lunedì 21 gennaio 2013

Una commedia corale al femminile per il 'solito idiota' Francesco Mandelli, 'figlio' di Loretta Goggi diretto da Fausto Brizzi in "Pazze di me"

Una commedia degli equivoci intorno ad Andrea, unico maschio in un'ingombrante famiglia di 6 donne e una cagna: la mamma, le tre sorelle, la nonna e la badante rumena. E' il nuovo film di Fausto Brizzi "Pazze di me" - nelle sale da venerdì 24 distribuito da O1 in circa 600 copie - con Francesco Mandelli (Andrea), per la prima volta protagonista assoluto, attorniato da un cast tutto al femminile, o quasi perché i maschi sono solo in ruoli cameo: Loretta Goggi (mamma Vittoria), Chiara Francini (Beatrice), Claudia Zanella (Veronica) Marina Rocco (Federica), le tre sorelle; Lucia Poli (nonna Matilde), Paola Minaccioni (Bogdana, la badante) e poi Valeria Bilello (Giulia) e Margherita Vicario (Roberta), fidanzate più o meno in fuga dell’uomo di casa.
"Volevo tornare alle atmosfere a me care - esordisce Brizzi alla presentazione romana alla Casa del Cinema -, in un certo senso autobiografiche, anche perché tutte le donne che ci lavorano le conosco, e mi sono divertito a fare un lavoro di riverniciatura di Francesco, visto che con ‘Ruggero’ fa qualsiasi cosa, tranne un ragazzo della sua età come è qui. Poi ho chiamato le donne che amo, le interpreti che ho scelto senza ragionamenti di marketing, senza attrici di moda o del momento, ma quelle che mi facevano ridere. Nel caso di Loretta, che nella vita non è come il sergente Hartman del film, perché da sempre la stimo e volevo lavorare con lei. Io mi devo divertire sul set, così ho messo un comico alle prese con sette comiche”. "L'ho scritto al solito con Marco Martani – prosegue - e la scrittrice Federica Bosco, autrice anche del libro omonimo (edito da Mondadori ndr.). Il Sistina? (dove si tiene stasera l'anteprima nazionale ndr.) Perché ci tenevo da sempre a farvi uno spettacolo, un musical e, a questo punto ho deciso di fare almeno un'anteprima".
"Dopo la partecipazione ai film musicarelli - ribatte Loretta Goggi - non ho fatto granché al cinema, perché non ero una Lolita; giravo coi calzettoni, gambe non depilate, tutta imbacuccata. Poi nel 2006 ho girato "Gas" di Melchionna per cui sono stata candidata al Nastro d'Argento e con cui mi hanno strozzato, perché non mi ha chiamato più nessuno. Lui, invece, mi ha chiamato e mi ha proposto una bella cosa, un ruolo adatto all'età, perché nei film precedenti non c’erano. Mi ha detto: 'eri o troppo vecchia o troppo giovane per i ruoli’. L'incontro in un bar romano, ‘così ti racconto delle cose sul film, delle suggestioni, per far capire l'atmosfera’. Ho visto tante cose sue, mi piace come scrive con Martani, il modo in cui dirige, bene, gli attori. I suoi lavori non sono mai volgari, e con lui ho trovato la strada per tornare al cinema e fare una cosa che non rovinasse la sua carriera né la mia".
"Lei si è fidata - confessa il regista, e conferma - manca all’appello Lucia Poli, però è presente il maestro Zambrini (Bruno, autore della colonna sonora, in cd Edizioni Curci ndr.), che faceva le canzoni per Gianni Morandi. Nel film ci sono 'La Bambola' e 'No son degno di te'. Non avevo ruoli maschili, erano tutti cameo, così ho chiamato Fabio Insinna, Luca Argentero, Fabrizio Biggio". E Gioele Dix (Riccardo), Alessandro Tiberi (Maurizio) e Pif (Ludovico il Filosofo), una delle “Iene” televisive. “Più che recitare senza maschera – dice il protagonista uno, il più 'piccolo', dei “Soliti idioti” -, avevo la responsabilità di un ruolo da protagonista, lasciando fuori tutta l'esagerazione e la caricatura, in un ruolo più educato, dovevo sempre ‘fare meno, fare nulla’, come diceva Fausto, oppure ‘ti è partito il sopraciglio’. Quindi dovevo togliere tutte le faccette, ma è stata un’esperienza meravigliosa perché dovevo mandare in gol loro, delle fuoriclasse come loro. Ero al servizio delle donne”.
