mercoledì 24 aprile 2013
Quando "Le streghe di Salem" non fanno paura, il mitico Rob Zombie delude il pubblico di appassionati dell'horror contemporaneo
E’ arrivato nelle sale italiane – col divieto ai minori di 14 anni - l'attesissimo primo horror sovrannaturale del musicista e regista cult Rob Zombie, Evento Speciale di chiusura alla XV edizione del Future Film Festival. Ma la su nuova pellicola in gran parte delude, perché è sì suggestivo, accattivante, sensuale e persino blasfemo (ovviamente, dipende dai punti di vista), ma soprattutto non fa paura né coinvolge tranne che visivamente, soprattutto gli appassionati del genere, se vogliamo di quello più tradizionale, che si aspettavano se non proprio il capolavoro un solido horror. Però nemmeno i suoi fan più incalliti sono del tutto soddisfatti. Anche perché i riferimenti sono gli irraggiungibili Roman Polanski di "Rosemary's Baby" e lo Stanley Kubrick di "Shining".
Oltre a sceneggiare, produrre e dirigere il film, Rob Zombie ha scritto, con B.K. Evenson, anche un libro omonimo “Le streghe di Salem” (in originale “The Lords of Salem”), edito in Italia da Newton Compton. Ricca però di trovate e rimandi, l’opera cinematografica si apre con un prologo nel 1692 (più lungo nel romanzo) – la parte più riuscita e inquietante -, quando sette donne vengono condannate al rogo durante i celebri processi alle streghe di Salem, con l'accusa di praticare la stregoneria e di invocare il diavolo nella foresta. Ma, alla vigilia dell'esecuzione, una delle donne promette al giudice due cose: prima, che loro torneranno in forma di spettri a perseguitare la città; seconda, che Satana si propagherà attraverso il giudice John Nathaniel Hawthorne che le ha condannate a morte.
Oggi, Heidi Hawthorne (Sheri Moon Zombie, musa e moglie del regista), è una DJ radiofonica che vive proprio a Salem, famosa in tutto il mondo come città delle streghe, appunto. Un giorno, Heidi riceve un misterioso disco in vinile, dentro un'antica scatola di legno, che trasmettendo onde ipnotiche le farà progressivamente perdere il contatto con la realtà. Il rituale è ormai compiuto e le streghe non tarderanno ad arrivare...
Un horror anche apocalittico, in parte visionario e, forse, ipnotico come il brano musicale stregato, inconsapevolmente trasmesso via radio dalla ragazza destinata a partorire il figlio del diavolo e a provocare la distruzione della famosa cittadina.
Per noi (soprattutto) spettatori i film migliori di Zombie restano i primi, i crudeli e raccapriccianti horror contemporanei "La casa dei 1000 corpi" e "La casa del diavolo", seguiti dai due pseudo rifacimenti di “Halloween”.
Nel cast anche Jeffrey Daniel Phillips (Herman "Whitey" Salvador), Ken Foree (Herman Jackson) e le vecchie glorie Meg Foster (Margareth Morgan, vecchia strega), da "Essi vivono" a "Furia cieca", riconoscibile solo per gli occhi azzurri; Dee Wallace (Sonny), da "L'ululato" a "Cujo"; l’indimenticabile Patricia Quinn (Megan) di "The Rocky Horror Picture Show", Bruce Davison (Francis Matthias), da "Fragole e sangue" a "X-Men", Maria Conchita Alonso (Alice, moglie di Matthias), da "Mosca a New York" a "La casa degli spiriti", e l'inglese Judy Geeson (Lacy Doyle), da "La scuola della violenza" a "Inseminoid".
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale dal 24 aprile distribuito da Notorious
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