sabato 2 febbraio 2013
"Evil Things - Cose cattivi": l'horror più inquietante corre sul filo della rete, parola di Luca Argentero e Simone Gandolfo
Arriva nelle sale il film indipendente prodotto da Luca Argentero per Inside Productions in associazione con B&E, CFN, Zagir ai sensi, un 'esperimento' nuovo nella realizzazione e, quindi, nella distribuzione. E' "Evil Things - Cose Cattive" di Simone Gandolfo. Un horror naturalmente low budget con Marta Gastini, attrice in ascesa e in rapida crescita, già in "Io e Marilyn" di Leonardo Pieraccioni, "The Rite" di Mikael Hafstrom e, soprattutto, nel "Dracula" di Dario Argento; il 'veterano' Pietro Ragusa, Jennifer Mischiati, Nicola Sorrenti e l'inglese Aaron Reg Moss.
Girato in presa diretta, in versione originale inglese, poi doppiata in italiano (direttrice del doppiaggio Myriam Catania, moglie di Argentero), e con una distribuzione on demand, con partenza l'8 febbraio da Asti (Cinema Ritz) e Imperia, per proseguire il 20 a Milano, il 27 a Genova e man mano nelle altre città che lo richiederanno. Per gli aggiornamenti sulle date di uscita si può consultare il sito http://cosecattive.net nato parallelamente alla produzione come blog, quello stesso che genera le vicende raccontate nel film.
"Abbiamo cercato di applicare le considerazioni fatte sui set frequentati come attori - esordisce Luca Argentero alla presentazione romana alla Casa del Cinema -, ipotizzando un sistema in cui l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziare potesse garantire un risultato tecnico ineccepibile e una qualità del lavoro e della vita sul set superiori a quelle sperimentate su progetti più strutturati economicamente. Anche perché ci è capitato di vedere risorse finanziarie e umane non sfruttate. Ma noi due milioni di euro non li avevamo e non li avremo nemmeno sprecati, così siamo riusciti a fare un film qualitativamente 'uguale' con un ventesimo delle risorse. E Simone e Debora (Alessi, la co-sceneggiatrice ndr.) hanno
fatto una sceneggiatura che aveva i requisiti giusti. La nostra sfida distributiva è sostituire le parole compra-noleggia con cerca-trova. Abbiamo realizzato il film con il sostegno di un gruppo di attori che ha lavorato per quattro settimane in condizioni non tradizionali, con una troupe di tecnici alla prima esperienza come capi mestiere. Siamo stati veramente indipendenti e non abbiamo fatto richiesta di nessun tipo di finanziamento pubblico, né da parte delle Film Commission, né da parte del Ministero, per garantirci una totale indipendenza formale e creativa. Abbiamo usufruito delle norme Tax Credit (art. 1, comma 327, I. 244/2007 e decreto 7.5.2009), l'Interesse culturale (ai sensi dell'art. 1 co. 4 del DM 7 maggio 2009), ed il visto censura VM 14".
"12 novembre 2011. Ore 17. Casa perduta, località Pianche. Una volta imboccato il sentiero sterrato, dopo il quinto tornante sulla destra, prendi la deviazione. Questa pagina si cancellerà automaticamente..." Un messaggio, un blog, quattro ragazzi entrati a far parte di un gioco perverso. Un carnefice, il Master del blog, quattro vittime - nessuna veramente innocente - e un processo in diretta streaming su internet, in cui gli utenti voteranno per la vita o la morte dei protagonisti.
Questa, in sintesi, la vicenda di un horror inquietante - magari non troppo originale - che mette in 'gioco' l'ambiguità dell'essere umano e il fragile equilibrio creatosi tra la realtà fisica e quella virtuale che sempre più spesso illudono, confondono e 'creano dipendenza come l'eroina", soprattutto negli adolescenti.
