giovedì 10 gennaio 2013
Catapultati negli anni di piombo da una telefonata alla "Scoperta dell'alba"
Presentata in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Prospettive Italia, l’opera seconda dell’autrice di “Cosmonauta”, Susanna Nicchiarelli, è stata accolta tiepidamente da critica e pubblico, perché in parte delude le aspettative. Soprattutto perché nella pellicola - adattamento del romanzo omonimo di Walter Veltroni firmato dalla regista stessa con Michele Pellegrini -, lo sguardo della Nicchiarelli (anche interprete), sembra quasi distaccato, a tratti malinconico però mai appassionato veramente alla storia raccontata.
Certo, il film ricostruisce una parte del nostro non troppo lontano passato, proprio i famigerati anni di piombo, filtrati attraverso una vicenda familiare e con uno stratagemma, se vogliamo, da racconto fantascientifico. Atmosfere e ambientazione, ovviamente anni Ottanta, infatti, vengono non solo rievocate e ricostruite con cura, ma anche con lusso di particolari, anche quando i continui passaggi dal presente al passato non sono spesso fluidi.
La regista, comunque, evita ogni possibilità di retorica e ogni rischiosa caduta ideologica – tipica del periodo -, però non riesce a coinvolgere completamente lo spettatore più maturo, ovvero la generazione che ha vissuto e ricorda quel periodo in prima persona. Sarà probabilmente dovuto al fatto che ne racconta – e non poteva fare altrimenti – soltanto una parte e una storia (individuale) (ri) vista attraverso lo sguardo e la memoria di una donna di oggi, che era allora solo una bambina, presumibilmente com’era la regista stessa.
Roma, 1982: il professor Mario Tessandori (Lino Guanciale) viene ucciso con sette colpi di pistola da due brigatisti nel cortile dell’università sotto gli occhi di tutti. Muore tra le braccia dell’amico e collega Lucio Astengo. Alcune settimane dopo, lo stesso Astengo scompare nel nulla, tanto da far pensare ad un sequestro finito tragicamente…
Roma, 2011: dopo la morte della madre, Caterina (Margherita Buy) e Barbara Astengo (la stessa Nicchiarelli), che avevano rispettivamente dodici e sei anni quando il padre scomparve, si preparano a vendere la casa al mare di famiglia, ormai abbandonata da anni. Una casa piena di ricordi di un’infanzia bruscamente interrotta, di una famiglia spezzata e mai più ricomposta.
In un angolo, c’è il vecchio telefono ancora attaccato alla presa. Uno di quelli con la rotella, ormai oggetto da museo che fa nostalgia solo a guardarlo: Caterina solleva la cornetta e scopre che dà il segnale di libero. Un fenomeno inspiegabile dato che la linea è staccata da tempo, prova a fare dei numeri ma il telefono resta muto finché, quasi per gioco, le viene in mente di comporre il numero della loro casa di città di trent’anni prima. E stavolta dall’altra parte sente squillare: le risponde una voce da bambina. E’ lei stessa, a dodici anni, una settimana prima della scomparsa del papà. Così la donna scopre di avere una seconda occasione: se non salvare il padre, almeno scoprire la verità…
Infatti, la misteriosa ‘telefonata’ la spingerà a fare delle ricerche, delle vere e proprie ‘indagini’ tra amici e colleghi del padre, testimoni e conoscenti, di ieri e di oggi. Persino ad ‘interrogare’ una ex terrorista in libertà vigilata.
Tra alti e bassi, dalla pellicola viene fuori una sorta di diario intimo di una donna, anzi di una famiglia come tante – ma eccezionalmente diversa - e uno spaccato storico della nostra società – forse gelido - tra passato rimosso, ma non del tutto dimenticato, e verità ancora da scoprire e/o svelare. Purtroppo senza la sana e rigeneratrice ironia di “Cosmonauta”.
Nel cast anche Sergio Rubini (Lorenzo, compagno di Caterina), Renato Carpentieri (il professor Giovanni Tonini), Lina Sastri (l’ex brigatista Marianna Dall’Acqua), Gabriele Spinelli (Giuseppe), e le bambine Sara Fabiano (Caterina piccola) e Anita Cappucci (Barbara piccola).
La fotografia di Gherardo Gossi si rifà a quella del cinema anni Settanta-Ottanta, tanto che per il pubblico di oggi, ormai assuefatto di digitale, potrà sembrare persino ‘brutta e/o invecchiata’. Efficaci e adatta le musiche dei Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo.
José de Arcangelo
Nelle sale dal 10 gennaio distribuito da Fandango in 30 copie
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