venerdì 6 settembre 2013
"Riddick" è rinato grazie al divo Vin Diesel e tenta di ricreare il mito di "Pitch Black", scritto e diretto dallo stesso David Twohy
Voluto dal protagonista Vin Diesel (anche produttore con Ted Field), è approdato sul grande schermo un nuovo episodio - a nove anni di distanza - della saga iniziata con un piccolo grande film di fantascienza, “Pitch Black” (2000), diventato in breve tempo un grande successo e persino un cult-movie, tanto da convincere i produttori a ripresentarsi con un sequel stile blockbuster e, quindi, più costoso come “The Chronicles of Riddick” (2004) che, purtroppo, deluse le aspettative non solo dei fan del primo.
Il rinato “Riddick” è una sorta di reboot del primo ed è sempre scritto e diretto da David Twohy. Un tentativo di ricreare lo spirito e le atmosfere dell’originale, puntando soprattutto sull’ambientazione – questa sì veramente sorprendente -, sull’azione e su una certa ironia che evita le cadute involontarie nel ridicolo del secondo, ambizioso, capito. Peccato l’esile trama che in parte ‘ripete’ la traccia dell’indipendente, indimenticabile e inquietante, “Pitch Black”. Sfoggio di ottimi effetti speciali, soprattutto nelle scenografie, nella fotografia (3D IMAX) e nell’ideazione dei mostri di nuova generazione, tra cui il più riuscito è senz’altro il cane-zebra alieno, unico compagno del solitario eroe della galassia.
Tradito dalla sua stessa razza e lasciato a morire su un desolato e ostile pianeta, Richard B. Riddick (Diesel) lotta per la sopravvivenza contro feroci predatori extraterrestri, prima di approdare ad una base spaziale abbandonata dove attira i cacciatori di taglie di tutta l’universo: da preda diventa predatore di quelli che gli danno la caccia per interesse o per vendetta, ma che ignari gli offriranno l’occasione d’impossessarsi di una nave con cui raggiungere il pianeta natale, Furya, e salvarlo dalla distruzione totale. Ovviamente, prima provocherà una feroce rappresaglia a catena per approdare ad un finale aperto… ad un possibile prossimo capitolo.
Uno spettacolo che funziona soprattutto a metà perché, come accennavamo su, la sceneggiatura dello stesso Twohy – ispirata ai personaggi creati da Jim & Ken Wheat - non è altro che una traccia e coinvolge finché non diventa pian piano convenzionale e prevedibile. Insomma, il nuovo “Riddick” intrattiene ma non sorprende né conquista pienamente, però l’operazione potrebbe rimontare com’è successo con la più longeva saga dello stesso Diesel, “Fast & Furious”, visto che dal rientro del divo (nel terzo capitolo) non ha fermato la sua ascesa al botteghino. Non contento, Diesel si prepara non solo all’ennesimo episodio ma anche al sequel di “xXx”.
Accanto al divo dell’action movie un cast internazionale capeggiato dallo spagnolo Jordi Mollà (Santana), da “Blow” a “Elizabeth: The Golden Age”; Matt Nable (Boss Johns), da rugbista ad attore in “Killer Elite”; Katee Sackoff (Dahl), dalla television (“24 ore”, “Battlestars - Galactica” e “CSI”) al cinema; Dave Bautista (Diaz), Bokeem Woodbine (Moss), Raoul Trujillo (Lockspur), Conrad Pla (Vargas) e il neozelandese Karl Urban (Vaako), da “The Bourne Supremacy” a “Star Trek”.
José de Arcangelo
(2 stelle su 5)
Nelle sale dal 5 settembre distribuito da Notorious Pictures in 300 copie
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