sabato 26 ottobre 2013
"Justin e i cavalieri valorosi", un cartoon dello spagnolo Manuel Sicilia con Antonio Banderas padrino, produttore e 'voce'
Anche gli spagnoli tentano di sfondare nel mondo dell'animazione digitale ma aggiornando la vecchia, classica, favola ai mezzi e ai gusti contemporanei, però senza trasgredire le regole del gioco più di tanto. Infatti, "Justin e i cavalieri valorosi", scritto e diretto da Manuel Sicilia - prodotto dal divo Antonio Banderas e girato in versione originale inglese - non eccelle per originalià di trovate e/o sorprese, anche se il disegno tridimensionale al computer è gradevole e meno 'freddo' del solito.
Un lungometraggio - il secondo di Sicilia, dopo "El lince perdido" (t.l. La lince persa), miglior cartone ad Animadrid e premio della giuria al festival di San diego -, è destinato ai più piccoli e si affida alla tradizione, soprattutto nella storia - sceneggiata dal regista con Matthew Jacobs -, visto che si tratta della vicenda di un giovanissimo aspirante cavaliere (ovviamente caratterialmente più vicino ai ragazzi della società di oggi) che deve superare dure prove (incluso affrontare l'immancabile drago) per diventare adulto e salvare/conquistare una smorfiosa principessa.
Il ragazzo, Justin (in originale voce di Freddie Highmore, di "Arthur e il mondo dei minimei"), però segue le orme del nonno anziché quelle del padre che lo vorrebbe avvocato come lui, e non l'eroico salvatore del regno, ormai minacciato dai nemici 'legalmente' esiliati dalla regina tempo prima.
Naturalmente, il nostro piccolo grande cavaliere riuscirà nell'impresa, dopo essere stato preparato ed allenato dai vecchi e saggi compagni del nonno, e troverà il vero amore in una giovane guerriera sulla scia di "Rebel", ovvero la conturbante Talia (Saoirse Ronan).
Uno spettacolo che purtroppo non strizza l'occhio al pubblico adulto, dato che è privo di vere innovazioni sia nel linguaggio che nello stile, non si affida - come ormai è consueto - alle citazioni né agli omaggi (fatti che hanno fatto la fortuna della saga di "Shrek"), perché il riferimento, come già accennavamo più su, è la classica fiaba, e magari meno cupa del consueto.
Banderas, oltre a produttore, è socio e padrino della Kandor Graphics (la casa di Sicilia), e dà la voce al narcisista Sir Clorex; Julie Walters è la nonna, Tamsin Egerton l'antipatica e presuntuosa Lara; Olivia Williams è la regina, Alfred Molina il padre, Reginald; David Walliams il mago Melquiades; mentre i tre monaci sono interpretati da James Cosmo (Blucher), Charles Dance (Legantir) e Barry Humphries (Braulio); Michael Culkin (Sebastian); Mark Strong è il perfido ex cavaliere in esilio Sir Heraclio, e Rupert Everett il capo del suo esercito personale, Sota. Un cast all stars, ma ovviamente sono le voci della versione inglese.
José de Arcangelo
(2 1/2 stelle su 5)
Nelle sale dal 24 ottobre distribuito da Moviemax
CURIOSITA'
Alcuni personaggi del film, come Blucher e Copas, sono stati ispirati da membri della squadra Kandor, come il supervisore dei modelli dei perosnaggi e il suo montatore.
Per il film sono state generate 2mila riprese, 40 scene, più di 100 personaggi e oltre 600 oggetti di scena.
Nei quattro anni di realizzazione sono stati generati 1.243.019 linee di codice sorgente; 5.921 file e 274 programmi.
Infine, la prima scena della pellicola, una panoramica del regno tra rovine storiche e foresta esuberante, ha richiesto oltre 504 ore di lavoro. Le difficoltà tecniche sono nate dai particolari dettagli della vegetazione, ed è stata la sequenza la cui realizzazione ha richiesto più tempo in assoluto.
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