mercoledì 6 febbraio 2013
Fabio Volo avvocato rampante sceglie l'amore, quindi la vita, in "Studio illegale" di Umberto Carteni, da libro/blog di Federico Baccomo
Un nuovo film italiano in bilico tra dramma e commedia ora 'd'attualità' ora sentimental-romantica, "Studio illegale" (In amore vince chi inganna) di Umberto Carteni, tratto dal romanzo omonimo di Federico Baccomo - nato da un blog di successo e, in parte, scritto sotto forma di diario -, coprodotto da Warner Bros. Entertainment Italia, IBC Movie, Madeleine e, per la prima volta per il grande schermo, da Publispei, in uscita il 7 febbraio in 340 copie.
Alla sceneggiatura, oltre al regista e all'autore del libro, hanno partecipato Francesco Bruni e Alfredo Covelli, ma forse proprio per la sua origine di ibrido tra sfogo personale (diario più 'giornalistico' che letterario), il film risente di un mancanza di equilibrio e di cadute di tono, mentre trascura la cinica (sana) ironia e la satira feroce che pervadevano certe commedie interpretate negli anni Sessanta dai mattatori Gassman, Sordi e Tognazzi.
"Il personaggio non fa un percorso di consapevolezza - esordisce Fabio Volo -, inizia già con l'occhio disilluso del cinismo verso quel mondo (degli studi legali ndr.), ma non di uno verso l'altro. Andrea si è sempre sacrificato e nemmeno per scelta, ma perché l'ambiente gli chiede la vita, non c'è per lui un altro tipo di relazione al di fuori del lavoro, c'è un click qualsiasi nel suo passato, qualcosa di non raccontato - perdita del padre o della madre, non lo so - e si chiede cos'è la sua esistenza. E visto che il capo gli dice spesso 'dai che ti faccio socio', si trova come i matti dei 100 cancelli che, arrivati al 98°, rinunciano. Però l'amore arriva e cambia la sua visione della vita. Abbiamo molte cose simili, ma meno gravi per quanto riguarda la mia vita professionale perché al centro c'è la sensibilità, mi chiede emotività, sentimenti, emozioni perciò non mi inaridisco, mi dà tutto ciò che è importante per indagare su se stessi. In quanto al mio lavoro, ad un certo punto, si è creato uno spazio per delle cose nuove, e sono arrivate".
"Ci siamo divertiti con Nicola (Nocella, nel ruolo dell'ingenuo di turno ndr.) - afferma Carteni, già autore della riuscita commedia "Diverso da chi?" - per il suo personaggio Tiziano; ci divertiva questo buono che entra nel contesto di un lavoro dove non c'è spazio per lui, e poi scopre che ci vuole del cinismo per far carriera. Ma la sua storia romantica ci fa sperare che anche lui riesca a seguire la strada dei sentimenti".
"Credo che Tiziano sia innamorato di Andrea Campi (Volo) - ribatte Nocella -, è il suo obiettivo, vuole diventare come lui e far parte del team. Essere succube di Andrea, meno del mito di Giuseppe (il capo, sorta di spietato squalo, prevaricatore rampantista ndr.). Credo all'inizio non avesse chiaro il lato oscuro dello studio, ma l'ancoraggio di Marina/Valentina serve a farglielo capire. E quando, alla fine vanno via insieme, riprende la camminata della prima giornata in studio, anche se ha fatto il figo a Dubai. Tiziano si mette addirittura il baffo come Andrea, ma credo sia poco attratto dal lato black del suo lavoro".
"Quando è iniziato tutto il progetto - confessa Baccomo - ho visto il mio sogno realizzato. Mio papà da sempre aveva il mito del film 'Il prigioniero della miniera', che nessuno aveva mai visto. Poi un giorno l'hanno fatto su Raitre, e ci siamo messi in attesa tutti i cinque sul divano, papà e noi fratelli. Dopo un'ora e mezza abbiamo convenuto che era una cacata micidiale, e lui disse: 'lo ricordavo diverso'. Invece, io credo di non dovermi giustificare come mio padre. Con gli sceneggiatori è stato un lavoro bellissimo, anche se ho fatto una gaffe con Fabio dicendogli: 'mi sorprende quanto sei bravo', alché lui ha detto: 'Come?'. Sono contento di com'è andata".
