giovedì 21 novembre 2013
Un lungometraggio d'animazione tutto italiano, esistenziale e originale: "L'arte della felicità"
Dopo la presentazione - in concorso - alla 28a. Settimana Internazionale della Critica alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2013 e il passaggio al Lucca Comics & Games, ogni volta accolto calorosamente da critica e pubblico, arriva nelle sale un lungometraggio d'animazione 'indipendente' e suggestivo, interamente realizzato in Italia; sorprendente e coinvolgente. E' "L'arte della felicità" di Alessandro Rak, un dramma esistenziale, se vogliamo filosofico, che incuriosisce e conquista lo spettatore adulto. Un film - magari con qualche 'difettuccio' -, che spazia attraverso diversi ed eterogenei linguaggi visivi e socio-culturali, e trae ispirazione dalla manifestazione culturale omonima, ideata da Luciano Stella (co-sceneggiatore e produttore per Mad Entertainment), che si tiene ogni anno a Napoli ogni dal 2005, per indagare sui misteri della vita e sulla ricerca della felicità, appunto.
Sotto un cielo plumbeo, tra presagi apocalittici di una Napoli ormai all'apice del suo degrado, il tassista Sergio riceve una notizia che lo sconvolge fino al punto che nulla potrà più essere come prima. All'improvviso, Sergio si scopre quarantenne, quell'uomo che ha abbandonato alla musica, la sua vera passione, e si è perso nel limbo della metropoli.
In questo modo il suo taxi diviene il microcosmo in cui si nasconde per fuggire al suo mondo, però in cui il mondo entra ed esce ogni volta attraverso i vari passeggeri. E, mentre fuori imperversa la tempesta, l'automobile comincia a riempirsi di ricordi, speranze, rimpianti, nuove opportunità. I suoi clienti diventano anime, fantasmi, memorie, strade, oppure messaggeri di un sole che nasce altrove e portano con sé la rivelazione di ciò che è oltre il confine del proprio parabrezza.
Prima o poi la pioggia smetterà ed il cielo si aprirà. E da lì verrà la fine. O tornerà la musica. Forse, è un nuovo inizio.
Un'opera prima, dopo tanti corti, videoclip e art-work per musicisti, che Rak ha curato nei minimi particolari (dal soggetto alla direzione artistica, dalla caratterizzazione dei personaggi alla supervisione e alla direzione del doppiaggio), grazie anche al prezioso aiuto di Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone e una squadra di giovani creativi di 'belle speranze'.
Un accattivante mix di immagini e parole per veicolare idee, pensieri e memoria (personale e collettiva) e così riflettere sull'esistenza e sulla felicità, argomenti complessi, forse complicati, ma che appartengono a tutti noi, e per questo diventano universali. Un tentativo magari non perfetto - spesso siamo più duri e critici verso i nostri lavori che con quelli stranieri -, ma più che riuscito al meno dal punto di vista narrativo, dato che Rak fa uso di diverse tecniche di lavorazione partendo dal disegno tradizionale che ricorda quello a matita - semplice ma efficace -, comunque artistico e dalle mille sfaccettature.
"Questa è una storia che comincia dal basso - si legge nelle note di regia di Rak -, come dal basso si solleva ciò che aspira e poi si riempie di quello che respira senza dimenticare ciò a cui ambiva. Che se poi la Felicità provenisse dall'alto amareggerebbe non poco chi con le mani protese ha aspettato tanto, per non parlare di chi invece si è industriato con pazienza senza mai azzardare il salto".
Il tutto scorre attraverso la vicenda di due fratelli, due continenti, due vite, e una sola anima. E con le voci di Leandro Amato (Sergio), Nando Paone (Alfredo), Riccardo Polizzy Carbonelli (speaker radiofonico), Renato Carpentieri (zio Luciano), Jun Ichikawa (Antonia), Lucio Allocca (padre di Sergio e Alfredo), Patrizia Di Martino (Erika). Le musiche originale sono composte e dirette da Antonio Fresa e Luigi Scialdone.
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 21 novembre distribuito da Istituto Luce - Cinecittà
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento