giovedì 21 febbraio 2013

Da una storia vera, una scioccante e cruda docu-fiction di Brillante Mendoza: "Captive"

Presentato con grande successo - in concorso - al 62° Festival di Berlino dell'anno scorso, arriva finalmente nei cinema italiani "Captive" di Brillante Mendoza, uno dei registi filippini più aprezzati e premiati, che ha vinto, tra l'altro, la Palma d'oro a Cannes nel 2009 con "Kinatay", ma in Italia i suoi film si erano visti solo in festival e rassegne. Una storia realmente accaduta ricostruita da regista come un'inquietante docu-fiction, dura e cruda, avvincente e scioccante, tesa e crudele che se non fosse per la presenza di Isabelle Huppert sembrerebbe davvero un documentario, magari girato dagli stessi rapitori/terroristi. Anche perché la grande attrice francese ben si adatta, confondendosi nel 'gruppo' di vittime di un terribile fatto di cronaca, precedente l'11 settembre 2001. Sceneggiato dallo stesso regista con Patrick Bancarel, Boots Agbayani Pastor e Arlyn de la Cruz, la pellicola narra i tragici fatti accaduti nelle Filippine nella primavera del 2001, il rapimento nell'isola di Palawan e altri sequestri ad opera del gruppo Abu Sayyaf (ASG) e organizzazioni separatiste islamiche. In una località balneare dell'isola, venti persone, molte delle quali turisti stranieri, vengono rapite dal gruppo terroristico in lotta per l'indipendenza di un'altra isola, Mindanao. Nel caos del rapimento improvvisato, l'assistente sociale francese Thérèse Bourgoine (Huppert) e la sua collega filippina Soledad (Rustica Carpio), rimangono coinvolte per caso, e portate via insieme ai villeggianti, reale obiettivo del sequestro perché si presumeva che le famiglie benestanti o il governo dei loro paesi avrebbero pagato qualsiasi cifra per salvarli. Inizia così un lunga odissea, durata quasi un anno, tra mare e giungla, una disperata lotta per la sopravvivenza... con ogni mezzo e ad ogni costo. Anche perché col passar del tempo sembra che nessuno, quasi, sia disposto né a trattare né a pagare per i malcapitati. "I rapporti ufficiali variano ma - confessa Mendoza -, nel corso di un anno circa, ci sono stati numerosi raid che hanno portato al rapimento di più di cento persone, tenute prigioniere in vari luoghi a scopo di riscatto. Decine di ostaggi, di soldati e di rapitori sono rimasti uccisi durante quest'immenso calvario". Se le intenzioni dell'autore erano quelle di fare una denuncia e far conoscere al mondo quello che è accaduto nel suo paese, il suo obiettivo è stato pienamente raggiunto perché il film non solo illumina lo spettatore sul fatto che della tragedia delle Torre Gemelle ci siano stati precedenti, siano stati lanciati dei 'segnali', ma che sono stati trascurati o sottovalutati, e infine completamente oscurati, se non addirittura, cancellati da una tragedia ancora più grande, internazionale. "Come regista penso di avere il dovere e la responsabilità - aggiunge, a questo proposito, il regista - di raccontare ciò che accade intorno a me, scegliendo storie che possano portare un messaggio forte in tutto il mondo. Il rapimento nell'isola di Palawan è stato un episodio che all'epoca mi ha profondamente colpito e avrei voluto farne subito un film, tuttavia era una storia che necessitava di importanti approfondimenti". Infatti, la sceneggiatura è frutto di una vera e propria ricerca che l'ha portato sui luoghi dove sono accaduti i fatti, ma anche ad intervistare i sopravvissuti, rapitori, militari, testimoni. In questo modo viene fuori un intenso e immediato docu-dramma che coinvolge e sconvolge, emoziona e commuove, e che esplora - volente o nolente - l'ambiguo rapporto vittima-carnefice che, col passar del tempo e il crescendo di tensione, rischia tragicamente di rovesciarsi, o peggio di esplodere. E ancora una volta ci instiga a riflettere. Nel cast, a noi sconosciuto, anche Kathy Mulville (Sophie Bernstein), Marc Zanetta (John Bernstein), Ronnie Lazaro (Abu Azali), Maria Isabel Lopez (Marianne Agudo Pineda), Angel Aquino (Olive Reyes), Sid Lucero (Abu Mokhif), Raymond Bagatsing (Abu Saiyed), Timothy Mabalot (Hamed) e Mercedes Cabral (Emma Policarpio). José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dal 21 febbraio presentato da Nomad Film Distribution

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