giovedì 13 marzo 2014

"47 Ronin" di Carl Rinsch, un kolossal con tutte le carte in regola che, purtroppo, delude

Ispirato ad un fatto storico del Giappone all'inizio del secolo XVIII - già adattato per il grande schermo diverse volte -, "47 Ronin" è un kolossal che sfoggia tutte le carte in regola del caso, anche se per l'occasione l'iconica vicenda diventata negli
anni leggendario, è stata rivisitata in una chiave fantasy, tanto che la parte più meritevole di attenzione è quella visiva e dagli effetti speciali digitali usati con moderazione e proponendo alcune creature e/o mostri di ottima qualità tecnico-artistica.
Un cast quasi interamente giapponese ma dal respiro internazionale capeggiato dal redivivo Keanu Reeves, un po' sciupato e sotto tono, riprese in inglese nonostante la storia e la quasi totalità degli interpreti siano nipponici, un regista che proviene dalla
pubblicità (e in quel campo pluripremiato) e debuttante nel lungometraggio come Carl Rinsch per una coproduzione maggioritaria americana (Pamela Abdy, Eric McLeod, e i produttori esecutivi Scott Stuber e Chris Fenton). La pellicola è stata, inoltre, sceneggiata da Chris Morgan (da "Fast and Furious: Tokyo Drift" a "Wanted: sceglie il tuo destino"), e dall'iraniano Hossein Amini (noto soprattutto per il sorprendente "Drive"), su un adattamento del giapponese Walter Hamada (anche produttore esecutivo). La storia narrata dal film è quella - celeberrima in patria - dei 47 samurai nobili che hanno reso onore alla morte prematura del loro Signore - una vera e proprio esecuzione architettata da un ambizioso e perfido rivale con la complicità di una strega - vendicandolo.
Allora, i samurai rimasti senza padrone né maestro perdevano non solo la posizione ma anche la dignità e venivano chiamati, appunto, Ronin. Ma a loro si unisce il mezzosangue Kai (Keanu Reeves), un orfano fuggito dalla foresta e cresciuto nel villaggio di Ako, grazie proprio a Lord Asano (Min Tanaka), e innamorato, ricambiato, della sua bellissima figlia Mika (Ko Shibasaki). Quello che i Ronin non sanno è che il loro nuovo, coraggioso, capo combatte col potere di un demone e nasconde segreti che cambieranno i loro destini.
Un'epica avventura in costume dove i diversi (e numerosi) personaggi vengono, purtroppo, disegnati in modo unidimensionale, nonostante l'uso del 3D di ultimissima generazione, mentre la regia di Rinsch si concentra sulle scene di massa, sui movimenti di macchina, sulle riprese dall'alto, su maestosi campi lunghi cercando di sorprendere lo spettatore con la magnificenza della messa in scena. Un effetto che può ancora sedurre gli adolescenti, ma non gli adulti perché sostanza e ritmo un po' latitano.
Probabilmente, Carl Rinsch non si è rivisto i capolavori di Akira Kurosawa, altrimenti avrebbe almeno imparato la 'lezione'. Nell'efficace cast anche: Hiroyuki Sanada (Oishi), Tadanobu Asano (Lord Kira), Rinko Kikuchi (la Strega), lanciata da "Babel"; Jin Akanishi (Chikara), Cary-Hiroyuki Tagawa (Shogun Tokugawa Tsunayoshi), Neil Fingleton (il gigante Bruto e l'Orco), Togo Igawa (Lord Tengu), Rick Genest (Foreman).
La bella fotografia è firmata dall'inglese John Mathieson (da "Espiazione" a "Kick-Ass 2"), le scenografia di Jan Roelfs, i montaggio di Stuart Baird, i costumi di Penny Rose (da "Evita" alla trilogia dei "Pirati dei Caraibi"), e le musiche di Ilan Eshkeri, noto per le colonne sonore di "Stardust" e "The Young Victoria". José de Arcangelo
(2 stelle su 5) Nelle sale dal 13 marzo distribuito da Universal Pictures International Italy

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