giovedì 24 ottobre 2013
"Il Quinto Potere", un sobrio dramma d'attualità per ricostruire la storia di WikiLeaks, firmata dall'autore di "Demoni e Dei", Bill Condon
Un dramma d'attualità per raccontare l'ormai arcinota storia di Wikileaks e del suo fondatore Julian Assange, però attraverso diversi punti di vista e, quindi, un'opera obiettiva, senza retorica né pregiudizi di sorta. Anche quando c'è chi l'ha trovata 'superficiale', forse perché non analizza in profondità né fa un ritratto psicologico dei diversi personaggi coinvolti.
Casomai, "Il Quinto Potere" di Bill Condon lascia a chi vede la scelta di 'giudicare' e riflettere attraverso i punti di vista (le tante verità) di ognuno di loro. Al centro ci sono le questioni che sconvolgono la società contemporanea, mentre la cornice visiva - ricerca estetica dell'inquadratura, riprese dall'alto, campi lunghi -, da thriller politico, da una parte può dare fastidio, dall'altra tende a spettacolarizzare e rendere vivace un argomento 'privo d'azione' (mozzafiato).
Certo, Condon negli ultimi tempi aveva perso colpi firmando gli ultimi due episodi della saga di "Twilight" ovvero "Breaking Dawn" parti 1 e 2, ma crediamo che in parte stavolta si abbia preso la rivincita e recuperato i punti persi rispetto ai suoi lavori precedenti, da "Demoni e dei" a "Dreamgirls", entrambi premio Oscar, il primo proprio per la sua sceneggiatura.
Però la pellicola si interroga anche sul perché Assange abbia deciso ad un certo punto di andare così oltre, divulgando dati sensibili, coperti dal segreto militare, che non solo avrebbero fatto saltare i piani e, soprattutto, gli uomini dell'amministrazione americana in molti paesi (incluse le 'talpe' che gli avevano passato le informazioni). E, mettendo a repentaglio la vita di molte persone, e di passare lui stesso da eroe ad antieroe, anzi a terrorista via web.
"Il Quinto Potere" - sceneggiato da Josh Singer - è tratto da due libri, il primo "Inside Wikileaks" dell'ex co-fondatore e fedele (unico) collaboratore di Julian Assange (Benedict Cumberbatch), ovvero il tedesco Daniel Bomscheit-Berg (Daniel Bruehl, da "Good Bye, Lenin!" a "Rush" nel ruolo di Niki Lauda), il cui sodalizio è finito nel 2010, proprio per divergenze sul rilascio di documenti con i nomi delle persone coinvolte, molte delle quali sarebbero finite nel mirino non solo dei terroristi ma anche dei servizi segreti dei diversi paesi. Il secondo, è il volume "Wikileaks" firmato da David Leigh e Luke Harding.
La storia ha inizio proprio quando Assange e Domscheit uniscono le forze per diventare dei 'cani da guardia' in grado di controllare l'attività dei potenti e dei privilegiati. Dalla nascita della piattaforma online alla sua evoluzione consentendo agli stessi informatori di trasmettere in forma anonima notizie riservate. Quindi, dalle prime clamorose rivelazioni dei cosiddetti 'leaks', ovvero i dossier integrali dei servizi sulla guerra in Afghanistan e in Iraq, anessi i segreti militari e le prove (incluso il video della strage dei dodici civili iracheni, tra cui due giornalisti, da parte di un elicottero americano), al diverso atteggiamento dell'opinione pubblica che grazie a internet ha imparato a non fidarsi più dei media tradizionali.
Per passare, infine, allo sconvolgimento del sistema mediatico da parte di un fenomeno che ha attirato intorno a sé l'interesse dei più grandi quotidiani mondiali, dal londinese The Times al New York Times e al tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. In breve tempo, infatti, i WikiLeaks riescono a svelare più notizie importanti di tutti i leggendari mass media tradizionali messi insieme. Da qui nasce la definizione "Il Quinto Potere", quelli che vogliono tenere sotto controllo gli altri quattro poteri e che recentemente sono stati soprannominati talpe, cani da guardia, giornalisti cittadini e, quindi, WikiLeaks.
"Potrebbero volerci decenni per capire veramente l'impatto che ha avuto WikiLeaks - afferma il regista - e quanto abbia rivoluzionato la diffusione delle informazioni. Questi eventi sono ancora in corso, quindi il nostro film non pretende di avere la parola definitiva sull'argomento. In realtà, abbiamo cercato di creare un dramma che esplorasse le problematiche legate alla trasparenza. Speriamo che il film possa rappresentare efficacmente questa realtà e stimolare le discussione provocate da WikiLeaks".
E gli interrogativi sono: qual è il costo per mantenere riservati i segreti in una società democratica? E qual è il prezzo da pagare quando si decide di rivelarli?
Nel cast Carice van Houden (Birgitta Jonsdottir), da "Black Book" a "Operazione Valchiria" e al serial "Il trono di spade"; Alicia Vikander (Anke), già protagonista del recente "Royal Affair"; Anthony Mackie (Sam Colson), da "Million Dollar Baby" a "La talpa"; David Thewlis (Nick Davies), Peter Capaldi (Alan Rusbridger), Dan Stevens (Ian Katz), Laura Linney (Sarah Shaw), tre nomination all'Oscar per "Conta su di me", "Kinsey" e "La famiglia Savage"; il tedesco Moritz Bleibtreu e Stanley Tucci (James Boswell), che ormai ha superato i 50 film ed è stato candidato all'Oscar per "Amabili Resti".
La fotografia è di Tobias Schliessler ( da "Hancock" a "Dreamgirls"), la scenografia di Mark Tildesley, già collaboratore di Danny Boyle e Michael Winterbottom; i costumi di Shay Cunliffe, il montaggio di Virginia Katz, che collabora con Condon fin dall'opera prima; e le musiche di Carter Burwell, fedele compositore dei fratelli Coen.
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 24 ottobre distribuito da 01 Distribution
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