mercoledì 20 marzo 2013
Due giovani in cerca del loro sogno in un'Italia truffaldina per "Outing - Fidanzati per sbaglio" di Matteo Vicino con la coppia Vaporidis-Bosca
Una commedia d'attualità che parla di argomenti come finanziamenti pubblici (a giovani coppie), omosessualità vera e finta, truffe e corruzione, giornalismo imbavagliato e libertà di stampa, ma con leggerezza e tante tante buone intenzioni. E' "Outing - fidanzati per sbaglio", opera seconda di Matteo Vicino (ma l'opera prima "Young Europa" attende ancora distribuzione), prodotta da Camaleo e Red Carpet con la sponsorizzazione di Dont'Cry, nelle sale il 28 marzo distribuita da AI Entertainment - in collaborazione con The Whale - in 200 copie.
"Un film dal cast importante - esordisce il produttore Roberto Cipullo - e probabilmente unico nel panorama italiano perché non è prodotto né distribuito da una mayor, ma per cui siamo riusciti a fare un'uscita da Red Carpet. Un segnale da dare non solo alla grande distribuzione, perché crediamo di potercela fare, tanto da giocare la partita insieme a WB, Universal, 01 e Medusa (che lanciano i loro film di Pasqua nella stessa data ndr.). Ci siamo attenuti solo al Tax Credit, visto che il film non ha ricevuto un euro né dallo Stato né dalla Regione Puglia (dove è stato ambientato e girato, tranne una pausa milanese ndr.) né dalla Film Commission, ma con lo sponsor di Don't Cry, nella persona di Paola Barletta, e di Andrea Iervolino (il coproduttore ndr.) che ci ha creduto in tutto e per tutto. Il 27 marzo ci sarà l'anteprima a Bari alla presenza del Presidente della Regione Nichi Vendola, del sindaco e altre autorità. E quando abbiamo presentato il progetto alla Film Commission - chiarisce - hanno detto che bisognava attendere il gradimento della Regione e, forse, per sfiducia e per fretta la richiesta non l'abbiamo più fatta".
"Nel film il governatore decide di fare un bando di concorso per le coppie di fatto - prosegue -, una cosa abbastanza forte, ma comunque un'invenzione che speriamo diventi legge, perché verosimile oltre che giusta. La storia potevamo ambientarla ai tempi di Lombardo in Sicilia, ma non sarebbe stata altrettanto verosimile. Non siamo andati in Puglia per i soldi, ma perché era il terreno d'elezione del film".
"L'argomento di per sé riporta nella vita normale di tutti i giorni - dichiara Massimo Ghini, che è il direttore del giornale 'Puglia Oggi', 'omo nascosto' -, a fare un ragionamento e sono stato affascinato perché Vicino voleva trattarlo in maniera politicamente scorretta, era questo che inizialmente mi ha attratto".
"Non sono politicamente attivo come Massimo - ribatte Nicolas Vaporidis, uno dei due protagonisti, finti gay, nel ruolo di Federico -, faccio polemica sui social network, per non essere sempre accodiscendente, visto che in Italia in quanto a materiale per cui ribellarsi ne abbiamo parecchio. E' una provocazione anche giocare a fare un pugliese al limite di una vita fatta di stenti, uno che decide di cedere al paraculismo italiano di truffare lo Stato, visto che si è costretti. Una parte della nostra generazione è spinta a scendere a compromessi in questo paese, altrimenti non ce la fa. Il talento i giovani protagonisti ce l'hanno, ma ci vuole un aiuto perché la loro piccola grande idea possa nascere in Puglia, e sono costretti a fingere, per non perdere tutto. Nel film, il mio personaggio si compromette perché non ha alternativa, e volevamo mettere in luce quello che devono inventarsi i giovani per arrivarci in un paese che va avanti pensando a come fregare gli altri. Infatti, la maggior parte di noi si muove così; perché bisogna fare i furbi, tanto è l'onesto quello che paga. Ma l'onestà è un valore importante e abbiamo cercato di dimostrarlo ridendo, in un sottotesto - molto sotto sotto - per farvi divertire mettendo in scena una situazione assurda però credibile".
"Il problema dell'Italia poggia sulla meritocrazia - aggiunge Giulia Michelini nel ruolo della combattiva giornalista Carlotta -, persone che hanno studiato, con un bagaglio promettente, non riescono a trovare lavoro, un posto degno. Credo che il film rispecchi una problematica importante in questo paese più che in altri, e attraverso diversi personaggi: chi vale e crede di poter andare avanti, chi fa compromessi e chi no, chi si fa comprare / pagare, chi è determinato e combatte per arrivare al nocciolo della questione".
