giovedì 9 maggio 2013
L'amore non ha età né barriere, anzi "20 anni di meno" nella commedia brillante-romantica di David Moreau con la coppia Efira-Niney
Il francese David Moreau passa abilmente, anzi furbescamente, dall'horror ("Them" e il rifacimento occidentale di "The Eye" co-diretti con Xavier Palud) alla commedia brillante-romantica ‘seducendo’ spettatori (campione d’incassi in patria) e critica. E se la storia non è per niente originale - l'amore non ha età né barriere, le scommesse e i progetti vengono puntualmente ribaltati dai sentimenti, la finzione diventa realtà -, il regista ben si destreggia anche con una narrazione sofisticata, soprattutto grazie a due protagonisti giusti e affiatati, anzi 'seducenti' da trasformarsi in coppia rivelazione.
La trentottenne Alice Lantins (la camaleontica Virginie Efira, in realtà 36enne) è un’ambiziosa redattrice della rivista di moda Rebelle, totalmente sommersa nel lavoro al punto di aver dimenticato la propria vita privata, inclusa la figlia adolescente. Ha tutte le qualità per diventare il nuovo capo redattore, ma la sua unica pecca forse è quella di apparire un po' goffa (e ingessata), anzi quasi un brutto anatroccolo (il riferimento, prendendo le dovute distanze, anche fisiche, è il serial sudamericano-hollywoodiano "Ugly Betty").
Ma quando il diciannovenne e affascinante Balthazar (il sorprendente Pierre Niney della Comédie Française, che ne ha 24 anni ma non li dimostra) incrocia la sua strada, lo sguardo dei suoi colleghi cambia decisamente, perché tutti pensano che si tratti di un suo giovanissimo amante. E Alice, capendo che quella è la chiave per ottenere la definitiva affermazione, mette in scena un (non tanto) improbabile idillio ma, ovviamente, l'amore ci mette lo zampino…
Sceneggiato dal regista con Amro Hamzawi, da una sua idea originale, e coprodotto dall'Europacorp di Luc Besson ed Echo Films, la pellicola parte brillantemente raggiungendo l'apice di fascino e sensualità nel momento della 'trasformazione' di Alice, reggendosi poi sulla leggerezza e la freschezza del duo protagonista per concludersi in modo, forse, troppo convenzionale. Ma se amate le commedie romantiche anglosassoni, non verrete delusi perché il riferimento dell'autore è proprio quello, tra (il sopravvalutato) "Notting Hill" e le variazioni hollywoodiane degli ultimi anni, sia sul grande che sul piccolo schermo. E ha illustri precedenti sopratutto nel mélo, fin dai tempi del "Diavolo in corpo". Quindi gli aggettivi più giusti per definirla sono 'carina e gustosa'.
Nel cast anche Charles Berling (Luc Apfel, il padre di Balthazar), Gilles Cohen (Vincent Khan), Amélie Glenn (Lise Duchéne), Michael Abiteboul (Simon Meyer), Camille Japy (Elisabeth Lantins).
Giustamente patinata la fotografia di Laurent Tangy, belli e ‘su misura’ i costumi di Isabelle Pannetier, buona l'ambientazione firmata dallo scenografo Jean Rabasse e funzionali le musiche di Guillaume Roussel.
José de Arcangelo
(2 ½ stelle su 5)
Nelle sale dal 9 maggio distribuito da Good Films
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