venerdì 4 gennaio 2013
Premiato a Cannes e a Pesaro, il toccante dramma di Aida Begic "Buon Anno Sarajevo"
Reduce del premio della sezione Une certain regard al Festival di Cannes, del Premio della Giuria e del Pubblico alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e ora candidata all'Oscar per il miglior film straniero, arriva nelle sale proprio per Capodanno, l'opera seconda di Aida Begic "Djeca", nell'edizione italiana "Buon Anno, Sarajevo", appunto, perché si chiude proprio con i festeggiamenti del nuovo anno.
Se l'opera prima della regista bosniaca, "Neve", affrontava le conseguenze della guerra che ha squarciato l'ex Jugoslavia viste dal punto di vista delle donne superstiti alla ricerca dei propri cari, 'desaparecidos' in chissà quale fossa comune; "Figli" (traduzione letterale del titolo originale) fotografa invece le nuove generazioni, quelle nate e cresciute durante il conflitto, segno che un passato così tragico è difficile da cancellare, o quanto meno da superare, da dimenticare.
Voltare pagina è un'illusione anche per Rahima (Marija Pikic) e per il fratello minore Nedim, cresciuti in orfanotrofio e tormentati dall'incubo del passato (lo spettatore lo rivedrà attraverso i video di repertorio). Lei lavora nella cucina di un ristorante e bada al fratello che frequenta ancora il liceo. Rahima, ex punk convertitasi all'Islam, si muove ancora in un mondo grigio e depresso, tra ingiustizie, violenza e corruzione. Ma la donna non si rassegna né cede, portando avanti con forza la sua sete di giustizia e la sua ribellione mai domata, sostenuta dalla fede e dalla speranza che un futuro migliore possa esistere.
Un dramma intenso e coinvolgente, realistico e commovente, e al tempo stesso sobrio e lucido, sostenuto da ottimi interpreti, tra i quali - oltre alla sorprendente protagonista - Ismir Gaula, Nikola Duricko e Stesa Dukic.
Un'opera che colpisce e conquista prima dal punto di vista cinematografico, poi da quello umano, anche quando non si riesca a capire fino in fondo i retroscena dell'esistenza della giovane protagonista. Infatti, il passato viene evocato, anzi accennato, in qualche dialogo e in rari, ma efficaci, flashback di repertorio (la guerra). Però tocca allo spettatore intuire e capire una tragedia che non possiamo aver dimenticato, anche se sono passati quasi vent'anni.
4 - José de Arcangelo
Nelle sale dal distribuito da Kitchen Film
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