giovedì 13 marzo 2014
"Prossima fermata Fruitvale Station", una tragedia vera che ha scosso il mondo nella premiata opera prima di Ryan Coogler
Reduce di una serie di riconoscimenti internazionali - Premio della Giuria e del pubblico al Sundance FilmFest e Miglior Opera prima di 'Un Certain Regard' a Cannes, ecco il toccante, avvincente e inquietante dramma ispirato alla storia vera dell'afroamericano Oscar Grant, sceneggiato e diretto da Ryan Coogler con un ottimo protagonista, Michael B. Jordan, assecondato da un cast all'altezza: Melonie Diaz (Sophina, la compagna), Octavia Spencer (Wanda, la madre), vincitrice dell'Oscar, del Golden Globe, del Bafta, e numerosi altri premi per "The Help"; Kevin Durand (agente Caruso), Chad Michael Murray (agente Ingram) e Ahna O'Reilly (Katie).
Il ventiduenne di Bay Area, Oscar, si sveglia la mattina del 31 dicembre 2008 in preda ad un presentimento. Non sapendo di cosa si tratti veramente, interpreta la sensazione come una spinta a dare una svolta alla propria vita: essere un miglior figlio per la madre, che festeggia il compleanno proprio quel giorno, un compagno migliore per la sua partner, per la quale non è stato del tutto onesto, e, soprattutto, essere un padre migliore per Tatiana, la loro splendida bimba di quattro anni.
La giornata, tra incontri con amici, familiari e sconosciuti, sembra andare per il verso giusto, anche se Oscar si rende conto che non sarà facile rimettersi in carreggiata. Purtroppo, i suoi tentativi per dare una svolta alla sua esistenza si concludono tragicamente, quando un ufficiale di polizia - in un violento raptus di razzismo, pregiudizio e intolleranza lo uccide a sangue freddo alla stazione della metropolitana Fruitvale, sparandogli un colpo di pistola, proprio durante i festeggiamenti della notte di Capodanno.
Però la vita di Oscar e la sua tragica fine scuoteranno profondamente non solo i residenti della Bay Area, ma l'intera nazione e il mondo.
Con uno stile realistico, quasi documentario, Coogler fotografa e ricostruisce le ultime 24 ore nella vita di un giovane stroncato senza ragione, mettendo in risalto quanto sia fragile la nostra esistenza, come un fatto apparentemente insignificante possa assumere una dimensione tragica, come la nostra vita dipenda spesso dalle azioni e dalle reazioni degli altri.
Prodotto dalla Significant Productions di Forest Whitaker, "Fruitvale Station" (titolo originale) conferma che il vero cinema - d'autore e non - si trova spesso nelle produzioni indipendenti, nei film a low budget che offrono la possibilità di emergere a nuovi talenti, ai registi del futuro, e di quanto sia capace di donare allo spettatore emozioni forti e argomenti di riflessione sulla realtà sociale, pubblica e privata, sui rapporti e sui sentimenti, tra vizi e virtù, pregi e difetti, dell'essere umano.
"La fonte di ispirazione - dice il regista - è stata senza dubio la vicenda in sé e le conseguenze che essa ha portato. Quando è successo il fatto ero proprio a Bay Area, durante la pausa natalizia della scuola di regia".
E poi aggiunge: "A Capodanno ho visto i video dell'accaduto (tra i presenti molti hanno ripreso il tragico episodio col cellulare ndr.) e ne sono rimasto profondamente turbato. Vedendo quelle scene, ho capito che avrei potuto essere io Oscar: avevamo la stessa età, i suoi amici somigliavano molto ai miei, ed il pensiero che qualcosa del genere fosse potuto accadere a Bay Area mi distruggeva".
José de Arcangelo
(3 stelle su 5)
Nelle sale dal 13 marzo distribuito da Wilder
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