mercoledì 6 marzo 2013

"W Zappatore" di Massimiliano Verdesca, una dark comedy musicale premiata a Brooklyn però mai vista dal pubblico italiano

Il nuovo film nel listino Distribuzione Indipendente - dal 15 marzo nelle sale del circuito - è la black comedy musicale "W Zappatore" di Massimiliano Verdesca con lo stesso Marcello Zappatore, chitarrista 'assatanato', Guia Jelo, Monica Nappo e l'ormai mitica 'Sandrocchia' Milo. Un'opera prima originale e particolare, nella forma e nei contenuti, già vincitrice del premio per il miglior film al Brooklyn Film Festival 2011 che ha assegnato alla Milo anche il premio per la Miglior attrice protagonista; evento speciale al 12° Festival del Cinema Europeo di Lecce dello stesso anno, e ora reduce di una calda accoglienza a Pechino. "La mia ispirazione viene soprattutto dal 'Napoleon Dynamite' di Jared Hess - esordisce il regista alla presentazione alla Casa del Cinema, appena sbarcato dall'aereo che da Hong Kong l'ha riportato a Roma -, con lo sguardo da bambino attonito davanti alla realtà magica del cinema, come l'Aki Kaurismaki di 'Leningrad Cowboys' o dei film di Wes Anderson. Infatti, pensavo di proporlo ai fratelli Kaurismaki per il loro Festival in Lapponia, ma non c'è più". "La valle disseminata di croci l'ho scoperta in uno dei viaggi in Lituania, visto che Zappatore si dichiarava parente di Frank Zappa, e il sindaco di Vilnius - che era musicologo - aveva dedicato a lui l'unica sua statua del mondo. E' un santuario all'aria aperta che, durante il comunismo, i russi buttavano a terra e i credenti rimettevano su le croci, è uno spettacolo spettrale in piena campagna, dopo consacrato da Giovanni Paolo II, è un luogo vero come tutte le location del film. E' stato girato quasi tutto a San Cataldo che è la marina di Lecce, d'inverno abitata solo da cani e da qualche persona. Uno scenario che va al di là dell'immagine salentina del nostro cinema, di solito la visione leccese di città. Io andavo al mare lì quando marinavo la scuola. Infatti, quando girai il corto, tutti dicevano mi ricorda l'infanzia, un luogo dove quasi tutto è abusivo, tutto bianco, il fotografo - che ha lavorato sempre con me - concordava perché per noi era difficile staccarsi da questa visione. La scena del dirupo in cui butta i resti della chitarra, invece, l'abbiamo girato a Otranto, in una cava abbandonata: nel film non c'è nulla di falso tranne le stigmate". "Per le attrici c'è stato un casting e ai provini si sono presentate molte attrici famose dell'età del ruolo, persino la protagonista di 'Giovannona coscialunga' (Francesca Romana Coluzzi ndr.), ma ormai portava il bastone e non avrebbe potuto interpretarla, mentre Sandra Milo appena incontrato Zappatore ha cominciato a prenderlo in giro, a chiamarlo Marcellino mio, ed era proprio quello che volevo, anche perché le altre volevano il ruolo della madre e non quello della nonna. Sandra è una persona davvero speciale, di grande intelligenza umana, e ha creato con tutti noi un rapporto familiare, tanto che ci viene a trovare spesso e si sente regolarmente con mia madre". "Il rapporto con Zappatore nasce tanti anni fa perché eravamo compagni di liceo - continua -, così quando MTV nel 2004 mi ha commissionato di ritrarre un personaggio legato al mondo della musica, mi venne in mente lui, chitarrista virtuoso, ma uomo poco affascinante e decisamente silenzioso. Gli ho detto 'vengo a Lecce e facciamo sta cosa', ma dopo aver girato per più di dieci ore, lui non diceva nulla tranne suonare Zappa. Quella zona poi è un bacino in cui potrei girare qualsiasi cosa con lui, perché non è un personaggio attivo, suona non solo metal, ma qualsiasi tipo di musica veolocemente, freneticamente, è un virtuoso, da un'intelligenza estrema, disposto all'autoironia. Ho pensato come si fa a raccontare una storia con un personaggio così inerte, l'unico modo era metterci Dio per scomodarlo nell'azione, e visto che suonava in una band metal, ha funzionato". Ecco la storia, tra realtà e finzione. Marcello Zappatore è un ragazzo di 33 anni che si guadagna da vivere suonando la chitarra elettrica in una band satanica, famosa nella provincia di