"L'argomento è più anglossasone (la legal comedy ndr.), forse, europeo - riprende il regista -, ed è stato difficile costruire una drammaturgia che nel libro non c'era. Il cinema è sempre fatto di cliché. Con Zoe (Felix, la protagonista femminile ndr.) ci siamo incontrati a Parigi, dove ero andato a vedere una serie di attrici. Appena l'ho vista sono rimasto colpito, è una questione di pancia. Abbiamo lavorato sui mezzi toni e spero di esserci riuscito. Le canzoni le ho scelto io (una vera compilation, da James Brown a Tina Turner ndr.), incluse quelle dell'argentino Maxi Trusso perché oltre che bravo è un vecchio amico che ho anche ospitato due anni in casa, ed è un gran bugiardo".
Certo, stereotipi e cliché fanno parte della vita e del gioco, ma la storia risulta addirittura convenzionale, quando non del tutto banale.
"Il cliché è interessante - conferma la Felix nel ruolo dell'avvocato francese Emilie Chomand -, certi stereotipi hanno la pelle dura, perciò ho tentato di penetrare all'interno cercando di fare un po' di caricatura per poi aggiungere più sfumature".
"C'era un rapporto precedente con Beppe Caschetto (il produttore ndr.) e altri copioni, piacevoli, soddisfacenti come questo. Avevo visto 'Diverso da chi? e mi aveva divertito. Sono felice di aver partecipato a questo insieme di materiale, documentazione, competenza e humour speciale. E' stato molto piacevole lavorarci e con un quasi esordiente sceneggiatore come Covelli".
"Ho fatto sempre tanti lavori diversi - riprende Volo -, e il mio vantaggio è quello di poter scegliere, fin dall'inizio. Sia i programmi televisivi che il cinema, la regola è fare la cosa che mi piace. In questo caso la storia e un regista seduttore di cui in qualche modo uno si innamora, perché ti coinvolge pienamente. Poi la sceneggiatura, il libro, Zoe, Nicola che pensavo di portarlo al mio programma televisivo. Se uno va sulla rete e cerca Fabio Volo - Woody Allen può vedere quanti gradi di separazione ci dividono e il collegamente tra noi è Fantastichini che ha fatto un film con lui. Le mie scelte sono sempre le cose che mi piacciono e poter lavorare contento".
"Conosco uno molto famoso che adora raccontare barzellette - ribatte Ennio Fantastichini che è il capo -, un gaffeur devastante come il mio personaggio, convinto che tutti gli altri ridano. Io rido con molta difficolta in quest'epoca. L'idea della mia irrudicibilità verso la commedia è stata alla fine nella stasi della comedia. Il mio personaggio è uno 'scoreggione', semplice, un po' basic, che quando ha una cosa seria da fare si mette seduto e racconta una barzelletta, utile per comunicare. Non è proprio un cattivo ma uno stronzo perseguitato da se stesso. E quando capisce chi gli aveva rubato i pedali, ho pensato di lasciargli un seme di umanità. E' forte, interessante, non solo per la sua carriera e per il golf, ma per le cose che ha accumulato nella vita. Credo bisogni essere sufficientemente pessimisti per diventare ottimisti, nella vita incontri tanti come lui, e anche se ho pensato a Ghedini, il mio è comunque uno stereotipo immaginario, concreto. E visto lo schieramento parlamentare hai molte possibilità per ispirarti".
"Il caso Depardieu ha aperto un dibattito in Francia - riprende la Felix su cachet e tasse -, il fatto che abbia deciso di vivere in Belgio è una sua libera scelta, ma è da lì che è partita la polemica, tra emozioni e stati animo, ma se deve pagare il 75 per cento di tasse, lo capisco. E' vero che si è aperta un'altra polemica su attori pagati troppo, ma va anche detto che sono pochi quelli che lavorano sempre, e tra le donne pochissime. Di solito io cerco di adeguarmi al budget del film, mi adatto.
