martedì 11 marzo 2014
"Maldamore" in commedia fra tradimenti e perdono per le coppie Ambra-Zingaretti e Ranieri-Boni, dirette da Angelo Longoni
Una commedia dei sentimenti amorosi, fra tradimenti, ripicche e perdono, firmata Angelo Longoni per la doppia coppia Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni e Luca Zingaretti, e l'amichevole partecipazione di Claudia Gerini, ma anche con i giovani in ascesa Miriam Dalmazio ed Eugenio Franceschini che, avendo girato quattro film negli ultimi due anni, se li ritrova ora tutti insieme nei cinema (tra poco anche in "La luna su Torino"), o quasi. Prodotto da Italian Dreams Factory, il film - costato 1milione 750 euro - sarà nelle sale dal 13 marzo in 250 copie distribuito da Bolero Film.
Una banale coincidenza, la perdita di attenzione nei confronti di un interfono per bambini lasciato acceso per sbaglio, mentre nella stanza due persone - i mariti - si rivelano segreti inconfessabili ai reciproci partner (le mogli) provoca una deflagrazione tanto comica quanto sconvolgente, e poi una domanda: "Cosa fare adesso?". Da questo spunto parte una commedia degli equivoci, fra comicità (scarsa) e amarezza, ironia (poca) e bisticci, confessioni e vendette.
"...soltanto l'amante può giurare e avere il perdono dagli dei, se trasgredisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d'amore non ha valore". (Platone "Simposio")
"La frase citata nel film in chiusura, 'perché un giuramento d'amore non ha valore' - esordisce il regista -, perché alla maggior parte delle persone che fa un giuramento (il matrimonio ndr.) gli sembra abbia valore per sempre, ma si tratta di un giuramento che persino gli dei considerano veniale. Nel tempo le cose cambiano, la vita affettiva si trasforma, grazie alla maturità, alla crescita diventa una scelta adulta e matura. Abbiamo decidiso di scrivere con Massimo Sgorbani il film perché nel nostro vivere quotidianamente abbiamo visto l'esplosione di tante coppie. Chi la vive ne soffre, ma vista da fuori è ridicola; e lo scontro tra i due litiganti genera spesso commedia, conflitti attinenti al romantiismo che tendono al dramma, ma non bisogna escludere l'aspetto più buffo, se persino gli dei sanno che un giuramento d'amore non ha valore. Molto friabile anche dal punto di vista morale, e il tempo gioca a sfavore delle coppie, anche in maniera positiva, può rendere più maturi. Si parla non solo di tradimenti, ma della capacità di superare i problemi al di là delle manchevolezze, di saper perdonare".
"Le sceneggiature le scegliamo insieme - afferma la produttrice Maria Grazia Cucinotta, anche in sensuale cameo -, chi legge prima passa parola. Prima l'ha letto Silvia (Natili) poi io, dopo Giovanna (Emidi), infine mio marito. Ognuno ha trovato un pezzo di vita che ci appartiene, abbiamo impiegato un po' di anni nel progetto, ma grazie a Carlo Brancaleone che è entrato nel gruppo con Rai Cinema, e poi della Trentino Film Commission ce l'abbiamo fatta. Si parla di crisi ma dobbiamo dire grazie a tutti quelli che sono entrati, anche con il tax credit; gli attori che sono venuti nonostante il low budget. Non è facile, tutti hanno partecipato non solo per i soldi, ma perché ci hanno creduto, e si ride, ci si ritrova, perché ognuno di noi ha vissuto esperienze del genere, un grande sorriso per specchiarsi e ritrovare le nostre colpe, per dare un senso alla nostra vita".
"L'amore non ha bisogno di contrattualizzazione - ribatte Boni -, ho visto matrimoni straordinari in giro per il mondo, ma se devo passare per forza attraverso un contratto non ci sto. Stimo moltissimo i matrimoni fatti in un certo modo, ma non credo ci sia bisogno necessariamente di tradirsi. Le situazioni che stanno in mezzo, fanno ridere perché probabilmente le questioni di corna sono trasversali, quando ho letto questa commedia sono stato attratto da questo, mi piace molto la comicità scritta che gli attori rendono reale. Infatti, io la devo leggere, non sono capace di far ridere con una battuta, è la comicità di Risi, Monicelli e gli altri".
