mercoledì 7 novembre 2012
"Il sole dentro" e un pallone per salvare l'infanzia in Africa, ma non solo
Un dramma ispirato alla realtà per mettere l’accento su una situazione che tutti conosciamo, ma che spesso dimentichiamo o facciamo finta di non vedere, anche perché chi dovrebbe farlo o quanto meno cercare di risolverla al posto nostro - perché nostro rappresentante - si nasconde dietro un muro di indifferenza.
“Il sole dentro” di Paolo Bianchini – già regista di film di genere, nella ‘lista’ di Tarantino e oggi impegnato come ambasciatore dell’Unicef - racconta due storie: una vera e l’altra inventata, ma sempre ispirata a vicende reali. La storia vera è quella del lungo viaggio di Yaguine (Mohamed Lamine Keita) e Fodè (Mohamed Toumany Sylla), due adolescenti guineani che nel 1999 hanno scritto a nome di tutti i ragazzi africani una lettera indirizzata “Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa”, una richiesta di aiuto – scuole, cibo, cure – e, intenzionati a portarla personalmente a Bruxelles, si nascondono nel vano del carrello di un aereo. Ma il loro viaggio si concluse tragicamente: quando l’airbus 300 della Sabena concluse il suo lungo volo, un tecnico scoprì abbracciati i corpi assiderati di Yaguine e Fodè.
L’altra storia incrociata, quella dove l’incubo può trasformarsi in sogno, narra un viaggio in senso contrario, dall’Europa all’Africa, avvenuto dieci anni dopo, intrapreso da altri due adolescenti ed un pallone da calcio. Thabo (Fallou Kama) e
Rocco (Gaetano Fresa), uno africano e l’altro italiano, vittime del mercato di bambini calciatori, dal quale riescono a fuggire. Un vero e proprio sfruttamento in cui i ragazzi vengono spesso levati dalle famiglie, ‘usati e gettati’ quando non servono più. I due ragazzi giocando con un pallone, dopo essere traghettati a Tunisi, attraversano l’Africa a piedi, percorrendo in senso opposto uno dei tanti ‘sentieri delle scarpe’ tracciati in anni da migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dalle carestie e dalle guerre. Il loro viaggio è ricco di insidie e ostacoli ma anche di incontri ed esperienze straordinarie che li cambieranno per sempre. E, come accade raramente nella realtà e spesso nei sogni, la loro odissea si conclude felicemente.
Quindi il film, patrocinato anche dalla Figc e dalla Comunità di Sant’Egidio e distribuito da Medusa dal 15 novembre in 150 copie, è importante in quanto a impegno e contenuto, tanto che Bianchini stesso confessa: “Non ho puntato all'estetica cinematografica, anzi ho voluto fare un passo indietro, raccontando frammenti di storie vere che si ritrovano in entrambi i bambini protagonisti. La sorpresa inaspettata è stata che Medusa abbia deciso di distribuire il film nei cinema".
Tra gli attori coinvolti Angela Finocchiaro, anche lei ambasciatrice Unicef in Tanzania, nel famigerato Mister ‘Pasta e fagioli’ del film, che dichiara: “Paolo ha saputo comunicarci una grande motivazione. Lui è restato sempre legato al film, che in realtà è parte di un percorso molto più ampio e complesso: questo coinvolgimento ti fa sentire anche l'aria intorno, perché senti di essere parte di qualcosa di più grande.”
“Mi ha detto che ha sempre pensato a me per questo film – prosegue - che vuole raccontare l’amore e l’umanità ma alla luce di una presa di coscienza che deve spingerci a pensare che non si corre per essere primi o secondi o terzi ma per vivere tutti insieme. Per me fa parte di un percorso iniziato tempo fa”.
”Anche per me la motivazione è venuta da Paolo - afferma Diego Bianchi nella parte del console Attilio -. Non mi ci sentivo molto in questa parte, perché non sono mai stato attore di cinema. Però mi ci sono buttato, perché la causa era giusta e meritava, al limite, anche la (mia) figuraccia. E alla fine mi sono divertito.”
“E’ uno di quei registi che sapevano creare cose incredibili con pochissimi soldi – ribatte Francesco Salvi che è il bizzarro Padre X -. Si è ‘ritirato’ dal cinema nel periodo in cui il cinema italiano è calato, sia qualitativamente che quantitativamente, e si è dato alla pubblicità. Solo successivamente si è rimesso a fare film, e poi è stato 'scoperto' dalla Rai.”
Infatti “Il sole dentro” è prodotto da Alveare Cinema in collaborazione con Rai Cinema e realizzato in collaborazione con Sky Cinema e Mediaset Premium.
“Alla proposta di Paolo non ho potuto dire di no - scherza ‘l’autista’ del bus dei calciatori Giobbe Covatta -, gli ho chiesto quante pose avrei fatto, e lui mi ha detto ‘una sola, nel pomeriggio’. Gli ho chiesto se mi avrebbero pagato molto, e lui ha risposto che non avrei preso nemmeno un euro. Allora non potevo proprio rifiutare!"
Ma la presentazione/incontro è stato aperta dalla lettura di alcune lettere rivolte da adolescenti di tutt’Italia e del mondo – da parte di altri coetanei - all'attuale Parlamento Europeo: un'iniziativa, promossa da Alveare Cinema e Poste Italiane, che punta a tener vivo il ricordo dei giovani Yaguine e Fodè, e a creare una cinghia di trasmissione tra le istanze dell'infanzia, in particolare nei paesi in cui queste sono trascurate, e le istituzioni internazionali. Ed è proseguita con la presenza di Gianni Rivera che ha consegnato un pallone con tanto di complimenti al giovanissimo protagonista Gaetano Fresa – nato veramente a Bari vecchia, davanti alla casa di Cassano e calciatore in erba, diventato attore per caso e per forza.
José de Arcangelo
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