Lecce. La sua vita viene sconvolta da un fastidioso prurito al costato che si rivela una stigmate. Dono divino o necessità di cambiamento? Questo Marcello non lo sa, ma la stigmate lo costringono ad affrontare un viaggio intimo e personale attraverso due mondi apparentemente incompatibili: quello di Dio e quello del Rock'n'Roll. In questo percorso si trova diviso tra una madre che lo instrada verso l'espiazione in convento, e una nonna gioviale e scatenata che lo incoraggia a non mollare la via del rock. Ma qual è la cosa giusta per Marcello? "L'altro personaggio è un poì il mio 'machete' - prosegue sull'antagonista, anche lui non attore ma musicista -, tutti i personaggi sono così, Elvis è uno che ripara caldaie, mentre Ilario a 40 anni continua a fare il metallaro, e suona con gli altri nella band 'Impero delle ombre', tutti sono come li vedete. Le donne sono attrici, come Monica Nappo che doveva fare la sua ragazza, ma prima non la vedevo come vittima di un uomo così, anche perché Ilario è invece proprio un buono, uno che va spinto, mentre il personaggio è (un cattivo ndr.) come quelli dei western di Leone". "Il mio agente mi ha detto che un giovane regista mi proponeva una storia particolare e io volevo vederlo: ho scoperto un ragazzo bellissimo - ora si è tagliato i capelli che allora aveva lunghi -, particolare, e avvertì in lui una spiritualità profonda. Mi ha fatto fare certe cose che io feci sperando scegliesse me. Poi, la seconda volta, quella dell'incontro con Marcello, decise di prendere me. Ero e sono felicissima perché è stata un'esperienza molto bella, ho conosciuto una Puglia che non immaginavo, non solo la bellezza della regione, ma anche tanta gente che è difficile trovare in città. Quello che fa Elvis, è secco, col nasone, si esibisce con i vestiti fatti dalla moglie, ed il bello è che quando canta, ci crede. Massimiliano ci dimostra come i sogni delle persone possono rendere felici, anche se per poco tempo". "La Sandra ha instaurato un vero rapporto con tutta la troupe - aggiunge il regista -, e, visto che dormiva nel centro storico, tutti mi dicevano ho visto la Milo al bar o in giro per la città." "Mi piace tanto mangiare - ribatte l'attrice -, sua madre cucinava le lassagne sul set, mangiavamo all'aperto, al mare d'inverno, sotto un cielo di un celeste intenso ma non pesante, l'aria fresca e pulita, un mare magnifico. Nella scena in cui fumo lo spinello - in realtà non fumo nemmeno sigarette ma capisco chi lo fa - come faceva proprio freddo abbiamo girato nella cabina". "Lui è un grande - prosegue l'attrice feticcio di Fellini -, a me piaceva il cinema di una volta perché osava, raccontava storie straordinarie, oggi un 'Miracolo a Milano' non viene in mente a nessuno. Lui ha un modo diverso di vedere il mondo, non si preoccupa di piacere o no, porta avanti un'idea, un modo di girare, vedere, raccontare, che se ti lasci prendere dal gioco, ti conquista. Quei musicisti dai capelli lunghi esistono e la gente ci crede, va a vederli e ascoltarli, ai concerti di rock satanista ci vanno E' un altro mondo, vorrei tornare in posti così, anche per una particina piccolissima, in questo mondo che lui vede e scopre ogni volta". E poi parla del fatto che il film è stato invitato a Brooklyn al festival del cinema indipendente, fatto che l'autore non racconta. "Lui va da solo - dichiara la Milo -, vince il premio per il miglior film, ed io come miglior attrice protagonista, tanto che per due settimane a New York, il Times lo consiglia ai suoi lettori". "Sì, il giorno dopo la premiazione mi ha chiamato la distribuzione - confessa il regista -, ci siamo incontrati a colazione e mi hanno detto 'ci interessa il prodotto, firma qua'. L'indomani il mio film è uscito in dvd, forse, anche l'America è un altro mondo, quello del business. Qui invece l'ho mandato a tutti i distributori e, su 20, mi hanno risposto in due negativamente perché non rientrava nel loro catalogo". "Certo c'è gente che è morta anche facendo il primo film - continua -, soprattutto per la difficoltà di avere una distribuzione, per farli uscire non si rischia più, e i ragazzi sono costretti ad autocastrarsi. Cercano