sabato 9 febbraio 2013

"Warm Bodies", l'amore nell'era di internet e nei tempi dei morti viventi

Nonostante il titolo, i protagonisti e la storia d'amore adolescenziale "Warm Bodies" di Jonathan Levine non ha nient'altro in comune con la saga di "Twilight", prima perché è ispirato al romanzo - per ora unico - di Isaac Marion (Fazi Editore), nato da un breve racconto di sette pagine pubblicato online col titolo "Sono uno zombie pieno d'amore", e che l'autore, spinto dal consenso ricevuto su internet da parte di un vasto pubblico, ha deciso poi di ampliare fino a farlo diventare il suo romanzo d'esordio. Infatti, non ci sono vampiri né lupi mannari, ma sono gli zombi a diventare protagonisti, disposti persino ad innamorarsi pur di cambiare, di tornare umani al cento per cento, facendo rinascere in sé i sentimenti ed emozioni a costo di mangiare cervelli per ritrovarne la strada del cuore. E dato che nell'era dell'ipercomunicabilità (virtuale) in realtà siamo in una fase di neo-incomunicabilità, libro e film ne diventano una metafora horror, ironica e anziché melensa casomai cattivella e che, soprattutto, non si prende (mai) troppo sul serio. E ci fa riflettere anche su questo fatto, oltre che su pregiuzio e intolleranza, incomprensione e disumanizzazione. Un misterioso virus ha sconvolto la nostra civiltà, trasformando le sue vittime in mostri cannibali, senza ricordi della propria vita passata. L'umanità superstite vive rinchiusa in zone/bunker blindatissimi, ovviamente nel terrore. Ma tutto cambia quando una squadra di umani in ricognizione alla ricerca di cibo si imbatte in un gruppo di zombi affamati a caccia di prede: uno di loro, il giovane R (Nicholas Hoult), viene colpito da Julie (Teresa Palmer), la ragazza di una delle sue recenti vittime e, invece di mangiare anche il suo cervello, decide di salvarla dalla furia dei 'compagni'. Col passare dei giorni, la convivenza con Julie provoca in R cambiamenti fino ada allora impensabili, che lo portano a credere che quel legame possa rappresentare la salvazza per l'umanità e i suoi simili: una salvezza ostacolata però da una parte dai temibili "Ossuti" (zombi irrecuperabili) e dall'altra dall'esercito guidato dal generale Grigio (John Malkovich), padre di Julie. Però, forse, stavolta i Romeo e Giulietta del terzo millennio hanno una chance, anche perché l'amore e la speranza - come gli zombi - non muoiono mai. Infatti, il riferimento per eccellenza - come in tutte le storie di amore tragiche e tormentate - è il sempre verde "Romeo e Giulietta", gli zombi non sono più mostri senza cervello, ma piuttosto giovani (e non), confusi perché non hanno più ricordi tranne qualche sbiadito flashback, tanto che qualcuno, come il protagonista - questa la novità assoluta nel genere - non ricorda del proprio nome che la prima lettera, R. Una commedia horror in raro equilibrio tra romanticismo ed ironia, riflessione e azione, dove il ritmo lento degli zombi viene sostituito con quello quasi frenetico del montaggio in un'ora e mezza di gustoso spettacolo. Una pellicola firmata dall'autore di "50 e 50" con lusso di particolari (e citazioni) e gusto per l'ambientazione post apocalittica non troppo lontana dai nostri giorni. E, volendo, dove il muro che separa gli umani dagli zombi potrebbe essere quello della 'rete', dove abbiamo centinaia - spesso migliaia - di amici con cui comunicare, ma non ne vediamo/incontriamo nemmeno uno. Forse per caso? "Mi sono identificato con il protagonista - afferma il regista -, e il libro che Isaac ha scritto si prestava a diventare un film diretto in modo originale e con uno stile nuovo e aggressivo. Ero emozionato all'idea di poter sperimentare visivamente, e per una storia che aveva anche un personaggio fantastico. E' un'avventura, è una storia d'amore, è in parte una commedia, ma con elementi horror". E lui ci è riuscito a mixare un gustoso cocktail per tutti i palati. Il protagonista è l'ex bambino di "About a Boy", Hoult, passato da Bestia in "X-Men: l'inizio" a zombi in questo film, ancora una volta nel ruolo di una 'creature' vista con orrore e repulsione; mentre l'australiana Palmer, era stata scoperta in "2:37" film indipendente proiettato con successo sia al Festival di Cannes che a Toronto, mentre ora la rivedremo nel nuovo film di Terrence Malick "Knight of Cups". Nel cast anche il giovane in ascesa Dave Franco (Perry, lo sfortunato fidanzato di lei), fratello e collega di James; l'efficace Rod Corddry (M, l'amico maturo), reduce di "Cercasi amore per la fine del mondo"; Analeigh Tipton (Nora, amica di lei), Cory Hardrict (Kevin). José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dal 7 febbraio distribuito da KeyFilms / Lucky Red in 400 copie

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