giovedì 6 giugno 2013
"After Earth" di M. Night Shyamalan, ovvero Will e Jaden Smith, padre e figlio a confronto mille anni dopo la fine del pianeta Terra
La nuova e ambiziosa avventura fantascientifica firmata M. Night Shyamalan - non dimenticato autore de "Il Sesto Senso" e "Unbreakable - Il predestinato" -, voluta prodotta e interpretata da Will Smith col figlio Jaden. Tant'è che questa storia di formazione ambientata dopo la fine del mondo è - l'ennesimo - racconto del conflittuale rapporto padre-figlio in cui i due protagonisti, Will e Jaden, appunto, si confrontano in tutti i sensi.
Infatti, Smith padre ha dichiarato: "La cosa interessante di questo film è la sua grandiosità, nonostante il tema centrale sia in realtà semplice, perché riguarda una storia familiare comune a tutti: quella del rapporto padre-figlio. Il pubblico riuscirà facilmente a relazionarsi al tema di un padre che cerca di instaurare un rapporto col figlio, in una situazione in cui entrambi rischiano la vita".
Tratto da una storia dello Smith sr. medesimo, sceneggiata da Gary Whitta con lo stesso Shyamalan, il film narra le tragiche vicende di Kitai Raige (Jaden Smith) ed il padre Cypher (Will Smith) che, dopo un atterraggio forzato, si ritrovano sul pianeta Terra mille anni dopo la fuga degli uomini a causa di un enorme cataclisma. Da qui il titolo "After Earth" (cioè il "Dopo Terra").
Ma Cypher è rimasto seriamente ferito, e l'adolescente Kitai - dato che, miracolosamente, sono gli unici superstiti al disastro - è costretto a spingersi in cerca della salvezza di entrambi, oltre cento chilometri in un territorio a lui sconosciuto, fra strane specie animali - mutanti e per niente amichevoli - che ora dominano il Pianeta, e sotto la minaccia di un'inarrestabile creatura aliena - cieca che però 'stana' gli umani/prede odorando la loro paura -, liberatasi nell'atterraggio di fortuna. Padre e figlio saranno costretti a collaborare e a fidarsi l'uno dell'altro per poter a tornare a casa.
Infatti, proprio come nella vita quotidiana di ogni essere umano, il giovane vincerà la sua paura (di vivere) diventando adulto, mentre il genitore capirà che è il momento di lasciarlo andare per la sua strada. Quindi, il conflitto tra i due verrà risolto positivamente, in meno di due ore di proiezione (100').
"Questo film - dice ancora Will Smith - racconta il processo di maturazione sia del genitore che del proprio figlio". Quindi la grandiosità della cornice resta comunque una sorta di pretesto per raccontare la 'solita' storia, anche perché la fine del mondo – sebbene avvenuta mille anni prima – non viene granché spiegata.
Oltre l'ottima resa visiva, la pellicola non aggiunge niente di nuovo al genere anche perché si tratta della rivisitazione di un rapporto che negli ultimi anni è diventato uno dei più frequentati dal cinema internazionale, e sul versante della fantascienza, appunto, quasi tutto sa di déjà-vu.
E la pellicola - continueremo a chiamarla così anche se è stata girata con una cinepresa digitale Sony F65 4 K, all'avanguardia, ed entro la fine dell'anno tutti i film verranno girati e distribuiti in digitale - fa rimpiangere persino il precedente incontro sul grande schermo di Smith padre e figlio, diretti da Gabriele Muccino, ovvero "La ricerca della felicità", e, in un certo senso, rimanda a "Gente comune" dell'allora regista esordiente Robert Redford, perché lì il figlio si sentiva colpevole della morte del fratello (però ritenuto tale dalla madre), qui invece della sorella maggiore (e crede che sua padre lo consideri un codardo), Senshi Raige (Zoe Isabella Kravitz). La madre di entrambi, Faia Raige è interpretata da Sophie Okonedo, già candidata all'Oscar come migliore attrice non protagonista per "Hotel Rwanda".
Però, come dicevamo precedentemente, l'ottima cornice - riprese nel parco nazionale di Humboldt Redwoods in California, in Costa Rica, nel deserto vicino Moab nello Utah, tra i ghiacciai dell'Islanda e sul monte Eiger in Svizzera - è firmata dal direttore della fotografia Peter Suschitzky, da "The Rocky Horror Picture Show" a "L'impero colpisce ancora", oltre che fedele collaboratore di David Cronenberg, fin dai tempi di "Inseparabili"; dallo scenografo Tom Sanders, candidato all'Oscar per "Dracula di Bram Stoker" e "Salvate il soldato Ryan"; dalla costumista Amy Westcott, apprezzata per "Il cigno nero"; dal supervisore degli effetti visivi Jonathan Rothbart, da "Harry Potter e il calice di fuoco" a "Iron Man"; e dal montatore Steven Rosenblum, tre nomination all'Oscar per "Glory", "Braveheart" e "Blood Diamond - Diamanti di sangue". Le musiche sono del compositore James Newton Howard, ben otto nomination, da "Il fuggitivo" a "Michael Clayton".
Sono coproduttori, con James Lassiter, anche la moglie/madre Jada Pinkett Smith e il cognato/zio Caleeb Pinkett, mentre il produttore esecutivo è E. Bennett Walsh.
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale dal 6 giugno distribuito da Warner Bros. Pictures Italia
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