venerdì 8 marzo 2013

Una squisita commedia 'da mangiare con gli occhi', ovvero "La cuoca del presidente" di Christian Vincent con Catherine Frot

Ispirata alla storia vera della cuoca francese Danièle Delpeuch, ecco una ‘deliziosa’ – dal punto di vista gastronomico, visto l’argomento - commedia francese nata sulla scia della straordinaria vicenda della rinomata cuoca che vive e lavora in provincia, nella sua fattoria-agriturismo, e viene catapultata addirittura all’Eliseo, niente meno che nell’incredibile e imprevisto ruolo di cuoca personale del Presidente, allora François Mitterrand. Una pellicola di grande successo in patria, scritta e diretta Christian Vincent, in bilico tra realtà e finzione, quindi divertente e, al tempo stesso, dal retrogusto amaro, anche quando non approfondisce il disegno dei personaggi, tranne quello della protagonista, interpretata dalla sempre intensa e vivace Catherine Frot - vista e apprezzata nel non dimenticato “Odette Toulemonde - Lezioni di felicità” ma attivissima in patria da trent’anni -, e del suo rapporto col Presidente - interpretato dall’accademico, filosofo, uomo di lettere ed editorialista Jean D’Ormesson -, che è stato veramente amico del presidente francese, legato soprattutto alla tradizione e ai sapori genuini della cucina d’oltralpe, non certo alla ‘nouvelle cuisine’. Sceneggiato dal regista stesso (da “La timida” a “Hotel a cinque stelle”) ed Etienne Comar, il film prende spunto dalla vicenda della Delpeuch che, secondo l’autore stesso, non si tratta di “un grande chef o di un ristoratore, ma di una cuoca, pura e semplice”. E la sceneggiatura mescola sapientemente ricordi divertenti – l’autore l’ha incontrata, ovviamente durante un pranzo da lei -, cose realmente accadute ed elementi inventati di sana pianta, mentre la storia viene raccontata parallelamente in due tempi diversi, ovvero nel presente attraverso lunghi flash back del passato. E così mentre si trova in ‘missione’ gastronomica su un’isola del Polo Sud ‘perseguitata’ da una giornalista australiana, scopriamo la sua storia: la famosa cuoca Hortense Laborie vive nel Périgord, ma un giorno, con sua grande sorpresa, il Presidente della Repubblica la nomina responsabile della sua cucina personale all’Eliseo, incurante del parere degli agguerriti chef della ‘cucina centrale’. Nonostante rivalità e gelosie degli chef che vi operano nel Palazzo, Hortense riesce ad imporsi grazie al suo carattere forte e alla sua indomabile tempra. E la genuinità della sua cucina – “quella della nonna” e orgoglio nazionale - sedurrà in poco tempo il Presidente, ma quello che accade nelle stanze del potere, ovvero nell’odierna ‘corte’, le creerà non pochi problemi, tanto che dopo ben due anni sarà costretta ad abbandonare il campo, pardon la ‘cuisine’ presidenziale, per concedersi un’avventura, sempre gastronomica, in una missione in Antartide (riprese fatte in Islanda), ovviamente tra pentole e fornelli, ma dove anziché rivalità e litigi, troverà affetto, solidarietà ed amicizia, oltre che la riconoscenza di tutti, scienziati, ricercatori e non. Naturalmente l’ingrediente più gustoso della pellicola sono i piatti, veri, realizzati dalla donna - tutti veramente doc - rispettando alla lettera le ricette di una volta con gli ingredienti originali, dalla provenienza e dai ‘sapori’ giusti. Tanto da farci venire l’acquolina in bocca, quindi, se andate al cinema prima di cena non solo vi risveglierà l’appetito, ma anche le papille gustative. Peccato sia stato trascurato il rapporto non solo metaforico, in questo caso, ‘cibo e potere’ Nel cast anche Hippolyte Girardot (David Azoulay), Arthur Dupont (Nicolas Bouvois), Jean-Marc Roulot (Jean-Marc Lucher), Arly Jover (Mary), Brice Fourier (Pascal Lepiq), Joe Sheridan (John), Philippe Uchan (Coche-Dury), Laurent Poitrenaux (Jean-Michel Salomé), Hervé Pierre (Petrières), David Houri (David Epenot) e Nicolas Chupin (Anthony). 2 – José de Arcangelo Nelle sale dal 7 marzo distribuito da Lucky Red

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