sabato 22 giugno 2013

Dal regista de "La vie en rose", Olivier Dahan, una divertente commedia tra vita e calcio: "Dream Team" con José Garcia e Omar Sy

L'eclettico e giovanissimo regista francese Olivier Dahan - da "I fiumi di porpora II - Gli angeli dell'apocalisse" a "La vie en rose" (premio Oscar per Marion Cotillard), e ora impegnato nella post produzione di "Grace of Monaco" con Nicole Kidman -, ci offre una commedia corale, divertente e gustosa con un gruppo di comici e non popolari in patria, un po' meno altrove, ma affiatati.
"Dream Team" ("Les seigneurs") vanta, infatti, come protagonista José Garcia ("Hotel a 5 stelle"), affiancato da Franck Dubosc ("Benvenuto a bordo") nel ruolo di David Léandri; Gad Elmaleh (da "Midnight in Paris" di Woody Allen a "Le capital" di Costa Gavras), in quello di Rayane Ziani; Joey Starr (da "Polisse" a "L'amore dura tre anni"), nella parte di Shaheef Berda; Ramzy ("Il concerto" di Mihaielanu) in quella di Marandella; e l'ormai immancabile Omar Sy (da "Quasi amici" a "Due agenti molto speciali") come Wéké Dogo. E con loro il grande veterano Jean-Pierre Marielle, dopo oltre un centinaio di film, visto ultimamente in "L'esplosivo piano di Bazil" di Jean-Pierre Jeunet, nella parte di Titouan Leguennec, l'anziano presidente del club.
Una storia che ben poteva essere nata come commedia all'italiana, visto che al centro della vicenda c'è il calcio, da noi lo sport più popolare ma, purtroppo, il meno 'citato' dal nostro cinema, tranne che raramente, dalla commedia anni '50 "Gambe d'oro" di Turi Vasile (1958), spesso preceduto da Totò (perché protagonista) nel titolo, alla commediaccia anni Ottanta, dall'ormai cult "L'allenatore nel pallone" di Sergio Martino con Lino Banfi (sequel vent'anni dopo) a "Il tifoso, l'arbitro e il calciatore" di Pier Francesco Pingitore con Pippo Franco, Vitali e Cannavale (entrambe dell'84), per non parlare di "Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento" di Nando Cicero con Alvaro Vitali, e simili anni '80 nati sull'onda del successo e la popolarità dei giocatori sudamericani.
Il cinquantenne Patrick Orberà (Garcia) è una vecchia gloria del calcio francese: senza lavoro, alcolizzato e rovinato, ha perso persino il diritto di vedere la figlia. Costretto da una giudice a trovarsi un lavoro stabile, si ritrova davanti all'unica scelta possibile: allenare la squadra di calcio di una piccola isola bretone. Gli scalcinati calciatori locali, se dovessero vincere i successivi tre incontri, potrebbero addirittura raccogliere abbastanza soldi da salvare la fabbrica di sardine dell'isola, che rischia lo smantellamento e da cui dipende oltre la metà degli abitanti.
Però Patrick si trova subito davanti ad un grosso ostacolo: trasformare dei rozzi pescatori in calciatori semi-professionisti oppure chiedere soccorso ai suoi vecchi compagni della squadra internazionale, ovviamente, affinché lo aiutino a portare la piccola squadra locale tra le grandi di Francia. Ed è quello che farà, superando ogni difficoltà e rifiuto. Come nelle vecchie commedie all'italiana, gli sceneggiatori Marc e Philippe de Chauveron, sviluppano l'idea originale ambientandola nella realtà odierna, in cui la crisi ha provocato il fallimento delle piccole industrie locali, lasciando sul lastrico intere cittadine e non solo i suoi abitanti, e usano una graffiante ironia per disegnare dei personaggi, bizzarri quanto volete, però presi dalla cronaca quotidiana, sportiva e non, e portarli fino all'esasperazione.
Quindi la commedia intrattiene, anzi diverte, senza evitare i particolari amari, i problemi quotidiani né le piccole grandi emozioni della vita e dello sport, quindi dalle stelle alle stalle e ritorno per un gruppo di star del grande calcio. Un gradevole passatempo che dimostra ancora una volta quanto il cinema italiano di una volta abbia influenzato anche la commedia universale, inclusa quella francese. "Sulla carta questo progetto era una commedia francese e familiare - dice Dahan. Il nostro paese è specializzato in questo tipo di genere (dagli anni '60 agli '80, non a caso, si trattava spesso di coproduzioni con l'Italia ndr.). Tutta una generazione è cresciuta con questo tipo di film e come tutti sono affezionato a ciò che mi ha fatto ridere quando ero ragazzo".
Quindi sulla scia di Louis de Funès e del sottovalutato regista Philippe De Broca. Mentre sul ritmo efficace e la costruzione dei personaggi parallelamente alle scene di calcio, è lo stesso regista a spiegare: "L'ho gestito come una commedia musicale: la storia dura quanto le canzoni. Nel nostro film abbiamo una partita di calcio che deve funzionare come tale ma che deve anche raccontare qualcosa sui personaggi. Non ho filmato lo sport, ho filmato degli attori mentre recitavano su un terreno di gioco. E' ben differente!" Nel cast anche Clementine Baert (Anne, la figlia vedova di Leguennec, che finirà per innamorarsi del 'nuovo' Orberà), Il conte di Bouderbala (Le Pen), Frederique Bel (Floria), Ludovic Berthillot (Gouvernec), François Bureloup (Kernel), Elisabeth Commelin (il giudice) e un cameo di Jean Reno nella parte di se stesso. José de Arcangelo
(3 stelle su 5) Nelle sale dal 20 giugno distribuito da Medusa

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