giovedì 28 novembre 2013
"Come il vento" di Marco Simon Puccioni, racconta l'avventura umana e l'odissea professionale di Armida Miserere, con una grande Valeria Golino
Passato in anteprima, fuori concorso, al recente Festival Internazionale del Film di Roma, "Come il vento" di Marco Simon Puccioni è ispirato all’avventura umana e all'odissea professionale di Armida Miserere, una delle prime donne a dirigere un carcere in Italia, interpretata da una Valeria Golino in stato di grazia, accanto a Filippo Timi (Umberto Mormile, il suo compagno), Francesco Scianna (Riccardo) e la rediviva Chiara Caselli (Rita), tra gli altri.
Un dramma d'impegno civile e un ritratto femminile inconsueto si fondono in un film costruito con ottimo mestiere che coinvolge e, a tratti, commuove nel disegnare soprattutto una grande storia d'amore, vero perno dell'esistenza di questa donna forte, guidata da un vero senso di giustizia e dal suo dolore interiore, che visse e morì per il suo lavoro.
Infatti, lo stesso Puccioni dice: "L'interesse di questo progetto risiede nella vicenda umana del personaggio principale e per questo ho cercato, ancor più che nei miei film precedenti uno stile semplice, che desse spazio alla verità sul personaggio, cercando di miscelare il film di impegno civile con la storia d'amore, gli elementi più intimi ed emotivi con l'aspetto sociale".
Liberamente ispirata alla vita della Miserere, la sceneggiatura del regista, Heidrun Schleef e Nicola Lusuardi, racconta di una donna che ha iniziato a lavorare a metà degli anni Ottanta, subito dopo l'entrata in vigore della legge Gozzini e ha saputo affermarsi in un ambiente ancora militarizzato e maschilista ottenendo stima e rispetto degli agenti come della popolazione carceraria.
Ma ciò che rende particolarmente interessante la sua vicenda umana sono le sue apparenti contraddizioni: si era fatta la reputazione di 'dura' (è stata soprannominata 'fimmina bestia' dai detenuti dell'Ucciardone) perché doveva confrontarsi con personalità molto forti, ma la sua vita è stata il continuo tentativo di mantenere vivo il suo lato più umano e femminile.
Armida con il suo senso del dovere e il suo rigore morale è stata anche un personaggio insolito e sicuramente scomodo. Dopo aver sofferto la perdita dei suoi cari, si è dedicata anima e corpo ad uno dei lavori più difficili al mondo e ha accettato senza discutere tutti gli incarichi che l'amministrazione le ha chiesto.
Forse lo Stato le ha chiesto troppo, forse l'impossibilità di avere giustizia, forse il desiderio di raggiungere l'unico uomo che ha amato veramente - e che le hanno ucciso brutalmente -, l'hanno portata a prendere una decisione lucida e terribile al di là di un intreccio di ragioni pubbliche e private che le hanno reso la vita insopportabile.
"La sua onestà, coerenza e determinazione - dichiara la Golino - la spingono ad un atto estremo, che è un gesto di rabbia e di amore, ma forse letto in prospettiva anche un'accusa verso una società divenuta troppo cinica e indifferente".
Il suo compagno Umberto/Timi, nel film, lo conosciamo nei suoi ultimi mesi di vita, è romano, ha 37 anni. E' un fumatore accanito, bruno, occhi profondi e trasparenti, irrequieto, geloso, intelligente, silenzioso, idealista e disperato. Ha cominciato da poliziotto, da studente era attratto dalle materie umanistiche e filosofiche, poi si è trovato per strada, a contatto con i delinquenti e gli è nata la passione per salvare le persone.
"Il suo dilemma riguarda fino a che punto spingersi nell'avvicinarsi ai detenuti e dove fermarsi. Poco può essere troppo e troppo può non essere sufficente, è difficile giudicare e la sua passione non poteva tenere conto di tutti i confini".
"Rappresenta - dice l'interprete - quella parte dell'istituzione penitenziaria che crede nella rieducazione, nella possibilità di cambiamento. Il lavoro, il teatro, la musica sono gli strumenti con cui cerca di trasformare gli uomini che gli sono stati affidati".
Nel cast anche Marcello Mazzarella (Stefano), Salvio Simeoli (Antonio), Giorgia Sinicorni (Isabella), Vanni Bramati (Maurizio), Enrico Silvestrin (comandante Lodi), Mattia Mor (Fabio), Vanni Fois (Cossu), Diego Migeni (agente Pianosa), Gerardo Mastrodomenico (PM Cardi), Francesco Acquaroli (comandante Pianosa) e Rosa Pianeta (Cristina).
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 28 novembre distribuito da Ambi Pictures
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