“Un'altra promessa che avevo fatto a me stesso – aggiunge il regista - era di dare ruoli comici alle donne, anche se c’erano già nei miei film precedenti, il peso era sempre nei ruoli maschili. Questa è una commedia corale davvero al femminile con sei comiche, e ho chiamato quelle che mi divertivano. E’ difficilissimo quando sono più storie (come in ‘Maschi contro femmine’ e viceversa ndr.), più facile quando sono nella stessa vicenda, in realtà volevo far capire che riescono a farci ridere tanto e più dei maschi. Ed è andata benissimo perché dovevo finire in 8 settimane, invece ho finito in 7, perché era un cast a velocità altissima. Il guardiano della misoginia è stata la Bosco. Il protagonista ha un grande amore per le donne, è un fratello che non le capisce ma poi trova il modo di aiutarle. Per me è un atto d'amore perché le amo e mi divertono nella vita, anche quando ‘noi non capiamo quelle reali’. I film che escono a gennaio – dice sull’uscita - fanno più soldi. Di mio uscirei per Natale, anche perché era pronto da novembre”. “Ci è mancato per due film – dichiara sul regista Paolo Del Brocco di Rai Cinema -, anche se lui te lo racconta e te lo fa vedere in anticipo, tanto che non ti serve nemmeno la sceneggiatura. Siamo affezionati per tanti film e successi insieme, e stavolta anche per il debutto con Wildside (la casa di produzione di Brizzi, Martani, e i produttori Lorenzo Mieli e Mario Gianani ndr.) e Monte dei Paschi di Siena (ai sensi delle norme sul Tax Credit ndr.). Brizzi riesce a capire le tendenze, i gusti, credo sia diverso rispetto agli altri, anzi penso che sia riuscito a capire in anticipo i gusti del pubblico. ‘Il principe abusivo’ (di e con Alessandro Siani ndr.) non esisteva ancora, Fausto ha deciso di uscire a gennaio, poteva uscire prima addirittura dei ‘Soliti 2 Idioti’.
“Fausto ti dà lo spazio necessario per esprimerti – aggiunge la Goggi -, abbiamo girato le scene in grande libertà, e quando vuole una certa cosa, semplicemente te la chiede. Non ha l’atteggiamento tipico del regista di cinema, dà sicurezza quando ti dirige, e se lo dice lui va bene così”. “Lascio un master libero alla fine di ogni ciak – ribatte l’autore -, a volte sono perfetti, a volte pronti per ‘Striscia la notizia’. A Loretta abbiamo fatto uno scherzo con una comparsa finta. Sul set ci chiediamo sempre ‘qual è lo scherzo e a chi lo facciamo’, Loretta era predestinata”. “Mi sono divertita molto fin dall'inizio – confessa la Bilello -, dal provino più improvvisato e delirante che abbia mai fatto. Brizzi aveva detto a Francesco 'metti in difficoltà le ragazze durante il provino’, e non potete immaginare cosa ha fatto, credo sia la scena migliore del film. Tanti scherzi per tutte”. “Fausto ha tutto chiaro su come e cosa vuole girare – ribatte Chiara Francini -, se capisci l’atteggiamento e la velocità con cui spiega e conclude la scena tutto va bene. Dà molta libertà, ha grande intuito, è una ‘bestia’ che capisce cosa può portargli dei benefici ed è molto furbo”.
