venerdì 11 gennaio 2013
"A Royal Weekend" raccontato dall'amica del Presidente Roosevelt, ovvero Bill Murray
Il titolo italiano non tragga in inganno perché, se la prima visita ufficiale dei regnanti inglesi in terra americana è sì parte importante della vicenda, non è proprio il centro assoluto centro, però è comunque quella più ‘gustosa’ del film, oltre alla tradizionale, accuratissima, ‘cornice old british’, tocco e regia di Roger Michell, grazie anche all’ottimo cast.
Infatti, il titolo originale “Hyde Park on Hudson” indica il luogo – omonimo del parco londinese - in cui si trova la tenuta dei Roosevelt (un sempre bravo Bill Murray), situata proprio nella parte settentrionale dello stato di New York e dove il Presidente decise di ospitare nel giugno 1939 il balbuziente re Giorgio (bravissimo Samuel West, nel ruolo che fu di Colin Firth ne “Il discorso del re”) e l’indignata Elizabeth (inappuntabile Olivia Colman), approdati per chiedere ‘aiuto’ all’ex colonia per affrontare l’imminente guerra ormai scatenata dalla Germania nazzista.
La vicenda è però vista (e narrata) attraverso lo sguardo dell’ingenua Daisy (una sempre perfetta Laura Linney), cugina di quinto grado ed amica intima di Franklin Delano Roosevelt, che proprio allora scoprirà di non essere l’unica ‘amica’ del Presidente. Infatti, la storia è ispirata alle lettere e ai diari della stessa Daisy Suckley, venuti alla luce dopo la sua morte all’età di cent’anni, e parte e si conclude attraverso i momenti da lei vissuti. Certo, lei è stata testimone privilegiata e silenziosa – quasi un pezzo di mobilio come afferma lei stessa - dell’evento storico.
E la sceneggiatura del drammaturgo Richard Nelson – che ha vissuto proprio a Rhinebeck, città natale della vera protagonista e da lei conosciuta - fonde pubblico e, soprattutto, privato della vita del celebre Presidente statunitense, l’uomo del New Deal, e della sua corte femminile, di cui facevano parte la severa madre, Mrs. Roosevelt (Elizabeth Wilson, non dimenticata ‘mamma’ nel vecchio caro “Piccoli omicidi” di Alan Arkin), la moglie Eleanor (Olivia Williams) e la segretaria Missy (Elizabeth Marvel).
Insomma, più un dramma melanconico che una commedia drammatica, anche quando ci sono situazioni e momenti divertenti, soprattutto per quel che riguarda i reali alle prese con dei borghesi, anzi ‘plebei’, americani che li costringono persino a partecipare ad un picnic e a mangiare i popolari hot dog, ‘Frankfurter’ nientemeno. Oppure l’incontro tra il giovane ‘Bertie’ e il vecchio FDR che rivela le sue umane debolezze (la polio l’aveva costretto all’invalidità) incoraggiando e consigliando l’altro quasi come un saggio padre.
Il regista Roger Michell – “Persuasione”, “Notting Hill” e “The Mother” i suoi film più riusciti e famosi -, anche di produttore, stavolta non sorprende con impennate e colpi di scena, ma si affida soprattutto al lavoro degli attori, concentrandosi soprattutto sui misteri dell’amore e dell’amicizia, sui rapporti umani, trascurando un po’ quelli col potere e la politica.
Nella pellicola recitano anche la veterana Eleanor Bron (la zia di Daisy), Martin McDougall (Tommy), Samantha Dakin (la cameriera Mary), Nancy Baldwin (Mrs. Astor) e Andrew Havill (Cameron).
L’ottima ambientazione è firmata dal direttore della fotografia Lol Crawley, dallo scenografo Simon Bowles e dalla costumista Dinah Collin, mentre il trucco è di Morag Ross e le acconciature di Norma Webb.
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 10 gennaio distribuito da Bim
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