lunedì 4 marzo 2013
"Ci vuole un gran fisico" per le donne cinquantenni come Angela Finocchiaro
Ancora una commedia al femminile, "Ci vuole un gran fisico" (già "Eva dopo Eva"), che segna il debutto nel lungometraggio della regista Sophie Chiarello, già autrice di cortometraggi e documentari; da un'idea di Angela Finocchiaro, sceneggiata con Valerio Bariletti, Walter Fontana e Pasquale Plastino. Il film, costato 3 milioni e mezzo di euro, più un cospicuo investimento pubblicitario, è prodotto da Medusa e realizzato da Paolo Guerra per Agidi srl, con il sostegno della Torino Piemonte Film Commission in collaborazione con Mediaset Premium e con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema, uscirà nelle sale il 7 marzo in trecento copie distribuito da Medusa, proprio il giorno prima della Festa delle donne.
Argomenti e toni più da commedia americana al femminile degli ultimi anni, su un 'target' non troppo spesso considerato sul grande schermo e, ultimamente, al centro di qualche serial o sitcom, sempre americani: le cinquantenni, divise tra lavoro, famiglia e 'bisogno' di restare giovani.
Infatti, Eva la protagonista, è sempre in bilico tra il lavoro (in un centro di bellezza di una grande magazzino), la famiglia, l'ex marito parassita Gino (Elio delle Storie Tese), la figlia ribelle Francesca (la cantante Antonella Lo Coco, lanciata da X-Factor), l'arzilla madre Lidia (Rosalina Neri), la collega Cinzia (Laura Marinoni), una coetanea per cui il tempo sembra non passare mai, lo spietato e maschilista caporeparto Pagliai (Raul Cremona), il collega Oscar (Jurij Ferrini) che timidamente la corteggia; e ovviamente bollette, mutuo e spesa settimanale. E soprattutto la crisi di mezza età alla vigilia del 50° compleanno.
"La ginnastica faciale la faccio veramente in macchina - esordisce la Finocchiaro alla presentazione romana del film -, si voleva esplorare un territorio nuovo nel nostro cinema, avevo tante cose da raccontare, alcune sono finite da un'altra parte, altre le abbiamo tagliate. Ai 50 anni si esce da una porta, ma si rischia di restare sulla soglia, vale per uomini e donne. Il luogo comune vuole che per noi la menopausa sia una vampata in cui si prende peso; gli uomini, invece, affitano una moto e si mettono con una più giovane. Si è passata una porta ma non si ha il coraggio di aprirne l'altra. Invecchiare non vuole nessuno, ma diventare diversamente giovani non è facile. E' un periodo che vivo anch'io e volevo esplorarlo, - e chiude sulla sceneggiatura - le cose belle sono mie, le brutte sono loro (sceneggiatori maschi ndr.)".
"Non è una generazione così lontana - confessa la regista trentenne, nata in Francia, già assistente di Venier per i film di Aldo, Giovanni & Giacomo -, è vero la guardo con un po' di timore, però qui ho cercato di farlo con uno sguardo leggero, quasi per evitare quello che sta per arrivare. Comunque sono ottimista, e i cinquant'anni li vedo come un traguardo di liberazione, la ricerca di altro".
"Quattro anni fa mi è successo una cosa privata - ribatte il produttore Guerra -, Angela è venuta ad abitare a casa mia, e così mi svegliavo e andavo a dormire con questa sua idea di un film sulle donne, e dopo anni di tormento ho accettato. Lavoriamo insieme da 15 anni e ho affrontato questa proposta con tutta l'anima, il corpo, i denari e con Medusa. Poi, facendo leggere la sceneggiatura ad Aldo (il tassista), Giovanni (l'angelo della menopausa) e Giacomo, loro hanno voluto partecipare al film".