"Non credo che i rapporti debbano passare per forza dal tradimento - dichiara la Ranieri -, bisogna inventarsi qualcosa, perché uno può essere distratto. Nella commedia la chiave di lettura è il perdono perciò Sandra parla di prendersi un due per cento di libertà per non finire annullandosi nel rapporto, una piccola quota di pensiero, una soluzione intelligente nel rapporto, una certa libertà di respiro che non ti fa tradire, altrimente la coppia scricchiola"
"Non è solo un film sul tradimento - chiosa Ambra -, le coppie erano già minate, la malattia arrivata internamente. I nostri personaggi (lei e Zingaretti ndr.) sono già agli effetti collaterali, sono girati di spalle, non si guardano mai in faccia, lui guarda altre e lei non sa cosa guardare. Lui soffre di torcicollo, ansia, infarto, è un malato immaginario, la malattia è lo stare insieme. E' divertente vivere un'adolescenza e ritrovarsi adolescenti sullo schermo, Angelo è un genio, nel film dico mi prendo il primo che passa, Franceschini ha un aspetto per nulla respingente, e devo anche toccarlo, baciarlo. Fatica c'è stata, dire che mi sento vecchia aveva un senso, lasciarsi andare alle dinamiche della storia perché non sai se è una poveraccia o fortunata. Le coppie vivono nella vita quotidiana, ma non può essere, anzi non è tutto edulcorato, è anche doloroso, normale; nella vita tutto è connesso. Non bisogna più nascondersi come negli anni '50, gli amanti passeggiano, s'incontrano, sono stati liberati da armadi e lavatrici".
"Vorrei dire due cose - ribatte Zingaretti -, prima sono d'accordo con Ambra, poi anche che in una coppia come la nostra, non credo che le corna siano la peggior cosa che ci possa capitare; è più grave non aver niente da raccontarsi, stare di spalle, non guardarsi negli occhi, è il problema della coppia attuale. Non c'è che augurarsi di parlare, dato che nessuno ha il controllo della propria esistenza. E' un modo ironico di scherzare su queste cose, perché il tradimento non è la cosa peggiore che possa capitare".
"Lo spazio, comunque, ce l'hanno loro, i maschi - aggiunge Ambra -, lo spazio nostro, per quel che mi riguarda lo condivido con due figli che sono le due cose migliore che mi sia capitato di fare, non è per me e basta. Oggi c'è meno bisogno di scappatoie di prima, ma si può migliorare, sembra ci sia sempre una rigidità, poi le cose si risolvono. Io nel film non ho parenti né persone che vivono con me, ma si può lasciarsi un minimo di mistero e di sano egoismo vero, condividere tutto tutto non ha un buon segno, e volevo tenermi una parte mia".
"Non so come mi comporterei io - riprende la Ranieri -, quelle del film non sono le nostre vite, penso che sia saggio il percorso dei nostri personaggi, hanno costruito un'intimità insieme e si guardano negli occhi, fanno progetti insieme. Lui si è girato a sinistra, mentre lei era distratta, ma poi ricominciano da capo. Si vogliono bene e ripartono. Non sapere chi hai accanto, credo sia molto più grave delle corna stesse. La difficoltà è stare insieme, e il perdono l'elemento fondamentale".
"Quello che oggi ho detto fra quattro anni può non contare niente - afferma Boni -, si dicono delle cose, si scoprono le corna, ci possono essere corna che l'altro non sa di avere, bisogna vedere cosa c'è, condividere qualcosa, c'è tanto altro dietro al rapporto quotidiano. Io ho paura della noia, del non dirsi niente, ci sono coppie che non si parlano, stanno chiuse in camera, ma non si toccano, questa è una cosa grave, più delle corna. Preferisco un tradimento che dia vigore al rapporto che non la noia".
"Nel 2013, terzo anno di attività della Trentino Film Commissio - dice il rappresentante -, questo film in particolare è stato il primo ad essere girato interamente per sei settimane a Trento, ma ci sono state 43 produzioni in tre anni. Per questa è stato tutto girato a Trento, cè stata una grande integrazione, piacevole anche per la cittadinanza".