“Ho avuto la fortuna di lavorare con un regista molto bravo – dichiara Claudia Zanella -, perché ha studiato anche recitazione al CSC, dieci anni prima di me, quando veniva fatta insieme a regia. In questo modo ha imparato tutti i metodi della recitazione. Oggi che i corsi sono divisi, lui al contrario di altri sa come dirigerti”. “Ero in classe al CSC con Fausto – ribatte scherzosamente Paola Minaccioni - e poi anche con Claudia, ci siamo anche rotolati col metodo Meyerhold, eravamo ragazzi e lo siamo ancora. Poi io sono la mosca bianca perché attrice di moda e del momento, così pure il sex symbol del film. Perché le comiche devono essere brutte?, possiamo far ridere anche se siamo belle donne. C'eravamo anche menate sul set, ma senza lasciarci nemmeno un segno, non ci siamo neanche spettinate. Per me è stato un anno rumeno che spero finisca, sennò mi danno persino la cittadinanza. In bocca al lupo a tutte noi”. “Margherita (Vicario) l’ho scoperta ad una festa – dice il regista -, una cantautrice che si esibisce in questo modo, e ha un repertorio di teatro-canzone di giorgiogaberiana memoria”. E lei dice che sul set c’era “molto poco stress”. Michela c'era anche nel film precedente, amo molto fare adattamento dialoghi, lavora sul copione finito, Michela trovato diversi, anche se non appare nel film.
“E’ il regista ideale – conferma Mandelli -, sono venuto a casa sua a febbraio e mi ha raccontato tutto il film fino al 90° minuto, non prende sul serio il mestiere, ma il set come un gioco, una partita di cui lui è l’allenatore perfetto e riesce ad ottenere il massimo da tutti noi”. “Gypsy’ (il musical che la vede protagonista dal 15 gennaio al Teatro Nuovo di Milano ndr.) è abbastanza impegnativo – riprende la Goggi -, io sto pensando al cinema e alla recitazione da tempo, ma che ci pensi io non conta molto. Io voglio uscire dalla schiavitù del giovanilismo, sono una donna di spettacolo che fa ridere, canta, recita, mentre il nostro mestiere sta diventando disumano, tutto plastica e botulini. Voglio che questo sia il mio ritorno definitivo e mostrarmi come sono, fare l'attrice, fare il mestiere che amo per tutta la vita, finché avrò la forza. A teatro posso cantare le canzoni che amo, ci sono stati molti album che non hanno voluto, le canzoni d’autore che non ho potuto fare. Ero molto timida e ho approfittato dalle imitazioni, perché qualsiasi faccia, parolaccia, atteggiamento proponi non sei tu, mentre per fare la cantante devi avere il coraggio di spogliarti, e lo devo fare cantando come voglio”. A questo proposito viene fuori che sul set gli è stata donata una Barbie con le sue sembianze.
E, vista la sua esperienza al Festival di Sanremo, non poteva mancare la domanda su Fabio Fazio e C. “Fabio l’ha fatto già due volte – afferma l’attrice -, la sua svolta è quella degli ospiti non solo legati al mondo della canzone, ma dello spettacolo in generale, e questo in un certo senso ha permesso al festival di sopravvivere alla crisi del disco, e lo si guarda con un’aria diversa. E' vero, le sue sono scelte artistiche molto particolari, non sono vip, ma si tratta spesso di un artista che sale sul palcoscenico e fa una performance, come gli Avion Travel. A me non frega niente che non abbiano vinto a Sanremo, ma li vado vedere a teatro. La Littizzetto ha una pulizia intellettuale quasi infantile, i nostri politici anziché preoccuparsi per quello che potrebbe dire Luciana sul palco di Sanremo, dovrebbero preoccuparsi di quello che fanno loro”. Tornando al film ci parla del bambino che interpreta il protagonista da piccolo. “Kevin è molto più che pestifero, anzi una sorta di ricattatore, tanto che un giorno è riuscito a farsi dare ben 12 Bondì Motta. E diceva a Fausto: ‘Se tu giochi un po’ con me, poi giriamo’, e non voleva mai fare un altro ciak. Quando doveva fare la canzoncina di Natale, diceva, ‘se si alzano tutti io non canto’. Ho dovuto convincerlo che ‘la mamma e tutti gli altri, erano dietro la tenda del salotto’ ad ascoltarlo”.
E quando Brizzi gli ha detto: “Basta Kevin”, lui ha detto ‘come non l'ho ancora finita?’ “Sullo schermo è dolcissimo – conclude il regista -, ma visto che è un film per tutti, e c’è una parolaccia usata all'inizio del film, lui mi disse: ‘il signore (è il padre in fuga ndr.) ha detto una parolaccia e io non giro più con lui’. L’abbiamo dovuto rifare e Insinna muto ha fatto solo il labiale”. José de Arcangelo

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