"L'angelo (della menopausa), da quando ho visto 'La vita è meravigliosa', è diventato una figura che mi ha seguito in ogni film - riprende la protagonista -, magari ci voleva qualcuno un po' meglio di Giovanni (Storti) - se volete vi dò il suo numero -, ma al di là di questo credo che il modo di affrontare i cinquant'anni stia proprio nelle relazioni, nel non perdere il contatto con le altre, avere sempre un'adesione ai sentimenti, non chiudersi nella solitudine. Le 50enni di adesso non sono più quelle di prima, ma grazie a loro non c'è un'invisibilità, altrimenti si perderebbe una crescita, e non hanno nessuna intenzione di essere messe da parte. Tanto che alcuni dicono che sono 'donne folli che portano il marito in manicomio'. Certo non esiste un modo perfetto per farlo e non hanno un modello di trasmissione culturale, perché le nostre mamme non lo avevano, bisogna inventarlo. E' estremamente bello, affascinante e doloroso ma - secondo me - meraviglioso".
"Un po' di improvvisazione c'è stata senz'altro - ribatte la Marinoni -, ma il mio ruolo è com'era stato scritto, alternativo a quello di Angela. In teatro ho sempre fatto tragedie e drammi, e qui ho avuto l'opportunità di essere anche me stessa. Il problema dei 50 è che la menopausa assomiglia all'adolescenza perché ci sono ormoni che si muovono, dolori e novità, ma anche la bellezza di fare a meno delle persone e delle cose che non ti interessano più perché finte. Bisogna selezionare, io ho una grande voglia di cambiare, di trovare altre dimensioni; mi sento meglio, meno insicura, e la morte che è un problema che abbiamo tutti. Vi posso assicurare che chi li vive con autoironia, senza ansie di rimanere più giovane, è più se stesso e, quindi, sempre giovane e sexy".
"Avevo quintalate di materiale da mettere ma così rischiavo di soffocare - ribatte la Finocchiaro -, una volta il tabù era il lifting, oggi la vecchiaia, e ci piaceva proprio esplorare un territorio diverso, nuovo, perciò devo ringraziare la testardaggine dei nostri produttori che ce l'hanno concesso".
"Nel film sono una diciottenne ribelle che ama la musica - afferma Antonella Lo Rocco che è la figlia e anche autrice di due canzoni inedite -, e ho avuto l'opportunità di portare la mia musica nel cinema. Angela è la mia mamma nel film ma lo è stata anche i tutti i modi. Lavorarci è stato molto divertente e bello. Un debutto emozionante, anche perché sono all'inizio della mia carriera musicale, in cui esce il mio primo album. Un'esperienza vera che mi è piaciuta e che, magari in futuro, riprenderò".
"Di fatto, il problema è gli uomini invecchiando diventano autorevoli - riprende la protagonista e sceneggiatrice -, noi babbione, non è un caso se in tivù non ci sono mai opinioniste sopra i cinquanta, sembrano sparite. Credo sia un problema culturale, siamo pro-maschi ma volevamo mettere a fuoco quello che nei film normalmente non si vede. Infatti io ormai interpreto sempre la moglie di, la mamma di, la nonna di... Volevo curiosare in modo diverso sul tema".
"Io ho 35 anni e questi problemi non mi riguardano - chiosa Cremona -, la donna a 29 anni comincia a frullare, l'uomo ancora a 60nni è bello. Il mio problema è raro (dice sul personaggio ndr.), alla fine ho problemi con le donne, e succede che faccio la parte stronzo, e mi riesce bene, bisogna essere portati. Un ruolo che ho pagato con tanti di quelli schiaffi, anche da Guerra, un onore dalla Marinoni (nel film l'amante che lo saluta con uno schiaffo, vero ndr.): una pizza che ha fermato tutti, troppo forte, grazie sono entrato nella parte".
"Mia nonna ha 90 anni, è la più potente della famiglia - dice Shi Yang-Shi -, ha determinato la vita di mio padre. Le donne cinesi più anziane sono più potenti diventano. Il mio personaggio è un po' femmina (un commesso gay ndr.), ma i 50 anni credo sia un confine di ambiguità ed energia. Ho conosciuto un imprenditore italiano famosissimo che venderebbe tutti pur di vendere i suoi macchinari per far 'un grande fisico', ma ci vuole una grande anima per rimanere in Italia, dove un 50enne si sente fallito. E per gestire un rapporto non basta il fisico".
