giovedì 28 novembre 2013
"LunchBox" di Ritesch Batra, una 'deliziosa' commedia agrodolce su cibo e amore attraverso un originale rapporto 'epistolare'
Sceneggiata e diretta da Ritesh Batra, "Lunchbox" è un'opera prima raffinata e matura, 'deliziosa' verrebbe da dire, visto che la buona cucina è 'complice' della vicenda. Infatti, racconta una storia d'amore 'epistolare', originale e commovente, nella Mumbai di oggi, tra porta-pranzi e manicaretti. Un film prodotto e sviluppato nell'ambito del TorinoFilmLab, presentato in prima mondiale alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il Premio del Pubblico.
La storia di Ila (bellissima oltre che bravissima Nimrat Kaur), una casalinga appassionata di cucina che spera, con le sue ricette (di famiglia) saporite e speziate - e con la complicità della zia, signora Deshpande (Bharati Achrekar) -, di rivitalizzare il suo matrimonio. E, contemporaneamente, s'intreccia con quella di Saajan (grande Irrfan Khan, già apprezzato in Occidente ne "Il destino nel nome", "The Millionaire" e "Vita di Pi"), un modesto impiegato alla vigilia della pensione, che si vede recapitare sulla sua scrivania, inaspettatamente, ogni giorno all'ora del pranzo, il lunchbox che Ila amorevolmente prepara ogni mattina per il marito.
Ila non sa che il suo porta-vivande è finito sulla scrivania sbagliata e, insospettita dalla mancata reazione del marito ai suoi manicaretti, infila nel porta-pranzo un biglietto, nella speranza di risolvere il mistero. Così per caso, inizia uno scambio di messaggi tra Ila e Saajan che lentamente si trasformerà in un'affettuosa amicizia... anzi in un 'pericoloso' e virtuale scambio amoroso, che potrebbe compromettere le loro esistenze reali. Anche perché lui potrebbe essere il padre, anzi il nonno di lei.
Narrata con i toni della commedia dolce-amara con estrema delicatezza ed eleganza, la pellicola coinvolge, diverte, emoziona e ci fa 'sognare' insieme ai protagonisti. Infatti, Saajan ringrazia Ila per 'averlo fatto entrare nel suo sogno', e per interposta persona anche lo spettatore.
Però le favole nella realtà contemporanea raramente finiscono bene, ma nemmeno troppo male. C'entrerà il caso? Forse, ma nessuno potrà mai cancellare ciò che è stato e che, in un certo senso, sicuramente ci ha cambiati.
Nel cast anche Nawazuddin Siddiqui (il giovane apprendista Shaikh, che porta umorismo e invadente allegria in ufficio), simbolo del nuovo cinema indiano e presente a Cannes con altri due pellicole; Denzil Smith (signor Shroff), Nakul Vaid (il marito), Yashvi Puneet Nagar (Yashvi, la figlia), e Lillete Dibey (la mamma di Ila). Il montaggio è firmato da John Lyons, le scenografie da Shruti Gupte, il suono da Michael Kaczmarek e la colonna sonora da Max Richter. Infatti il film è prodotto da Sikhya Entertainment e Dar Motion Pictures (India) e coprodotto anche da Roh Films (Germania), ASAP Film (Francia) e Cine Mosaic (Usa).
José de Arcangelo
(4 stelle su 5)
Nelle sale dal 28 novembre distribuito da Accademy Two
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