di fare il film buono per il mercato, a volte nei primi 10', vedi qualcosa di diverso, nello sguardo, nel taglio, ma poi prende la via degli altri film della casa di produzione: sai che quel film è stato montato allo stesso modo e sai come andrà finire. Io sono stato fortunato, non dovevano rendere conto a nessuno, sono consapevole delle difficoltà. Per me è come un comnpito, per cui prendevo sempre 6 e mezzo, ma era il compito che volevo io; anche qua ci sono magari delle cose naif, alti e bassi, ma è quello che volevo fare e come vada vada. Un film ti prende comunque due anni di vita, e dovresti crederci un po'. Non avevo un produttore rompiscatole, anche quando loro mi dicevano secondo me è meglio così, io dicevo 'no, così è giusto', e almeno per il primo film che faccio, preferisco sia andata così". "Un personaggio finisce per assomigliare all'attore - riprende la Milo -, la nonna mi somiglia nei sogni, è racchiusa in quell'aneddotto che racconta della donna che voleva cantare e il marito gli spaccava la testa ogni volta. Non bisogna lasciarsi intimorire dalle difficoltà. Io vorrei interpretare un personaggio che ho scritto io stessa. La storia di Caino e Abele, in cui Abele è una sorella, partorisce una bambina che assomiglia a loro, e lei felice dice 'è uscito da me', ma ne scaturisce una lite violenta. Caino prende un bastone e le fracassa la testa, e segue un dialogo tra Caino e Dio. Mi piace molto il ruolo di Abele che continua a vivere sempre, e poi mi chiedo perché Dio non punì Caino? Uccide una sua creatura e non lo punisce". "Il ruolo l'ho scritto nel momento in cui lei ha accettato - ribatte il regista -. Ho scritto la sceneggiatura dopo il casting, quello che interpreta il prete (un nano ndr.) è un allevatore di serpenti, socio di mio zio. Quando abbiamo fatto il casting al mare c'era gente di tutti i tipi, ho cominciato le riprese a inizio ottobre, ma ho finito la sceneggiatura ad agosto, prima del casting avevamo solo il soggetto. E' bellissimo lavorare così, Guia recitava le preghiere ed entrata al casting col crocifisso, era lei. Monica con quei occhioni non sembrerà quella che subisce, ma che ne è quasi contenta pensavo, ma è stato il direttore del casting ad insistere, perché l'avevo visto solo in foto e nel film di Soldini. Cercavo una faccia particolare ma siamo entrati subito in confidenza". "Ho scritto un'altra cosa come secondo film - conclude Verdesca -, uno zombie movie sempre per lui (Zappatore ndr.), ma costa un sacco di soldi, così non so se riuscirò a farlo. Questo film è interpretato soprattutto da non attori, con un attore al posto di Marcello non sarebbe esistito. Non c'è mai una scena drammatica veramente, sarebbe comunque freddo distaccato, anche perché io mi imbarazzo a vedere le cose troppo sentimentali, è freddo e così rimane. Lei (Milo ndr.) e gli altri sono filtrati da questo fumetto". Per l'uscita sono previsti 55 schermi - dichiara Giovanni Costantino di Distribuzione Indipendente -, su 1400 schermi non affiliati a noi, per la direzione artistica della sala, perché alcuni non fanno film horror, altri non fanno film indipendenti, ecc. Chi è affiliato a noi deve fare tutti i film del nostro listino, e che escono nella prima settimana, negli altri cinema in quella successiva. Altri come l'Ariston di Trieste hanno teniture più lunghe, tanto che alcuni dei nostri titoli continuano ad essere proiettati anche per un anno. Il rapporto con Pechino è appena iniziato, vi presenteremo altre 6 opere, anche a Los Angeles. Abbiamo un potenziale aggressivo molto importante, dare e puntare su quelle opere che ci sembrano straordinarie nel vero senso della parola, soprattutto per quanto riguarda il cinema italiano. Opere che sono riuscite ad avere importanti riconoscimenti internazionali, ma non sono state prese in considerazione dalle distribuzioni classiche. Distribuzione Indipendente da un anno e mezzo è in vita, e va sempre meglio". Il prossimo film in uscita è il primo titolo straniero: l'inglese "Bomber", scritto e diretto da Paul Cotter, da metà aprile nelle sale. José de Arcangelo

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