"Non abbiamo avuto una discussione sul tema con la nonna o la mamma - ribatte Jacopo Maria Bicocchi, nel ruolo del giovane direttore di banca -, forse in futuro. Credo sia bello che un film possa riuscire a fare scaturire delle domande alle persone che non hanno ancora quell'età, un'occasione per pensarci e riflettere".
"E' un'opera prima un po' 'tardiva' - afferma la regista -, perché vengo da una gavetta abbastanza lunga, in linea col tema. E' stata difficile ma se ci sono riuscita lo devo a Guerra ed Emanuela Rossi, visto che prima avevo fatto un documentario e dei corti. Ci sono state delle difficoltà ma anche grande entusiasmo, sono felice di averlo realizzato superandole".
"E' molto delicato e bello il richiamo del femminismo - aggiunge la Finocchiaro -, perché è un'ombra su quello che accade oggi, dà sostegno alle cose che accadono".
"A me è piaciuta molto la sceneggiatura - dichiara la Marinoni -, perché le cinquantenne in realtà sono il fulcro delle nostre famiglie, per crescere e seguire i figli adolescenti, e il o l'ex marito, ci vuole davvero questo gran fisico".
"Tutti ti vedono come sei veramente non come sei vestita o truccata - condivide la protagonista -, ti amano per quello che sei, non perché cerchi sempre di essere qualcosa di diverso da te. Mettere una bellissima donna vera al centro del film, perché la bellezza è la verità".
"Riprendo una frase di Sharon Stone - prosegue - 'Tra cinque anni mi cadrà il sedere, spero che il cervello rimanga al suo posto'. Sono imbottita di psicofarmaci (scherza), ma ora mi sono roprio liberata, ormai mi diverto e potrebbe dirmi tante cose. La disperazione ci porta spesso a trovare via inconsuete, la vita è un'occasione e bisogna ciucciarla fino alla fine, io lo farò fin che mi riesce, non voglio prendere strade depressive non lontane da me. Voglio farne una questione originale, per mia figlia vorrei che lei avesse il suo particolare senso di bellezza, senza dovere approvare a modi e mode di essere bella, ad aprovare la propria originalità, una personalità che è la bellezza personale, non farsi abbindolare perché è molto più bella di altre. Cerco di sfoderare qualsiasi cosa a suo tempo, ogni tempo ha il suo colore, il suo sapore... e lasciare che faccia il suo corso".
"Ai venti non me immaginavo a cinquant'anni ma che a 40 ero marcita - aggiunge -, viviamo in un'epoca in cui l'apparenza non è anagrafica, in cui si è spostato tutto. Potevo imbarazzarmi davanti al bacio appassionato (con Jurij Ferrini ndr.), ma mi son detta non sarai così deficiente".
"La differenza tra il cinquantenne uomo e donna, è di natura culturale - chiosa Plastino -, dai canoni che ci condizionano. Gli uomini sono più potenti e attraento; le donne invisibili. E' il mondo che continua a dire 'devi essere nei parametri dello sviluppo forsennato dell'estetica', non a caso la protagonista è una che lavora all'interno di una profumeria. E' la cosiddetta 'frocializzazione della società'. La rivoluzione sarebbe se gli uomini invecchiassero male. Le donne si dice a 50 anni sono un vero disasrro, l'uomo maturo".
"Non lo so come sarebbe stato diretto da un maschio - chiude la regista -, io ho sentito moltissimo la problematica, sono entrata in contatto con il personaggio, secondo me diverso; comunque, credo ci sia uno sguardo che vuole bene queste donne, ma non per questo non ama gli uomini, anzi è benevole di amore, forse anche poetico. Guarda uno speciale momento della donna senza dare giudizi, per andare oltre il luogo comune, almeno volevo pormi in modo di guardare con verità. Penso riempia un vuoto nel cinema al femminile, a mio parere, esce dal covo, è nuovo".
"Benni ha scritto delle cose meravigliose al femminile - conclude la Finocchiaro -, Sophie ha colto l'occasione, era giusto che facesse un film suo, magari avrà delle occasioni in più, anch'io sono protagonista, un ruolo che mi riesce sempre più difficile. Volevamo andare verso le quote rosa, anche se lavoro benissimo con gli uomini".
José de Arcangelo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento