lunedì 23 settembre 2013
Alain Guiraudie presenta "Lo sconosciuto del lago", un noir sui sentimenti tra amore e desiderio, solitudine e sacrificio
Acclamato dalla critica al Festival di Cannes 2013 - nonostante il solito 'scandalo -, dove ha vinto il Premio per la miglior regia nella sezione 'Un Certain Regard' e la Queer Palm, approda nelle sale italiane in versione integrale "Lo sconosciuto del lago" di Alain Guiraudie. Abbiamo incontrato il regista alla presentazione stampa romana, al cinema Eden.
Ambientato sulla riva di un lago, d'estate punto d'incontro della comunità gay in cerca di sesso occasionale, è un thriller sui rapporti umani, sull'amore (e/fino alla morte) e soprattutto sul desiderio che non sempre è sessuale, anzi.
Infatti, tra i frequentatori più assidui c'è il giovane Franck (Pierre Deladonchamps), che presto s'innamora dell'uomo più ambito della spiaggia, Michel (Christophe Paou), tanto misterioso quanto pericoloso, forse.
E il giovane, anche quando scopre che l'uomo nascosde un segreto sconvolgente, decide di affrontare il pericolo e vivere la sua passione fino in fondo... ovvero raggiungere il suo desiderio d'amore.
"Il divieto ai minori di 18 anni ce l'aspettiamo - esordisce Vieri Razzini di Teodora -, ma è dai tempi di del Sabba', o addirittura di "Rocco e i suoi fratelli" che la censura non va oltre. Ovvero dai tempi di Carmelo Spagnolo, quando si chiedeva di oscurare alcune scene con una sorta di nebbia (per la scena dello stupro in 'Rocco' ndr.). Ad eventuali polemiche cercheremo di rispondere in modo intelligente, spesso si tratta della solita affermazione idiota, opaca, di principio su certe cose, o dal sapore fascista che vengono lasciate cadere, poi vediamo. Ora che il Papa ha persino detto 'chi sono io per giudicare i gay', vedremo".
"A quello che sarebbe successo nei paesi stranieri al fim - afferma il regista -, durante la realizzazione non è che pensassi tantissimo, casomai, ma solo come inforamzione, cosa era successo in Francia con il vm 18 e 16 anni, come per questo, perché il vm 18 è solo quando il sesso è associato alla violenza. Mi aspettavo lo stesso in Australia, invece ha vuto vm 18, come in Inghilterra. Non so che succederà in Italia dove c'è il Vaticano, la religione cattolica. Il sesso non simulato riguarda solo due scene - eiaculazione e fellatio -, non credo che qualcuno avesse chiesto il taglio, ma se l'ho messe è perche servono al film, forse, se non fossere collegate non le avrei messe. Se si tolgono viene mutilato il discorso".
"Sono piuttosto a mio agio col mondo che ho dipinto nel film, perchè lo conosco abbastanza bene, dai racconti degli amici che lo conoscono. Sono convinto di aver dipinto in modo realistico cosa vi succede. Il punto è se dobbiamo fare un film sull'omosessualità, si sa che esiste, ma qui non è che un pretesto, perché ha un'ambizione universale. Mi sono messo delle questioni sui rapporti, ho affrontato tutte le preoccupazioni, le paure su come potesse vedere un mondo esterno. Per un po' questi tipo di mondo, forse, non lo è, ma può interessare, al di là del mondo omosessuale, ora descrivendo questo modo etero, bisogna andare oltre dato che l'omosessualità c'è stata, c'è e ci sarà. Credo che sia un film che possa parlare a tutti".
Anche perché come il desiderio anche l'amore ha diverse sfaccettature, e attraverso il personaggio del solitario Henri, vengono fuori altri argomenti e riflessioni su solitudine, amore platonico e amicizia, ovvero sentimenti che hanno limiti tanto sottili quanto indefiniti, e il desiderio si confonde spesso col sacrificio.
"Volevo andare oltre - prosegue l'autore -, superare l'ambientazione gay sui bordi del lago, analizzare tutto tenendo conto la questione del desiderio, quali rischi siano disposte a correre le persone per arrivarci. Tutti noi per soddisfare il nostro desiderio, una questione che viene dall'epoca di Platone e Socrate. Un gruppo di persone con questa ipersessualità della sessualità, di sesso sfrenato senza nessun slancio amoroso, e un uomo come Henri (Patrick D'Assumçao) che non ha bisogno di fare sesso con tutti incontra nel bosco. Volevo una dimensione universale, superare l'ambientazione. Quando ho finito di scrivere per evitare problemi, pensai 'perché no una comunità libertina, di scambisti o simili', ma mi risposi voglio mantenere questa comunità perché esiste e c'è, non è unica. La racconto in maniera esplicita senza censurarmi, sono cose che fanno parte di me. Sesso non protetto? Anche le persone etero fanno sesso non protetto. Infatti, la scena in cui gli chiedono 'Tu non porti il preservativo?, è per renderlo molto universale. Certo ci sono situazioni diverse, ma non credo che in Italia possa anche danneggiare l'immagine dei gay".
