la rappresentazione dei lupi in digitale non hanno la stessa forza e la credibilità di quelli veri (in live action) e/o 'meccanici' di una volta. "Se non avessimo rappresentato i lupi nel modo giusto - dice, infatti, il produttore Jules Daly -, il film non avrebbe avuto forza". E Carnahan, che ha preferito impiegare la CGI in modo intelligente, come ausilio ad altri sistemi, quali giganteschi pupazzi meccanici e veri animali ammaestrati, voleva qualcosa di più misterioso e di ispirazione fantasy. "Volevo qualcosa di realistico ma - dichiara -, allo stesso tempo, volevo che i lupi fossero più grosse del normale". A noi è sembrato troppo, ma comunque in gran parte raggiungono l'obiettivo, quello di presentarli come creature quasi preistoriche disposte ad uccidere per difendere il loro territorio e non solo per cibarsi. "La combinazione è stata la strada giusta - conclude Daly -. L'utilizzo di una sola tecnica avrebbe probabilmente funzionato comunque, ma insieme il risultato è stato migliore".
E l'attore Dallas Roberts spiega, "Abbiamo usato dei pupazzi incredibili, in grado di muoversi, sanguinare e ringhiare in modo realistico. E' un elemento positivo perché non abbiamo usato soltanto immagini al computer, con schermi verdi e palline di ping-pong. Invece, c'era un lupo vero che respirava pesantemente a pochi centimetri dalla mia faccia". E sui lupi, gli ambientalisti sostengono che non attaccano mai gli umani, e che le creature del film sono differenti dalle bestie nella vita reale. Ma Carnahan ribatte: "Sebbene apprezzi profondamente l'idea che i lupi non attacchino le persone, rimangono comunque animali selvatici e parte della natura. Non ho mai cercato di rappresentare i lupi come pericolosi assassini. Tuttavia, vivono alla stato brado e proteggono ciò che è loro".
Inoltre, si tratta di un solido dramma, in bilico tra tensione e suspense mozzafiato, che però affronta non solo il tema della sopravvivenza in condizioni estreme. Infatti, è sempre il regista a confermarlo: "Volevo qualcosa che avesse un significato più profondo, che mettesse in discussione la natura, la vita, Dio. I lupi fanno parte di tutto ciò. Sono onniscienti e potenti come i fiumi o le bufere di neve. Volevo mostrare questi uomini come intrusi, in uno scontro tra uomo e natura. Il film è incentrato sulle vicende di questi uomini e sul loro viaggio. Ma volevo anche che fosse qualcosa di più di un interessante ma prevedibile film d'azione". In un ottanta per cento ci è riuscito, facendoci partecipi della dura e cruda lotta dei protagonisti, anche perché attori e troupe - su un remoto set in montagna a Smithers, un piccolo paese di 5500 abitanti nella British Columbia, in Canada, a circa 12 ore di macchina a nord di Vancouver - hanno dovuto affrontare venti impetuosi sul pendio delle montagne, immersi nella neve, in balìa dei capricci della natura.
Ottimo l'eterogeo cast, volutamente in gran parte sconosciuto al grande pubblico, da Dermot Mulroney a Frank Grillo, da Joe Anderson a Dallas Roberts, da Nonso Anozie a James Badge Dale. "The Grey" è prodotto dalla Scott Free (dei fratelli Tony e Ridley Scott) e Chambara Pictures in associazione con Inferno, LD Entertainment e 1984 Private Defense Contractors. E dopo i titoli di coda c'è qualche 'secondo' in più da vedere per chi vuole risolvere il 'rebus'. Ma forse non ci riuscirà nemmeno. José de Arcangelo (2 1/2 stelle su 5) Nelle sale dal 5 dicembre distribuito da Koch Media

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