"Noi facciamo un lavoro ma non è che dobbiamo condividere il destino del personaggio - chiosa Andrea Bosca che è l'amico e partner per sbaglio Riccardo -, infatti, quello che succede in scena è un'altra cosa. Noi dobbiamo provare a fare un'esperienza. E' stato divertente lavorare tutti insieme, disimparare quello che avevo fatto in altri film. La sessualità fa parte della personalità, e loro due in una settimana devono diventare credibili nella 'parte', si improvvisano attori e fanno come faccio anch'io: prendo le prime cose che trovo per essere credibile e le metto tutte isnieme. Dal punto di vista del personaggio abbiamo dovuto trovare i ritmi, i tempi e gli accenti giusti; uno è sempre vissuto in Puglia, l'altro (io) che ad un certo punto è andato a Milano. Ci siamo fatti un sacco di risate girandolo perché parliamo di un paese fatto di tanti paesi; dentro un paese, dentro un gruppo, una comunità, una famiglia. Infatti, se ti prendono in giro è segno che ormai ti hanno accettato. Ci sono situazioni paradossali, assurde, ma se possiamo ridere insieme con qualcuno, non di qualcuno; allora si capisce che non c'è più un'altra parrocchia, tu sei 'del paese'. E poi abbiamo tutti la stessa età (il cast ndr.), ma è stato difficile essere serio con Claudia (Potenza, che interpreta la possessiva e dittatoriale fidanzata Lucia ndr.). Una divertente (non) opera prima che spero che vi diverta. Personalmente, non credo che la soluzione per il nostro paese sia sostituire una lobby con un'altra lobby".
"Il mio sogno è stato il produttore con un'idea sul film su due giovani che si fingono gay, trova uno sponsor e mi dà quattro mesi per scrivere la sceneggiatura. Per me che vengo dall'opera prima 'Young Europe', si trattava di passare ad una commedia spiritosa, una sorta di work in progress insieme agli attori. In questo senso, se Hitchcock non lasciava al caso nemmeno una virgola, per Altman invece, la sceneggiatura era solo una traccia, come stile di lavoro non stiamo in mezzo. Il dramma della commedia è che se fa ridere non interessa al critico e viceversa - è la sua polemica opinione, ovviamente -. Credo che tutti insieme abbiamo fatto un bel lavoro".
"Nel nostro lavoro non c'è niente più difficile della commedia - ribatte Ghini -, l'importante è che sollevi anche qualche pensiero, come in questo caso che ricorda il 19° anniversario della scomparsa di Ilaria Alpi. Il mio personaggio alla fine si convince che bisogna pagare fino in fondo per i propri sbagli. Il clima che ho trovato in questo film è quello di 'buona la prima', perché eravamo tutti allo stesso livello e tutti ne escono bene".
"Il mio è il ruolo della Presidente della regione Puglia, comico a tutto tondo - confessa Mia Benedetta -, una donna arrivata forse per merito, una donna perfetta che lavora e veste bene, ma si innamora dell'unico gay della storia. Mi sono divertita in una parte comica con delle ombre, a lavorare sulle cose che potrebbe arrivare ad anellare, però non si scontra col potere perché lei stessa è una donna di potere, ma con una fragilità che ho cercato di far vedere attraverso il fatto che non riesce a incontrare un uomo".
"Sono il fratello di Federico - dice il piccolo Lorenzo Zurzolo - e questo è il mio secondo film da protagonista. Mi sono divertito un sacco, mentre Nicolas fa di tutto per trovare il suo sogno e per proteggere me. E nel film ce l'abbiamo fatta".
"E' il mio secondo film con Matteo - dichiara Riccardo Leonelli che è Luigi -, la bravura del regista e sceneggiatore è l'aver creato personaggi molto reali, dei cattivi che possiamo trovare per strada, perché lui non ci ricama sopra. Il mio è un po' il personaggio del paraculo che era il fico nelle commedie anni '70, che in qualche modo va giudicato, ma senza mettere dei paletti. Infatti, nessuno è santo o demonio, ma il film ci dice 'attenzione queste cose non andrebbero fatte, bisogna trovare obiettivi positivi'. Inoltre, essendo umbro, spero di non aver fatto la parodia del pugliese".