Inoltre, è anche vero che ci sono attori di solito pagati più di quello che poi incassa il film. Confesso che non conoscevo Fabio Volo, forse, per questo mi sono trovata molto bene, magari se avessi saputo che qui era star non sarebbe stato tutto così facile. Il nostro è stato un rapporto da pari a pari, tutto è andato benissimo, fantastico. Arrivata in Italia (lei è di origini italiane per parte di madre ndr.) ho capito che è molto famoso, ma non c'è stato nessun problema, il nostro rapporto è stato molto spontaneo, semplice, non ha mai voluto fare la prima donna, molto galante, gentile, delicato, ma non voglio alisciarlo troppo".
"Mi mancano strumenti per raccontarmi - ribatte Volo sulla sua notorietà e sul fatto di venir considerato un tombeur de femmes -, Sono uno sciuppafemmine? Secondo me c'è una contrapposizione tra monogamia e sciuppafemmine o puttaniere. Forse dipende dal fatto che non sono sposato, non ho un figlio, e vengo visto come l'uomo che ama più donne. Il mio personaggio non ha nessun tipo di relazione, ha degli snack sessuali, infatti dopo ogni rapporto casuale lascia un bigliettino, perché il suo lavoro non gli concede tempo né spazio per relazioni. Ma quando prepara lo spazio, le cose arrivano. Forse in questo senso, prima non avevo tempo né l'attenzione né gli strumenti per farlo, al di là della condivisione del momento. Non mi vedo come un fenomeno nemmeno star né misogino".
"Avevo questi miei amici da ragazzino, in provincia - prosegue -, che oggi sono diventati avvocati. Quelli che nelle piccole città si distinguono di più perché vanno in giro sempre in giacca e cravatta, e il Rolex al polso, che camminano buttando i piedi avanti. E ho scoperto che il vestito fa tanto, anche la postura. E' un carattere con cui un attore entra nel personaggio, ho cercato di tirarlo verso di me, visto che in parte mi appartiene. Il cinismo va usato quando serve, ma ad Andrea gli ho dato una visione reale delle cose, quelle che hanno una temperatura più umana. La prima notte con Zoe/Emilie che poi si scopre sono stati abbracciati tutta la notte ne è una prova, questo è calore umano, scippato dal romanticismo. E' una necessità come l'acqua, i mammiferi hanno bisogno del calore, e sono contento di poter tirar fuori queste emozioni. Mi sono ispirato alle cose che ho visto intorno a me, dall'energia vivente del momento all'improvvisazione, perché Carteni dà molta libertà".
"Continuamo complessivamente a lavorare col cinema italiano - conclude Maccanico, presidente Warner Bros. Italia -, è una buona scelta. E' significativo, nonostante la battuta d'arresto del 2012, che questo film possa rappresentare una proposta importante per il pubblico, non deve invece farci perdere la speranza di ripresa. In questo inizio d'anno alcuni film hanno fatto delle performance speciali, mentre in altri periodi non ci erano riusciti. Oltre gli adolescenti, c'è un pubblico medio, maturo, ma è con la generazione di mezzo che è difficile parlare, forse ne parliamo poco o tanto di pirateria, ma bisogna darle il film giusto, in grado di offrire una forte identificazione, speriamo in una svolta in questo senso".
Nel cast anche la partecipazione di Pino Micol nel ruolo di Severino Carugato, Jean-Michel Dupuis (Antoine de Montcorbier), Marina Rocco (Valentina), Ahmed Hafiene (Raschid), Isa Barzizza (zia Emma), Erika Blanc (zia Marta), Luisella Boni (moglie Carugato), Adriano Braidotti (Giovannino) e un cameo dell'autore del libro Federico Baccomo (intellettuale alla festa).
José de Arcangelo
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