"Lo stesso blog aperto on line è stato vissuto presumendo fosse reale - dichiara l'attore-produttore - e perciò la polizia postale ci è stata di grande aiuto consigliandoci di rivelare che si trattava di un 'fake' (falso). Anche perché è stata fatta la considerazione che dare un computer ad un adolescente è come dargli una pistola. E ci è venuto subito in mente Youporn e che il 90 per cento dei contenuti del sito/film è già esistente sulla rete, un'esperienza allucinante che loro già vivono. Rendere 'Cose cattive' di pubblico dominio e parte dei contenuti ad hoc".
"Due cose mi hanno colpito - ribatte il regista -, una che internet garantisce fintamente l'anonimato perché la polizia ti rintraccia comunque; e l'altra che l'illusione dell'anonimato porta la gente a tirare fuori il peggio di sé. Poi c'è la 'gioventù feroce' e la generazione Q di cui parla Umberto Galimberti, è l'ultima generazione prima dello smartphone. Quella di oggi che è sempre connessa e questo genera una sorta di scollamento dalla realtà per collegarsi con un'altra realtà. Dopo il successo della serie 'RIS' in cui interpretavo uno dei protagonisti, il mio profilo (scambiato col personaggio ndr.) su facebook è passato da 100 a quasi 5000 amici; è allora che ho scoperto che, nell'era di internet, il concetto di realtà ha
perso la sua definizione ordinaria. Lo scontro tra il mondo fisico e quello virtuale genera un corto circuito che, nel migliore dei casi porta alla solitudine e nel peggiore alla follia. Il personaggio del film Nina decide di mangiarsi la tenia (conosciuto come 'verme solitario' ndr.) perché è vero che sui siti americani viene offerta liberamente come 'ricetta' per dimagrire. La storia che racconta 'Cose cattive' è una delle infinite possibilità generate da questo corto circuito, una storia in cui i personaggi sono quasi reali senza essere veri e le situazioni vere senza essere accadute. Riflette sul tema, parlando il linguaggio dei giovani e del genere di cui si parla".
"Ci sono due tipi di riferimenti - aggiunge - uno drammaturgico ed è 'Saw', l'altro estetico che riguarda soprattutto il look, freddo, di un non luogo che restituisse l'angoscia degli ambienti. Volevamo che la pelle dei protagonisti (soprattutto Nina) avesse il colore della porcellana, a testimoniare della fragilità di una generazione che naviga in un mondo che non fornisce punti di riferimento solidi: il nostro orizzonte estetico è stato sopratutto Enki Bilal e 'Let Me In' (dai film e libro omonimi ndr.)".
"Un'adesione completa al personaggio - afferma Ragusa sul suo ruolo -, in questo caso negativo; è il 'cattivo', ma chi non lo è veramente in questo film. Un attore non si chiede se il personaggio è positivo o negativo, lo prende così com'è. Lo accetta consapevole di essere cattivo, altrimenti smetterebbe di fare il suo mestiere. E' un essere umano, le motivazioni e i concetti sono importanti, ma si lavora, si va in scena, si fa e bisogna lasciare a casa tutto il resto".
"Christian non esce mai di casa - dichiara Nicola Sorrenti -, si incolla alla rete, non è cattivo. La rete per lui è un mondo alternativo, perché non ha una vita piena, è insoddisfatto, ma sulla rete può fare quello che vuole. In fondo è un perdente che si giustifica (nella scena della sedia elettrica) dicendo 'volevo vincere'."
"Ho cercato di non cadere nella caricatura - ribatte Jennifer Mischiati -, anche se Julia è sempre fuori le righe, però non è cattiva. E' stata catapultata in un mondo virtuale dove tutto è possibile. Poi lo capisce e nella sua testa tutto ha un senso: è motivata e giustificata".
Naturalmente Argentero fa un cameo nel finale però non va rivelato, assolutamente. Così come il popolo della rete è interpretato da attori, amici e colleghi del regista e del produttore: Beppe, Ettore, Jun, Andrea e altri che hanno contribuito anche con i 'filmati' dall'estero: da Montecarlo a Istanbul, da New York ad Amsterdam e oltre.
José de Arcangelo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento