venerdì 1 febbraio 2013

Un viaggio nel tempo, tra presente e passato del futuro, per un 'doppio' Bruce Willis

Delude il nuovo viaggio nel tempo scritto e diretto da Rian Johnson con Bruce Willis e il suo doppio giovane Joseph Gordon-Levitt. Una sorta di rivisitazione, aggiornata e corretta, del meno ambizioso "Time Cop - Indagine dal futuro" di Peter Hyams, fatto su misura per un Jean-Claude Van Damme in ascesa, quasi due decenni fa. E, forse, sono troppi i riferimenti consci o inconsci - come si usa dire ultimamente per non ammettere ispirazioni e addirittura scopiazzature - che vanno dall'ormai classico
"Terminator" di James Cameron al vecchio caro "Fury" di Brian De Palma, per non parlare de "L'uomo che fuggì dal futuro" di George Lucas e completato da altri sull'argomento e del filone, realizzati negli ultimi cinquant'anni. Comunque, bella e originale l'idea di partenza che però pian piano cade nel prevedibile e nel già visto, appunto. La storia è ambientata nel 2044, quando non è ancora possibile viaggiare nel tempo, ma da lì a 30 anni (nel 2074) lo diventerà e i gangster ne faranno un business per i loro scopi. Infatti, quando la malavita vuole sbarazzarsi di qualcuno, invia la vittima designata indietro di 30 anni, dove ad attenderlo c'è un 'looper', un killer professionista come il giovane Joe (Joseph Gordon-Levitt amico di vecchia data del regista), assoldato per uccidere il bersaglio di turno.
Joe si arricchisce e può permettersi una bella vita ma, un giorno, dal futuro decidono di 'chiudere il cerchio' e si ritroverà a dover eliminare se stesso, più vecchio di trent'anni (Bruce Willis), e il peggio è che questi si presenta senza il sacco in testa, slegato e pronto a fuggire... E per Joe iniziano i problemi, "lasciar scappare il tuo loop - dice Willis - significa non riuscire a portare a termine il tuo lavoro quando scopri che il bersaglio che ti trovi di fronte sei proprio tu, ma invecchiato. Praticamente hai lasciato sfuggire te stesso. Non succede spesso perché se tutto va come dovrebbe andare, il te stesso del futuro dovrebbe avere la testa coperta, essere legato e imbavagliato, quindi ti troveresti a sparargli senza neanche sapere di chi si tratta. Ma nel film mi presento davanti a Joe a viso scoperto, riesco a spiazzarlo e a fuggire".
Lo stesso effetto ha provato invece l'attore Willis quando si è trovato faccia a faccia col suo alter ego giovane (e in ascesa) Gordon-Levitt, poco somigliante fisicamente e leggermente truccato, ma sorprendente negli atteggiamenti e nella voce. "Bruce è una persona sempre molto misurata - afferma il giovane attore -, quindi è stato interessante vederlo spiazzato quando mi guardava. A un certo punto ha detto: 'Mamma mia, parli proprio come me'. L'ho ringraziato con un certo distacco ma dentro di me facevo i salti di gioia!". Comunque lo spettacolo non manca tra corse, inseguimenti, sparatorie, esplosioni e via dicendo, nella miglior tradizione del genere, anzi del mix di generi. Una buona ambientazione opera del fedele direttore della fotografia Steve Yedlin - ora impegnato nel remake di "Carrie" - e dello scenografo Ed Verreaux, collaboratore di lunga data di Spielberg, che hanno trovato l'atmosfera giusta per un futuro non troppo lontano come voleva l'autore, e così creare un legame fra un mondo di fantascienza e una realtà a noi conosciuta.
Nel cast anche una sprecata Emily Blunt (Sara), da "Il diavolo veste Prada" a "I guardiani del destino" e "Il pescatore di sogni"; Paul Dano (Seth, amico e collega di Joe), da "Little Miss Sunshine" a "Un pefetto gentiluomo" e "Ruby Sparks"; Noah Segan (Kid Blue), Piper Perabo (Suzie), la cinese Summer Qing (moglie di Joe maturo), da "Life on a String" (La vita su un filo) di Chen Kaige a "Crazy" di Lin Zifeng; e un inedito Jeff Daniels (Abe), il non dimenticato protagonista de "La Rosa Purpurea del Cairo", nel ruolo di un boss malavitoso del presente però mandato dal futuro per controllare i looper. José de Arcangelo (2 stelle su 5) Nelle sale dal 31 gennaio distribuito da Buena Vista International

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