"Trento è una città a misura uomo - aggiunge il regista -, ecologica, senza traffico, in una altra non ce l'avremo fatta, il modo organizzativo di lavorare con le persone, la vivibilità della città, dove tutto è raggiungibile, è stato facile girare in un posto così. Ha una caratteristica narrativa nel film, per una commedia non localizzata, dove non c'è un tipo di comicità dialettale, contestualizzata con la città, anche perché gli attori non nascono come comici, ma possono interpretare un ruolo divertente Non è assolutamente riconoscibile come altre città d'Italia, il rapporto esula dai tipici film dei comici. Perciò volevo creare un cast di portata italiana e non locale, Trento si prestava perché non appartiene alla tradizione comica delle città locali".
"Tutti fanno teatro, anch'io - conclude -, lo ritengo un pregio perché chi non si mette in gioco in teatro soffre di verginità, chiunque non affronti il palcoscenico è un attore incompleto, lo penso fermamente, è una cosa imporantantissima. Sono attori indipendentemente da quello che hanno fatto prima. Non volevo dei comici, ma che cercando nella verità dei personaggi avessero la possibilità di far ridere; il comico deve forzare, mettere di suo. Si condivide le idee con la produzione, con Rai Cinema, r con loro è stata la prima definizione del cast, si parte da quattro personaggi, ognuno dei quali deve interagire con altri. Ho voluto scegliere quelli le cui caratteristiche appartenessero ai personaggi, l'adesione ad un ruolo che può anche essere divertente".
"All'inizio vige la calma - dichiara Zingaretti - ma poi dalla radiolina la rivelazione ed esplode tutto, quando chiedo perdono o mi si accusa ci metto enfasi, divento nervoso, ci sono ripicche, finché si chiude la serata. Da lì in poi il film prende un altro andamento, la ferita è ancora calda, l'ingiustizia subita pure, il doppiopesismo rientra. Da quando viene scoperto l'infedeltà non ci parliamo per un periodo, ma non parlavamo già da prima. E' il momento in cui tocca a lui subire, il mio ruolo ha la caratterista piagnona italiana, fa la vittima".
"Non essendo un comico ho bisogno del testo per strappare una risata al pubblico, della risata scritta per poi renderla, io ho l'opportunità di poter scegliere cosa fare, la possibilità di alternare vari registri. Noi attori siamo dei disadattati e abbiamo la necessità di raccontare delle storie, siamo bulimici e le vorremmo raccontare tutte noi, e quando ci capita di cambiare registro diciamo subito di sì. Conoscevo Longoni dai tempi eroici delle cantine, lo ringrazio che si sia ricordato di me, di come eravamo all'inizio. Mi sono divertito tantissimo".
"Durante le prove a tavolino abbiamo parlato del personaggio, l'idea mia era che non avesse la capacità di autocontrollo. L'acidità, l'ansia, il torcicollo, è un ipocondriaco all'italiana, incapace di prendersi delle responsabilità. Come attore vengo considerato uno forte, solido, ma questo personaggio ha come caratteristica l'ambivalenza tra una fragilità ipocondriaca e una focosità arrapante".
"Quando ho visto Luca mi tremavano le gambe - confessa Miriam Dalmazio nel ruolo della sua amante -, ero intimorita da lui, ma è stato molto carino, disponibile, generoso; provavamo insieme, ero imbarazzata nella scena del bacio, oltrettutto sul set davanti alla moglie, io ero addirittura nel suo fan club. Devo dire grazie ad Angelo che è stato sereno sensibile perché mi sono trovata a mio agio sul set".
"Lavorando con dei professionisti sono stato molto bene - dice Franceschini -, ho fatto quello che dovevo fare, senza remore, senza problemi, tutti disponibili e anch'io ce l'ho messa tutta".
"Il mondo borghese è quello che tiene più alle apparenze - chiude Longoni -, deve dare una bella immagine di sé, parlando di persone della classe media italiana credo, invece, la situazione sia buffa, la comicità più raffinata. Il senso di divertimento nella classe medio alta, certamente colta, è rappresentato dal musicista raffinato, colto, che rinfaccia la moglie di non capire un tubo di musica, mi fa ridere. Due persone che non si parlano, lei non conosce ancora le cose che piacciono a lui e viceversa. Riguarda uno specifico ambiente".
"La definizione dell'amore - dice Eleonora Yvone, moglie del regista - oltre la forza e più dell'intelligenza, è la bontà, è la cosa che ritengo più interessante, la caratteristica principale dei rapporti".
"Quando finisco i soldi chiedo a mia moglie di fare un cameo", parola di Longoni.
José de Arcangelo
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