mercoledì 3 aprile 2013

"Come un tuono", un dramma in tre 'puntate' su due generazioni e quattro protagonisti

A meno di due mesi dall'opera seconda, "Blue Valentine", approda nei cinema italiani la terza pellicola di Derek Cianfrance, "Come un tuono", da lui sceneggiata con Ben Coccio e Darius Marder. Un dramma che vede coinvolte due generazioni e quattro uomini, giovani e adolescenti, padri e figli. Il film prende spunto da un tema non nuovo e lo affronta con intensità e passione, ma non riesce ad amalgamare le diverse storie, tanto da lasciare nello spettatore la sensazione di aver visto tre film in un unico spettacolo (di ben 140'), anche quando i personaggi e la storia coprono un arco di quindici anni. Sarà perché la vicenda vuole due protagonisti come i giovani in ascesa Ryan Gosling (già nel precedente film del regista) e Bradley Cooper che si incontrano solo una volta sullo schermo, in una specie di staffetta, ma questo fatto nuoce al film. Forse se le loro storie venivano raccontate in parallelo, almeno fino a quel punto, non avrebbe disturbato più di tanto né tantomeno rischiato di sembrare la fine di un 'episodio'. E poi il successivo passaggio all'altra generazione, quella dei figli, se è meno drastico narrativamente, lo è invece temporalmente. E come dice lo stesso Cianfrance, il film "parla di ciò che ereditiamo dal passato, le cose che ci segnano fin dalla nascita e ciò che trasmettiamo a chi viene dopo di noi. Parla delle scelte che facciamo e di come quelle scelte si ripercuotono sulle generazioni successive. E' la classica storia dei peccati dei padri che ricadono sui figli". Come le sue opere precedenti parlano del microcosmo familiare, i fratelli in "Brother Tied", mariti e mogli in "Blue Valentine", genitori e figli qui. Un mitico e ambiguo pilota di moticiclette, Luke (Gosling) si esibisce nello spettacolo ambulante del 'globo della morte', ma poi decide di restare a Schenectady, nello stato di New York, perché ha scoperto che l'ex ragazza, Romina (Eva Mendes), ha partorito di nascosto un figlio suo. Però all'ennesimo tentativo di provvedere alla sua nuova famiglia - anche se la donna ha ormai un nuovo compagno -, Luke commette una serie di rapine in banca grazie alle sue straordinarie capacità di pilota che gli permettono una fuga lampo, anzi 'come un tuono'. La posta in gioco si alza quando decide di sfidare la sorte e si trova ad affrontare un ambizioso ufficiale di polizia, Avery Cross (Cooper), un suo coetaneo deciso a far carriera in un dipartimento di polizia in cui dilaga la corruzione. Quindici anni dopo, riaffiorano i peccati commessi nel passato minacciando la vita di due liceali, i loro figli, costretti ad affrontare una pesante eredità di sangue e violenza. L'unico rifugio sembrerà allora essere quello che in lingua mohawk viene definito come "the Place Beyond the Pines" (titolo originale), ovvero 'il posto al di là del bosco di pini', che è a sua volta il significato del nome della cittadina dove si svolge ed è stato interamente girato il film. Infatti, questa ambientazione è funzionale alla storia perché altrimenti non sarebbe stato possibile l'incontro/scontro tra genitori e poi tra figli, inoltre il regista stesso ammette: "E' un luogo ricco di storia e nel bel mezzo di una difficile transizione economica." Mentre sul nome del posto, aggiunge, "a me è piaciuto molto perché oltre al suo senso letterale, ha anche altri significati metaforici..." Quindi, ci troviamo davanti a un dramma esistenziale, se vogliamo tre in uno, dall'ambientazione realistica, quasi documentaristica, dove realtà e finzione si fondono attraverso rimandi all'attualità e al vissuto quotidiano, al pubblico e al privato, in una sorta di microcosmo che rispecchia il macrocosmo. Nel cast anche gli efficaci e giovanissimi Dane Dehaan (Jason) ed Emory Cohen (AJ), il veterano Ray Liotta (Deluca), che ricorda i tempi e il ruolo di "Quei bravi ragazzi" di Scorsese, e Rose Byrne (Jennifer). José de Arcangelo (2 stelle su 5) Nelle sale dal 4 aprile distribuito da Lucky Red

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