"Dovevo fare l'idiota vera perché qualcuno l'ha assunta di peso - afferma Camilla Ferranti nel ruolo della raccomandata Maria Luisa -, e ricreare un piccolo specchio dell'Italia, dove la donna forte a volte è penalizzata. La parte di Maria Luisa, capo redattrice non per merito ma imposta, rischiava di diventare una macchietta, perciò dovevo tenerla sul tono della leggerezza, in chiave comica. Una donna non sciocca però mai messa in condizione di sviluppare le sue capacità, finita in un ruolo di potere. Credo sia la parabola giusta".
"Quando mi hanno contattato per il film stavo facendo 'Il vizietto' in teatro - riprende Ghini -, tutto l'anno scorso l'ho passato attraversando questo tipo di personaggi. Anche in 'Uomini uomini uomini' (di Christian De Sica ndr.), avevo avuto modo di interpretare un personaggio simile. Un film che è stato accettato in tutto il mondo ed è diventato un cult di quelli anni (Novanta ndr.), quindi credo di essere credibile nei panni di un omosessuale di cui si potrebbe pensare che non lo sia. Spero di aver fatto un salto in avanti, come quando feci 'La bella vita' di Paolo Virzì. Il personaggio di Jerry Fumo rappresentava uno degli ultimi uomini degli anni '80, uno schifoso senza morale, uno dei meravigliosi stronzi che mi fanno fare e mi stanno a meraviglia, tanto che quando andavo in giro nel '94, tutti i presentatori televisivi mi dicevano 'sei un mito', e io ribattevo 'ma quell'uomo vi doveva fare schifo!' Il film deve portare a ridere non a far parte di una squadra, spero ridendo si ragioni su quello che accade intorno, e che la citazione di Ilaria Alpi, sia recepita come un messaggio contro la violenza".
"Era arrivato il momento della mia carriera, a 31 anni, in cui dovevo fare un grande salto - dice Vaporidis -. Dovevo lavorare sugli accenti e rendermi credibile come pugliese, poi sull'affetto e sull'amicizia, accanto ad un grande protagonista (Ghini ndr.). Un personaggio con cui mi sono divertito, recitando insieme con una bellissima squadra, per raccontare una storia senza offendere nessuno. Un film che, ridendo, racconta tutto quello che abbiamo detto finora come l'obiettivo principe di uno schema, senza pretese autoriali, per farvi sorridere. E attraverso le risate tutte le note sulla lobby che finanzia - o che dovrebbe - i giovani in difficoltà per realizzarsi. Per inseguire i sogni, soprattutto quando 'costano', a volte bisogna intraprendere strade non legali, al limiti della legalità. Infatti per superare condizioni e condizionamenti sei costretto a vendere te stesso, o chi ha idee e talento è costretto ad andare via, a trovare il sogno da un'altra parte, dove merito e talento sono apprezzati. Siamo ciò che facciamo, altrimenti bisogna cambiare completamente vita. E bisogna farlo in modo costruttivo, fare un passo avanti tutti insieme, migliorare le nostre eccellenze, diventare quel gruppo che spinge la carretta".
"E' anche un film sui rapporti di amicizia, tra Federico e Riccardo - afferma Claudia Potenza -, poi su quelli sentimentali, attraverso il mio personaggio di Lucia. Ma il riscatto che mi interessa un po' di più è quello del sud, di solito visto con uno sguardo un po' dall'alto verso il basso, a partire dal linguaggio che devi approcciare. La possibilità di mettere in scena il sud mi riempie il cuore, mi rende felice. Il mio personaggio crea dei buffi problemi, non tratta benissimo il suo ragazzo, ma alla fine crea una possibilità in più, dando un aiuto al compagno".
"Riccardo cerca di riuscire nel mondo della moda - riprende Bosca -, ma i pantaloni li porta la sua ragazza; perché, forse, gli fa comodo lasciar comandare l'altra. Non so se noi giovani siamo il cambiamento, ma dobbiamo esserlo. Questa avventura è già un cambiamento senza rete. Ho avuto la fortuna di aver incontrato il regista prima di questa commedia, quindi, mi ha offerto il ruolo senza provino, accanto ad attori che sono una garanzia. Si potevano creare delle grane e aggiungerne altre, oppure fare il meglio che potevi e con gli altri apportare un cambiamento, trovare un compromesso. Affrontare un lavoro adulto, buttarcisi, perché oltre a prendere il rischio, si può collaborare anche litigando. I personaggi non finiscono mai come iniziano, il rapporto cambia durante il film, e Vicino permette che ci siano delle evoluzioni".
"Annette è una ragazza svagatella, un po' banalotta un po' frivola che mi sono divertita a costruire con Nicolas", conclude Cosetta Turco sul suo personaggio, aspirante fidanzata di Federico.
José de Arcangelo
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