sabato 5 ottobre 2013

Per un giorno solo il docu-film di Silvio Soldini e Giorgio Garini "Per algtri occhi occhi" un sorprendente viaggio nel mondo dei non vedenti

Approda solo per un giorno il nuovo docu-film di Silvio Soldini e Giorgio Garini "Per altri occhi", unica proiezione mercoledì 9 ottobre 2013 nelle sale italiane, più un evento esclusivo via satellite dall'Anteo Spaziocinema di Milano / Format Visionaria, ovvero l'incontro tra i registi, tutti i 'protagonisti' del film e due popolari personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport: Gianna Nannini e Giovanni Soldini. Condurrà la serata Gianni Fantoni, scrittore, attore, comico, autore e
conduttore di programmi radio-televisivi. Il tutto per porre l'attenzione sulla Giornata Mondiale della Vista - di prevenzione della cecità -, che si celebra ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre, quindi il giorno dopo, 10 ottobre. Poi, comunque, il film avrà una programmazione in altre città e probabilmente in associazioni e, si spera, anche nelle scuole. Sono protagonisti di questo insolito e coinvolgente documentario i componenti di un gruppo variegato di persone straordinarie che hanno in comune l'handicap della cecità e che affrontano la vita di tutti i giorni con caparbietà e determinazione ma anche con umorismo e autoironia.
Dieci persone vitali e appassionate, le cui esistenze imprevedibili e lontane dai luoghi comuni e dagli stereotipi vengono ritratte con allegria e leggerezza, raccontate con la stessa sorpresa della scoperta fatta dal regista, a tratti sul tono della commedia, a tratti commovente, perché abbatte le barriere del pregiudizio e del pietismo (loro stessi, come condizione, avevano chiesto di evitarlo nel film), fa cambiare il nostro sguardo nei confronti della diversità e ci insegna a fronteggiare le piccole sfide di ogni giorno in modo positivo e gioioso. Perché la vita è sempre - e comunque - nelle nostre mani, basta viverla senza prendersi troppo sul serio. Senza pensarci troppo su, insomma.
Enrico (Sosio) fa il fisioterapista ma appena può scappa in barca a vela; Giovanni (Bosio) è un piccolo imprenditore che ama sciare e godersi la vita; Gemma (Pedrini) studia violoncello e gareggia sugli sci; Felice (Tagliaferri) è uno scultore che gioca a baseball; Luca (Casella) è un musicista con l'hobby della fotografia (!); Loredana (Ruisi) una centralinista con la passione del tiro con l'arco; Mario (Santoni) un super sportivo in pensione. Inoltre ci sono Piero (Bianco), consulente informatico, e Claudio (Levantini), informatico anche lui, e Michela (Marcato), anche lei centralinista, una coppia che adora ridere e scherzare... Dieci antieroi ciechi alla conquista del mondo.
"L'idea è nata circa due anni e mezzo fa - dichiara Soldini -, quando, causa un mal di schiena, mi hanno consigliano un fisioterapista che non conoscevo, non vedente. All'inizio Enrico mi era sembrato un po' schivo, anzi timido, poi pian piano ho scoperto che faceva dei weekend in barca o andava in montagna. E che aveva cominciato a sciare a 54 anni! Le cose che mi ha raccontato durante le poche sedute che ho fatto con lui, la sua leggerezza, l'ironia, la sua capacità di vivere la propria vita, mi hanno profondamente colpito e incuriosito. Ho iniziato a indagare questo mondo con Garini, alla ricerca di altre persone che ci lasciassero entrare nelle loro vite, ci aiutassero a capire com'è possibile, senza vedere, fare tutto ciò che fanno".
Ed è proprio questa loro voglia di vivere come tutti gli altri, anzi meglio di noi, a conquistarci e a travolgerci con il loro ottimismo, nonostante tutto, quello che i registi sono riusciti a cogliere con intelligenza. "Mi hanno sempre affascinato i mondi che non conosco - afferma ancora Soldini -, le realtà che spesso abbiamo a portata di mano ma di cui sappiamo poco o niente. C'è sempre tanto da imparare da chiunque sia diverso da noi e a volte il viaggio diventa una scoperta continua".
Il fatto più sorprendente è che la maggior parte di queste persone non sono cieche dalla nascita ma lo sono diventate per causa di malattie oculari o gravi incidenti, il che dovrebbe essere ancora più difficile destreggiarsi (soprattutto nella nostra società) perché significa pressoché ricominciare da capo, imparare a 'vedere' aiutato dagli altri sensi, senza contare su aiuti esterni e superando gli ostacoli architettonici e istituzionali. "E' stato un viagio lungo due anni - conclude il regista -, pieno di stupore. Sapevamo che avremmo imparato cose nuove; non sapevamo quali e quante emozioni ci avrebbe riservato e fino a che punto sarebbe arrivata la nostra ammirazione. Sono loro le persone che non ci vedono, a far cambiare il nostro sguardo sulla vita e sul mondo". José de Arcangelo
(3 stelle su 5)

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