"E' una visione problematica - ribatte Razzini -, per una volta questo ambiente viene visto dall'interno (paradossalmente, nonostante sia ambientato interamente all'aperto, la sensazione è di claustrofobia ndr.); il problema ormai l'abbiamo visto in tutte le salse, la tematica da nascosta è affiorata e degenerata. Questo film evidentemente è all'interno di un mondo, dove ci s'incontra per una settimana, e poi mai più. In un paese così censurato come il nostro, può darsi che i risultati della visione per alcuni possa rafforzare le pregiudiziali. Raccontare una comunità spensierata, perché no?, visto che esiste, quello che è interessante è 'il desiderio' che ha tante colorazioni. Non possiamo avere nessun moralismo etero o omo da sentirci aggrediti da una rappresentazione che non corrisponde ai canoni giusti nel momento storico del Paese, non può funzionare così".
"Volevo trovare la maniera di descrivere quest'ambiente - riprende l'autore -, Frank frequenta la spiaggia per rimorchiare, per la sua voglia di uscire dalla routine. I frequentatori non sono a favore del matrimonio, ma solo alla ricerca di sesso sfrenato. Non a caso domanda 'Perché non usciamo fuori o dormiamo insieme', dall'altro parte c'è il sesso sfrenato, mentre con Henri forse si tratta di amore platonico forse. Ma non è solo un film sul sesso, ci sono due scene esplicite di sesso. Ma di se in un film ci sono 6 minuti di sesso, si parla solo di quello. Se vogliamo, parla più d'amore".
Sul sonoro in presa diretta e l'assenza di musica, Guiraudie spiega dettagliatamente.
"Volevo controbilanciare la civilizazione con qualcosa di primitivo, con la natura, ma dove è molto presente anche la civiltà. Dall'altra sponda del lago d'estate ci sono le famiglie, le barche a vela, ecc., tanto che sono dovuto tornarvi per girare in un periodo meno frequentato. Volevo mostrare anche quest'altro lato, oggi è difficile girare senza i 'suoni' della civiltà. Abbiamo sfruttato il suono e la luce che la natura e il sole ci hanno donato; gli aerei che passano, il rumore delle macchine in lontananza. Ritrovato la sensualità attraverso la luce e il suono, luce e assenza di luce; le foglie agitate dal vento, il rumore dell'acqua, elementi naturali che abbiamo recuperato anche in post produzione".
"Tutti gli attori - l'80 per cento professionisti - sapevano che avrebbero fatto il film completamente nudi, baci, abbracci, e sesso simulato, infaltti, molti non sono venuti al casting. Comunque, ne ho visto 400/500 persone, visto che non scrivo mai pensando ad un attore, né a quelli che conosco. La mia scelta è astratta perciò lavoro tanto, finché non trovo l'attore che orrisponde a quello che ho scritto. Lavoro tantissimo con gli attori sul loro vissuto perché penso che la storia alimenti i personaggi. Non dico loro ti devi calare al 100 %, do l'imput ma poi devono lavorare".
"Parlando del lavoro pratico, era importante che emergesse la coppia Franck-Michel, e la coppia si è formata da sola. Per me era evidente chi dovessero essere, ho preparato gli attori, nudi quasi tutto il tempo, dissi loro che avevano delle controfigure per le scene di sesso non finto, ma loro sapevamo dei baci e abbracci. La difficoltà di interpretare un film in cui ti devi toccare, dei dialoghi, della discussione, e ho chiesto fino a che punto si sarebbero spinto, fatto vedere i disegni delle posizioni, come girarle. C'è stata una grande fiducia, anzi totale, abbiamo parlato tanto, e alla fine delle riprese abbiamo visto che era andata bene. Anche perché avevo molta paure di girare alcune scene, ci sono state discussioni a monte in cui abbiamo approffondito, altri segreti, elementi, c'è un lato molto teorico e un lato intuitivo. Michel ha un'aura di mistero, non si sa nulla di lui, sui suoi dati personali, che fa, cosa pensa, non ha mai slanci, è un po' cinico e lo manifesta. L'istinto l'hanno messo gli attori, io tanta teoria e poi istinto e fiducia durante la preparazione".
José de Arcangelo
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