lunedì 9 dicembre 2013
Ritorna per le feste la commedia anti cinepanettone di Mario Monicelli "Risate di Gioia" con l'inimitabile coppia Nannarella-Totò
Ancora un nuovo titolo per il mese delle Feste del Cinema Ritrovato al Cinema, l'iniziativa congiunta della Cineteca di Bologna e Circuito Cinema in collaborazione con Rai Cinema e Titanus, dal 9 dicembre - ogni lunedì e martedì - viene presentato un classico della commedia italiana, forse il più 'melancomico' film di Mario Monicelli: "Risate di Gioia" con Anna Magnani, Totò, Ben Gazzare e Fred Clark, Edy Vessel.
Nella nuova edizione, restaurata curato dalla stessa Cineteca di Bologna, la pellicola - realizzata nel 1960 - ritorna alla prima visione come anti-cinepanettone natalizio, e più di ogni altra della serie è un'opera da riscoprire, visto che nemmeno all'epoca ebbe il successo sperato, previsto e forse meritato, "per via di quella vena amara e nostalgica del racconto, del clima dolente che si respira, un po' da fine spettacolo, del varietà e dell'epoca dei due grandi attori, alla consueta dimensione pessimista di Monicelli" come dice Roy Menarini.
Unico incontro sul grande schermo di due grandi, Nannarella e Totò, lei si chiama Gioia e porta sul set le sue irripetibili risate, lui "si rinchiude in se stesso, la sua interpretazione diventa distaccata, quasi elegante" (Alberto Anile).
Un capolavoro incompreso? Forse, visto che tutta l'amarezza (e la rabbia) repressa di un regista passionale e viscerale come Monicelli in quell'arco di tempo, dal dopoguerra agli anni della Dolce Vita e del Boom, non possono che rispecchiare la morte di un'epoca e la (ri) nascita di un'altra, apparentemente migliore ma - come di consueto - non per tutti. Un anticipo del cinema che il maestro porterà avanti per tutto il decennio, diventando poco a poco il re della commedia all'italiana 'cattivissima e spietata', anche con se stesso, che cederà alla tragedia di "Un borghese piccolo piccolo".
"Una combinazione - afferma Jacques Lourcelles - specificamente italiana e quasi sublime di ironia e compassione - mai stucchevole - nei confronti dei personaggi. Le scene in cui Totò e la Magnani rievocano la loro 'esperienza cinematografica' sono da antologia".
E l'allora giovanissimo Ben Gazzara ricorda: "La Magnani e Totò formavano una coppia inimitabile, irrepetibile. Improvvisavano in una maniera così spontanea così creativa, da fare rivivere la commedia dell'arte".
Sceneggiato da Suso Cecchi D'Amico, Age e Scarpelli, con lo stesso Monicelli - e tratto dalle novelle di Alberto Moravia "Le risate di Gioia" e "Ladri in chiesa", il film è ambientato in una notte di Capodanno a Roma: Gioia/Magnani (diventata bionda per volere del regista), detta Tortorella, con uno spiumato boa di struzzo, Umberto/Totò, alias Infortunio, col suo vecchio frac e Lello/Gazzara, compagno astuto nell'arte d'arrangiarsi, cercano compagnia, tentano d'infilarsi in tavolate che li rifiutano, cercano di sopravvivere. Scoprono che ciascuno dei due ha solo l'altro, e non è un granché.
Scintille d'avanspettacolo e commedia esistenziale in un'irresistibile mix di gag e battute, più amare che dolci. Anche perché come diceva Moravia "Trovarsi senza soldi durante un giorno qualsiasi dell'anno è male; ma trovarsi senza soldi a Capodanno è peggio", e visti i tempi anche oggi non si scherza. E la battuta di Totò rivolta alla Magnani: "Ti invito a mangiare una pizza. Ce li hai isoldi?" è più attuale che mai.
José de Arcangelo
(4 stelle su 5)
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