giovedì 20 marzo 2014

"Non buttiamoci giù", almeno fino a San Valentino, tragicomiche vicende di quattro aspiranti suicidi in commedia

Dall'omonimo best-seller di Nick Hornby (autore di "Alta Fedeltà" e "About a Boy") e dal regista francese Pascal Chaumeil (da "Il truffacuori" a "Un piano perfetto"), una commedia gradevole e divertente, ma leggera leggera: "Non buttiamoci giù" con un quartetto di attori - di ieri e di oggi - affiatati al punto giusto. Infatti, con la loro bravura, brio ed emozioni rendono piacevole la sceneggiatura di Jack Thorne e il lieve tocco della regia, sono i veterani Pierce Brosnan e Toni Colette, e i giovani in irresistibile ascesa Aaron Paul (dal serial tivù "Breaking Bad" a "Need for Speed") e Imogen Poots (vista in "Jane Eyre" e nel precedente film proprio insieme a lui).
Il film racconta la storia di una sorta di 'club dei suicidi' nato sul campo, anzi sul tetto del grattacielo londinese Topper Tower, vero e dove è stato girato il film. La notte di Capodanno, anziché aspettare la mezzanotte in allegria, quattro sconosciuti hanno la stessa idea, farla finita per mettere fine ai loro problemi esistenziali.
Il primo ad approdare in cima all'edificio è Martin Sharp (Pierce Brosnan), noto conduttore televisivo che ha visto finire famiglia e carriera dopo l'accusa di aver abusato di una minorenne; poi la mite Maureen (Toni Colette) che, abbandonata dalle istituzioni, non riesce più ad offrire una degna esistenza al figlio disabile; la terza aspirante suicida è la giovanissima Jesse (Imogen Poots), figlia del noto parlamentare Chris Crichton (Sam Neill), ma viene fermata proprio da Martin, mentre fa la sua comparsa il 'pizzaboy' J.J. (Aaron), il più enigmatico e indeciso a rivelare la vera causa della sua drastica decisione. E nel tentativo di convincere l'un l'altra a non buttarsi giù, i quattro giurano di rimandare il suicidio per almeno sei settimane, ovvero fino al giorno di San Valentino. Però, nel frattempo, vigilandosi a vicenda instaurano un rapporto di vera amicizia, che comunque li porterà a ritrovarsi tutti insieme sul tetto dello stesso grattacielo...
Rispettanto la struttura del romanzo, un capitolo per ogni personaggio, il film scorre piacevolmente, con qualche momento di sano umorismo - ma tralascia l'ironia e l'humour nero del caso -, anche perché i personaggi sono tratteggiati superficialmente, mentre quello più riuscito e piacevole è il loro rapporto, la solidarietà di un quartetto tanto diverso quanto affiatato. Il vero loro motto è 'l'unione fa la forza' anche per andare avanti e resistere alle avversità, nonostante le più tragiche situazioni che ci riserva la nostra esistenza. Amicizia e solidarietà, appunto, allontanano paure e dolori, aiutandoci a trovare una soluzione, magari temporanea, ma sempre meglio di un salto nel buio.
Presentato in anteprima all'ultimo Festival di Berlino, "A Long Way Down" (titolo originale) conferma che il regista francese è soltanto un artigiano di sicuro mestiere, bravo soprattutto nella messa in scena. Il resto è compito spesso del cast che stavolta funziona al meglio, anche quando non sono sostenuti dalla sceneggiatura. Nel cast anche Joseph Altine (Matty) e Joe Cole (Chas). Ruolo cameo per la sprecata Rosamund Pike, la condutrice televisiva Penny, ex partner sul piccolo schermo di Martin, che riporta in tivù lo strano quartetto suicida, in cambio di uno scoop/gossip e offrendo loro una popolarità inaspettata. Il direttore della fotografia è Ben Davis, il montatore Barney Pilling, lo scenografo Chris Oddy, mentre le musiche sono firmate dal compositore italiano Dario Marianelli, già premio Oscar per "Espiazione"). José de Arcangelo
(2 1/2 stelle su 5) Nelle sale dal 20 marzo distribuito da Notorious Pictures

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