giovedì 21 marzo 2013
"L'amore inatteso" di Dio per ritrovare se stessi, nel film della coppia 'vera' Giafferi-Bizot
Da quindici anni sceneggiatrice di successo per il piccolo schermo, la francese Anne Giafferi ha debuttato nella regia – nel 2010 – con quest’opera prima "L’amore inatteso", tratta dal libro best seller autobiografico del marito Thierry Bizot "Catholique Anonyme" (Cattolico anonimo). Una commedia sentimentale originale, per certi versi psicologica, coinvolgente, senza nessun tentativo di proselitismo, anzi con una certa acida ironia verso atei e scettici, e al tempo stesso verso i ‘credenti anonimi', appunto, vittime entrambi di beffe e pregiudizi.
Infatti, è la stessa sceneggiatrice e regista a confermare le sue intenzioni: “E’ un film che gioca con i cliché o i pregiudizi di cui la Chiesa Cattolica è spesso oggetto. Si ironizza garbatamente sui credenti ma anche su coloro che hanno dei preconcetti nei confronti della religione. In certi ambienti, si può difficilmente dire di uno stesso che è credente – in ogni caso cattolico – senza dare l’impressione di dire di credere a Babbo Natale. E, al contrario, le frasi fatte e perentorie di certi credenti sono insopportabili da sentire per i non credenti”.
E l'autrice è riuscita nel suo tentativo e al tempo stesso a rispolverare il fatto che, qualche volta, si riesce attraverso una ‘fede’ a ritrovare se stessi e a risolvere – o quanto meno a comprendere - i conflitti con gli altri e soprattutto quelli scaturiti in famiglia, proponendolo un argomento serio con leggerezza e senza retorica, ma attraverso l’esperienza vissuta in famiglia tramite il coniuge. Inoltre, a far vedere come certe ‘sedute’ funzionino ancora come le note terapie di gruppo, non solo psicologiche, se vissute in modo diverso, senza retorica – appunto – né preconcetti né imposizioni di sorta.
Antoine (Eric Caravaca, già protagonista di "Pollo alle prugne"), brillante quarantenne sposato con Claire (Arly Jover, vista ne "La cuoca del presidente"), conduce un'agiata esistenza in una Parigi illuminista e intellettuale.
Dopo un incontro con l’insegnante del figlio Arthur (Quentin Grosset), studente modello che improvvisamente ha portato a casa una brutta pagella, viene invitato alla catechesi della parrocchia. Ma, dopo la derisione e lo scetticismo iniziale, per Antoine quegli incontri diventano indispensabili per raggiungere un nuovo equilibrio e una nuova serenità.
La moglie lo segue con uno sguardo attonito e sospettoso, quasi geloso; mentre la sorella Hortense (la brillante Valérie Bonneton, da "Piccole bugie tra amici" a "Un amore di gioventù") è l’unica a non giudicarlo e a incoraggiarlo. E, nonostante la generale disapprovazione, Antoine continua senza enfasi e senza aspettative il suo percorso trovando un amore inatteso: Dio, attraverso la parola di Cristo, ma non solo. Trova la fede e ritrova se stesso in un semplice abbraccio col figlio; riuscendo persino a risolvere il suo eterno rapporto conflittuale col padre (il grande Jean-Luc Bideau) e il fratello minore Alain (Benjamin Biolay).
Ovvio, per apprezzare la pellicola della Giafferi, bisogna lasciare fuori dal cinema luoghi comuni e pregiudizi, e godersi un’esperienza di vita così com’è stata. E, dopo l’arrivo del nuovo Papa, un’occasione in più per riflettere e discutere sul bene e sul male, su rapporti e scambio, su amore e solidarietà, nella religione e fuori.
Nel cast anche Philippe Duquesne (il prete), Araunia Berheim-Dennery (Emilie), Agnés Sourdillon (Solange), Guillaume De Tonquedec (il buon esempio), Amandine Dewasmes (cassiera), Josephine Fresson (cattolica) e Jean-Paul Brissart (il marito cattolico).
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 21 marzo distribuito da Microcinema
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