giovedì 11 aprile 2013

Parte una nuova saga thriller letterario-cinematografica, sempre svedese, con "L'ipnotista" di Lasse Hallstrom

Sulla scia dell'enorme successo mondiale di "Millennium", la celebre saga letteraria e cinematografica - il primo film ha avuto anche un remake americano -, approda nelle sale italiane il capostipite di una nuova serie di thriller, sempre svedese, dai romanzi di Lars Kepler (pseudonimo della coppia Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril), incentrati sui casi affrontati dall'ispettore Joona Linna, interpretato dall'attore finlandese, bravo e bilingue, Tobias Zilliacus. Infatti, nel primo capitolo cinematografico "L'ipnotista", appunto, è il coprotagonista della storia, tanto che si prevedono altri otto film, anche se la coppia di scrittori ne hanno pubblicato finora quattro libri. L'ispettore Linna ha un testimone oculare della brutale carneficina di una famiglia nella periferia di Stoccolma, si tratta del figlio adolescente, sopravvissuto per miracolo, ma non può essere interrogato in maniera convenzionale perché in coma. Però anche la figlia maggiore è misteriosamente scomparsa già prima del massacro, e lo sconosciuto sembra deciso a sterminare l'intera famiglia, tanto che l'ispettore teme che la ragazza possa essere rintracciata e diventare la prossima vittima del feroce carnefice. In lotta contro il tempo, Linna riesce a convincere il dottor Erik Maria Bark (il Mikael Persbrandt di "In un mondo migliore" di Susanne Bier), noto come 'L'ipnotista', appunto, a fare un tentativo per allacciare un contatto col ragazzo e farlo parlare sotto ipnosi. E, quasi controvoglia, il medico rompe la sua promessa solenne di non praticare più l'ipnosi, intraprendendo non solo un pericoloso viaggio nei meandri oscuri dell'inconscio, ma scatenando l'ira del misterioso omicida... Un solido thriller psicologico - sceneggiato da Paolo Vacirca con la consulenza di Peter Asmussen - che ricorda le atmosfere, anche se un po' meno raccapriccianti, di "Uomini che odiano le donne" e riserva - soprattutto per tre quarti di film - una buona dose di suspense, tensione e brivido, ingredienti ben misurati grazie ad un ritmo efficace e per la gioia degli appassionati del genere che, forse, troveranno un po' debole, o prevedibile, la conclusione. "E' un thriller incentrato sulla psicologia dei personaggi - aveva dichiarato il regista prima delle riprese - che ha attratto la mia immaginazione più oscura. Ho sempre voluto potermi cimentare con il genere, ma non si sono presentate per me molte opportunità per poterlo fare negli Stati Uniti. Non è quello che la gente si aspetta da me, quindi non sono mai stato veramente considerato per il thriller. Nonostante nel passato io mi sia concentrato su temi più delicati, non mi farò spaventare dagli aspetti violenti di questa storia. Voglio raccontarla in modo reale e onesto, e come sempre voglio essere sicuro che i personaggi prendano vita - le interpretazioni hanno grande importanza per me. E, avendo passato 40 anni a Stoccolma, la conosco piuttosto bene e spero di renderla uno scenario suggestivo per la storia, cercando di prestare attenzione ai particolari e all'atmosfera dell'inverno di Stoccolma. Mi sono sempre interessato alle storie che abbracciano gli aspetti umani della vita e questo film non fa eccezione. Il rapporto dell'ipnotista con la sua famiglia ha una dimensione drammatica che esprime vulnerabilità e passione in un racconto violento". Quindi, chi ama il genere - in bilico tra giallo e dramma psicologico - non verrà deluso, ma nemmeno il pubblico che gradisce uno spettacolo che intriga e coinvolge per due ore senza tempi morti né trascinamenti inutili, perché il film è sorretto dal sicuro mestiere del regista svedese - lanciato dalla nomination all'Oscar per il miglior film straniero con "La mia vita a quattro zampe" -, e sostenuto da un ottimo cast, da un buon disegno dei personaggi, che conosciamo poco a poco nella parte iniziale. Lasse Hallstrom, di ritorno in patria dopo 25 anni di carriera a Hollywood (da "Buon compleanno, Mr. Grape" a "Hachiko - Il tuo migliore amico"), riesce a raccontare le due vicende intrecciate parallelamente e raggiungendo un raro equilibrio narrativo. Infatti, mentre da una parte seguiamo le indagini dell'ispettore, dall'altra entriamo nella tormentata vita familiare dell'ipnotista, nel conflittuale rapporto con la moglie Simone (la bergmaniana Lena Olin, anche lei di ritorno in patria) e dei due genitori col figlioletto malato. Nel cast anche Helena Af Sandeberg (la dottoressa Daniella), Jonatan Bokman (Josef), il piccolo Oscar Pettersson (Benjamin), Eva Melander (Magdalena), Anna Azcarate (Lydia), Johan Hallstrom (Erland), Gorarn Thorell (Stensudn), Jan Waldekranz (Shulman), Emma Mehonic (Evelyn), Tomas Magnusson (Petter) e Nadja Josephson (Aida). La fotografia, volutamente 'fredda e cupa', è firmata dall'esordiente (nel cinema) Mattias Montero, il montaggio dal veterano Thomas Tang, attivo da quarant'anni, e Sebastian Amundsen; le scenografie da Lasse Westfelt, i costumi di Karin Sundvall; le acconciature e il trucco da Jenni Fred (reduce della trilogia di "Millennium") e le musiche da Oscar Fogelstrom. Il primo romanzo, da cui è tratta la pellicola, è stato un best seller in patria nel 2009 con più di 600mila copie vendute, mentre è stato tradotto poi in 34 lingue per 38 paesi. Anche il film, reduce di un grande successo, è stato proposto per l'Oscar in lingua straniera dalla Svezia. Il secondo romanzo della serie, "L'esecutore", diventerà presto un film diretto da Kjell Sundvall. José de Arcangelo (3 stelle su 5) Nelle sale dall'11 aprile distribuito da Bim

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