giovedì 15 novembre 2012
Un coinvolgente viaggio nel profondo dell'ignoto e della 'conoscenza' nel mockumentary "Vitriol" di Francesco Afro De Falco
“Vitriol” ovvero l’acronimo usato nella letteratura alchemica per designare un viaggio verso il cuore della Terra per raggiungere la conoscenza, oppure l’ignoto profondo. Ora è il titolo di un curioso mockumentary che fonde ricerca storica ed esoterismo, documentario e thriller, scienza e paranormale un po' come alcuni 'fenomeni' dei botteghini americani che hanno conquistato anche la rete in tutto il mondo, da "The Blair Witch Project" in poi. E, in quanto a realizzazione e resa tecnico-visiva, la pellicola (ormai solo di nome perché è digitale) di Francesco Afro De Falco, non ha niente da invidiare a questi prodotti, spesso sgangherati e poco fluidi, anzi, e non è nemmeno priva di suggestioni ed incognite.
Certo, è pur sempre un film indipendente, realizzato da un troupe under 30, prodotto da Salvatore Mignano, che però ha una sua dignità e una certa cura dei particolari e degli ambienti, tra Portici e Torre Annunziata, Ercolano e Napoli.
Sceneggiata da Giovanni Mazzitelli, a partire dalle ricerche personali (vere e profonde, anche da parte del regista) sulla Napoli esoterica del principe di Sansevero, l’opera prima racconta le inquietanti vicende della venticinquenne laureanda in architettura - presso l'università Federico II di Napoli -, Lola Verdis (Roberta Astuti). La sua tesi consiste nel documentare tramite una telecamera le correlazioni che sussistono tra costruzioni e simbologia massonica presente negli palazzi partenopei del periodo borbonico. E trova aiuto e sostegno prima nel compagno di università Davide (Yuri Napoli), poi di una medium.
Però il ritrovamento di un misterioso oggetto – che sembra interessi ossessivamente molti - la porterà ad una susseguirsi di scoperte a catena su un antico ordine esoterico la cui cultura è occultata da tempo, l'Ordine Osirideo Egizio...
Arricchito da spezzoni di filmati dal vero su sedute spiritiche e alcune testimonianze, ovviamente rese anonime come nelle inchieste tivù, il film riesce comunque a coinvolgere e incuriosire il pubblico su alcune tematiche come l'esoterismo e l'alchimia, ormai se non dimenticate del tutto quanto meno 'sotterrate' nella totale indifferenza. Infatti, si tratta di temi e personaggi che spesso il cinema americano (e non solo) prendono in prestito dalla nostra storia e dalla nostra cultura, magari distorcendo nomi e significati o riproponendoli in una chiave sbagliata o addirittura scambiandoli (vedi la saga del “Codice Da Vinci”).
E il regista conferma: "Una sprone offerta dal dato oggettivo che tali informazioni di valore storico così importante fossero, se non messe al bando, quasi occultate da un dato parziale che ha sempre osteggiato costumi e culture su cui si basa la formazione storica del capoluogo campano. Napoli come culla delle cerimonie e di riti d'un tempo vicino che ha visto scemare l'attenzione della sua gente per queste tipologie di esercizi solo nell'ultimo secolo del secondo millennio".
Quindi uno spettacolo non solo per studiosi e specialisti, ma per chi voglia fare un viaggio tra realtà e finzione, sogno e incubo.
Nel cast anche Gabriella Cerino (Emma), Stefano Jotti (il professore) e Leonardo Bilardi (Manuel). La fotografia è firmata da Luca Cestari, il montaggio dallo stesso regista e Alessio Perisano, i costumi da Mary Samele, le scenografie da Flaviano Barbarisi e le musiche da Claudio Luongo.
José de Arcangelo
Nelle sale dal 15 novembre distribuito da SMC - Salvatore Mignano Communication in 35 copie (nel circuito The Space Cinemas)
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